Annuisce e sta per andarsene, ma lo fermo.

"Chi ti ha picchiato? " gli chiedo quasi in un sussurro
"Non mi hanno picchiato e poi fatti i cazzi tuoi" mi dice da stronzo, Allie cazzo svegliati perché ti preoccupi tanto per uno come lui se poi fa sempre l'arrogante, devo smetterla.

Metto i soldi per prendere l'acqua
"comunque era bello vederti ridere non lo fai quasi mai" mi dice guardandomi
"Ha parlato quello che ride sempre" gli dico prendendolo in giro
"Non mi piace farlo"
"perché sei sempre così freddo come se odiassi tutti?" gli chiedo
"perché è così infatti, non sopporto nessuno odio persino la mia vita"
"E i tuoi genitori? Dovrai pur volergli bene no?"
"Non ci sono più da tanto tempo" mi dice e abbassa lo sguardo.

Cosa? I suoi genitori sono morti non ci sto credendo, mi manca il respiro, ma perché non sto mai zitta.

"Oh non volevo, cioè non sapevo che.. Ehm.. mi dispiace tanto" ammetto guardandolo
"Già siete tutti così bravi a dire che vi dispiace, ma non sapete un cazzo" mi dice acido, ecco la pugnalata, una delle tante che ricevo da parte sua.

"So cosa vuol dire perdere qualcuno, perché l'ho perso anch'io" urlo e sento gli occhi pizzicare, ma non devo, non posso.

"Chi hai perso Allie?" mi chiede avvicinandosi e alzandomi il viso.
"Non importa" sussurro e prendo velocemente l'acqua e corro via da lui, con le lacrime che cercano di uscire, ma che trattengo da troppo tempo.

Mi nascondo in cortile, nel mio posto preferito, non viene mai nessuno qui neanche per controllare, potrei stare qui per ore e ore senza essere disturbata, metto le cuffie nelle orecchie e cerco di calmare il mio battito.

Sento dei passi avvicinarsi così mi giro ed eccolo mentre mette una sigaretta tra le labbra e l'accende ed aspira il fumo, non sapevo che anche lui conoscesse questo nascondiglio.

Si gira verso di me e ci guardiamo per diversi minuti finché non si avvicina e si siede di fianco a me rimanendo in silenzio.

Non so per quale motivo, ma voglio sfogarmi con lui, sarò in uno stato di debolezza e me ne frego del fatto che ne stia parlando con una persona che da sempre ho soprannominato mio nemico.

"Avevo dieci anni quando mia mamma è morta, ci ha lasciati per un cancro alle ossa, non c'è stata nessuna cura per salvarla, è stato tutto inutile, anche la sua operazione è andata a puttane, ci ha lasciati soli e mi manca ogni giorno" una lacrima bagna il mio viso e poi un'altra ancora.

Sento le sue braccia circondarmi la vita e mi abbraccia forte, mentre continuo a  a piangere in silenzio.

"Lei sarà sempre con te ovunque andrai, so che vorrebbe vederti felice, vorrebbe questo per te e non vorrebbe vederti piangere" mi guarda e mi asciuga le lacrime e sento dei brividi lungo la schiena.

Mi prende per i fianchi e mi fa sedere su di lui e non stacca nemmeno per un secondo i suoi occhi dai miei.

"Parlami di te Jace" lo supplico
"Non parlo di me a nessuno" non voglio obbligarlo, ma vorrei tanto conoscerlo meglio, perciò mi limito a guardarlo.

Lo vedo sospirare e si decide a parlare.

"Sono morti a causa di un aereo che è precipitato, stavano tornando da un viaggio, io ero troppo piccolo avevo si e no tre anni e non ricordo nemmeno le loro facce, le loro voci, stavo sempre con i miei nonni dato che erano sempre in viaggio per via del loro lavoro.
Crescendo sono cambiato, ho imparato a difendermi a non farmi mettere i piedi in testa da nessuno e così via"

Mi ha raccontato una piccola parte della sua vita senza versare una lacrima, non ho visto emozioni tristi in lui, è cresciuto senza genitori e non immagino il dolore che ha provato.

"Non ho sofferto all'inizio" sospira e riprende a parlare "ero piccolo e non ci davo tanto peso, quando ho compiuto i sei anni ho iniziato a chiedere ai miei nonni dove fossero mamma e papà, ma non mi rispondevano o cambiavano discorso, così quando sono arrivato a otto anni hanno deciso di dirmi tutto e mi sono chiuso in me stesso per tanto tempo" finisce di parlare e io non so davvero cosa dire.

Sono sconvolta non immaginavo che dietro a questo stronzo, antipatico e ribelle si nascondesse un ragazzo, fragile perché si alla fine Jace Evans si è costruito un muro intorno a lui ed è per questo che io e lui ci assomigliamo.

Lo abbraccio e rimaniamo lì un bel po' senza dire altro.
È quasi piacevole stare tra le sue braccia, ispiro il suo profumo e appoggio la testa sul suo petto sentendo il suoi battiti e chiudo gli occhi rilassandomi.
Per la prima volta sorrido in sua presenza.

Eii girls, eccomi con un nuovo capitolo, Jace e Allison si stanno piano piano avvicinando sempre di più, che ne pensate del passato del nostro presuntuoso Jace e della fragile Allison? Fatemelo sapere nei commenti, alla prossima!


Mi fai impazzire (in revisione) Where stories live. Discover now