Appuntamento

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 — Buongiorno, sono Paola Tonello. Ho appuntamento con l'ingegner Marini.

Antonella stava esaminando alcune carte, alzò lo sguardo sulla persona la cui voce le giungeva familiare.

Paola, sicura di non avere disatteso le raccomandazioni della segretaria in fatto di puntualità, si chiese se l'elegante tailleur scuro e la tracolla nera contribuissero a darle un aspetto professionale e rassicurante.

Il dubbio di essersi abbigliata in modo eccessivamente sobrio le trapassò d'improvviso la mente ma, a quel punto, nulla poteva fare.

In suo soccorso l'ottima scelta di infilarsi, sotto la rigorosa giacca scura, una candida t-shirt aderente quanto basta per mettere in evidenza le sue morbide curve e dare un po' di luce all'austero tailleur, i cui bottoni sembravano sul punto di esplodere, nell'intento di contenere una quarta "coppa b" che la proprietaria si portava appresso con un certo orgoglio.

Antonella indicò con un gesto della mano la sala d'aspetto.

— Signora Tonello, si accomodi, avverto subito l'ingegnere del suo arrivo.

Paola entrò nell'accogliente saletta occupata quasi totalmente da un divano di pelle nera che risaltava sulla parete verde brillante. Un tavolino in plexiglas ospitava alcune riviste. Provava una totale avversione per i divani di pelle. Disgusto. L'idea che molti animali fossero stati sacrificati per soddisfare le voglie di persone egocentriche e vanitose la faceva inorridire. Infastidita dall'odore acre del pellame uscì dalla stanza; avrebbe atteso in piedi piuttosto che starsene seduta sulla pelle di un povero animale.

La sua attesa non durò molto. La segretaria, con cortese sollecitudine, la invitò a seguirla.

Una sobria eleganza traspariva in quei pochi metri che separavano la reception dagli uffici amministrativi. Un numero consistente di tappeti pregiati rendeva silenzioso il loro passaggio.

Antonella camminava con la tipica andatura goffa di una donna in dolce attesa.

Paola, ogni giorno, aveva modo di incontrare segretarie filiformi che ancheggiavano su tacchi vertiginosi. Una segretaria incinta era una rarità.

Istintivamente le era simpatica. E non solo per via di quel pancione che sembrava volesse farla volare. I capelli raccolti in un elegante chignon e un paio di occhiali su un viso dolce e sorridente rendevano la futura mamma una persona gradevole.

Mossa dalla sua innata curiosità e da un pizzico d'invidia, stava per chiederle se già conosceva il sesso del nascituro quando Antonella improvvisamente si arrestò di fronte a una delle porte che si aprivano lungo il corridoio. Paola accantonò quell'innocente richiesta.

— Ingegnere, la signora Tonello è arrivata...

La donna, a causa dell'ingombrante giro vita, dovette entrare del tutto nell'ampio ufficio per permettere a Paola di accedervi.

Un po' di agitazione l'animava. Con un gesto dettato più che altro dal nervosismo si passò una mano tra i capelli mentre si avvicinava all'opulenta scrivania.

L'ingegner Marini, senza proferire parola, rimase seduto sulla maestosa poltrona neanche a dirlo, di pelle!

In piedi, visibilmente impacciata, Paola attendeva un cenno di saluto. Scrutava l'uomo che stava seduto di fronte a lei. Da quel poco che riusciva a vedere calcolò in un attimo che non doveva essere né altissimo né magrissimo. Il capo abbassato su un cumulo di carte evidenziava una calvizie incipiente.

Quell'uomo, impulsivamente, non le piaceva ma poco importava. Lei si trovava in quella stanza per lavoro; in cuor suo sperava solo che l'imbarazzante attesa non si prolungasse ancora per molto.

La sposa in grigio perlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora