0.8 Her

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[Her]

"Vi conoscete?" Si incupì mia madre.

"Sì, signora. Hollie è nella mia classe." Calcò il mio nome con malizia, sorridendomi sfacciatamente.

Mia madre ridacchiò lievemente, per poi guardare Harry e sorridergli sinceramente.

"Allora, vi lascio soli. Sicuramente, avrete molte cose da dirvi."

Rivolsi a mia madre uno sguardo carico di preoccupazione che, a mio malgrado, non riuscì a cogliere. Si allontanò, voltandosi per recarsi in cucina.

"Sei molto provocante stasera." Si inumidì le labbra, squadrandomi da capo a piedi.

Il vestito era semi trasparente, di un verde smeraldo intenso e con scollo a cuore, che metteva in evidenza il decolté. Avanzò verso di me e mise una mano sul ventre, accarezzandolo.

"Ti fa male?" Continuò, riferendosi alla benda che aveva intravisto.

Merda, speravo non se ne accorgesse.

"Un po'." Mi ritrassi dal suo tocco che, se pur rilassante, proveniva da una persona che odiavo.

"Vieni." Mi incitò a seguirlo.

"No, h-ho paura."

"Non ti farò del male, vieni con me."

"Anche stamattina hai detto la stessa frase, e questo n'è il risultato." Sputai, riferendomi al livido.

Sgranò gli occhi, facendone risaltare il loro colore verde.

"Ho detto vieni e basta."

Un brivido mi percorse all'udire il suono delle sue parole così fredde, e mi trascinò di sopra. Aprì la prima stanza in fondo al corridoio e, accertatosi che fosse la mia, vi entrò prendendomi per mano. Chiuse la porta dolcemente, per poi tornare a concentrarsi su di me.

Si avvicinò lentamente, prendendomi dai fianchi. Il suo respiro si infrangeva sulle mie labbra, tanto eravamo vicini. Poggiò entrambe le mani sulle mie gambe e le fece scivolare verso l'alto. Rimasi in silenzio questa volta, avevo capito la lezione. Sentii l'aria colpirmi le gambe e un brivido mi percorse.

"Lasciami." Tolsi le sue mani, non appena capii le sue intenzioni e mi chiusi in bagno.

"Hollie, esci. Voglio solo vedere."

"Vattene, lasciami sola." Mi sedetti poggiando la schiena alla porta del bagno, per poi iniziare a piangere.

"Non esco di qui senza prima aver visto quel fottuto livido." Grugnì. "Che c'è, non vuoi farti vedere in intimo da me?"

"Sì."

Lo sentii aprire le ante dell'armadio, che cigolarono rumorosamente ed aprì la porta del bagno, portandomi una semplice maglietta con un paio jeans.

"Mettiti questi, così non sarai seminuda." Me li porse e li afferrai, richiudendo rapidamente la porta alle mie spalle.

»»»

[Her]

"Se lo tocco fa male?" Annuii decisa. "Mi dispiace."

"Cosa?" Sibilai.

"Sei sorda, per caso? Ho detto che mi dispiace." Fece una pausa. "Non ho mai picchiato una ragazza, solo che tu non volevi obbedirmi ed ho perso il controllo. Scusami." Si passò una mano tra i ricci, sbuffando.

Vederlo così vulnerabile mi faceva sentire ancor più fragile, quasi in colpa. Avanzai fino a lui e gli misi una mano sulla spalla.

"Sei stato tu a portarmi in infermeria, non è vero?"

"Sì, come lo sai?"

"Me lo ha detto l'infermiera." Sorrisi.

"Ma ciò non significa che io tenga a te." Il suo tono tornò freddo.

"Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica."

"Bene." Mi osservò, facendo scorrere i suoi occhi lungo tutto il mio corpo. "Anche se..." Iniziò, leccandosi le labbra. "Sei così bella." Afferrò con la mano il polso e mi fece sedere sopra le sue gambe a cavalcioni.

Si avvicinò al mio volto e passò la lingua in un punto dietro l'orecchio, strinsi la sua maglietta e mi lasciai sfuggire un gemito. Grugnì contro il mio orecchio, per poi scendere verso il collo, dove lasciò un bacio. Fece scontrare le sue labbra con le mie in modo rude, tenendomi per i fianchi e ridacchiando, quando sussultai per il cambio repentino.

La sua lingua spingeva sulle mie labbra per chiedere accesso e le schiusi per accoglierla. Al solo contatto, fui pervasa da piccoli brividi di piacere. La sua lingua era calda ed aveva un sentore di menta e fumo.
Era tutto così perfetto. Le nostre lingue che si cercavano, le sue mani sui miei fianchi e le sue labbra che premevano sulle mie.

"La cena è-" Mia madre entrò nella stanza e prontamente mi alzai da sopra le sue gambe, schiarendomi la gola.

"Mamma, non è come pensi."

Brothers - h.sWhere stories live. Discover now