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Luca's pov

Do l'ennesimo pugno nel muro della mia camera. Mi sento fragile e non sopporto questa brutta sensazione.

È all'incirca una settimana che non vedo più Aurora e mi sento letteralmente una schifezza.

Quella sera sono uscito dal locale e mi sono messo alla guida; sembravo un pazzo e sinceramente, rivedere il bel faccino di quello stronzo di Nicolò mi ha fatto solo peggio.

Sono stufo di tutto questo, infatti ho pensato di andare in Brasile per un po', ho bisogno di vedere mio figlio. Ormai non sono più un bambino, devo prendermi le mie responsabilità e ho deciso di partire domattina.

Non so che effetto farò a Jo, ma devo andare a trovarla. Un figlio è pur sempre un figlio, cazzo, non è una cosa.

Ho deciso, domani mattina prenderò il primo volo per il Brasile: staccare un po' mi farà più che bene. Almeno lo spero.

Salerno ultimamente sta diventando troppo soffocante.

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Ho fatto parecchie ore di volo, mi sento intontito. Ho dovuto telefonare Ciro per poter farmi dare l'indirizzo di Jo, altrimenti non l'avrei mai trovata qui a Rio de Janeiro.

In compagnia del mio bagaglio, dopo aver percosso una stradina non troppo affollata di gente col taxi, scendo e mi avvicino all'unico palazzo color corallo.

Leggo i nomi e finalmente clicco il tastino. Una voce femminile risponde immediatamente: è lei, è Jo.

-Chi è?- domanda e la vocina di un bambino mi invade le orecchie.

Per un momento i miei occhi si illuminano e sento i battiti del mio cuore nelle orecchie, Dio. Quello è mio figlio.

-Chi è, mammina?- domanda la giovane vocina che mi strappa istintivamente un mezzo sorriso.

-Apri- dico solamente, dopo essermi ripreso dalla trance.

-Ma... Puoi dirmi prima chi sei?- chiede dolcemente ed educatamente Jo.

-Se te lo dicessi non apriresti, perciò ti prego...- non mi fa nemmeno finire di parlare, che il portone si apre facendo un piccolo scatto, sorpreso da ciò lo spingo e sguscio all'interno.

Un forte aroma di cibo invade le mie narici e mi avvicino alla porta.

Ad ogni passo il mio cuore batte sempre più forte, prendo un bel respiro e decido finalmente di suonare al campanello.

La porta si apre dopo due secondi, non appena incrocio gli occhi di Jo, noto la grande sorpresa sul suo volto.

-Che cosa ci fai tu qui?- domanda.

Faccio per rispondere, ma un bambino moretto e scuro di pelle, proprio come lei, mi interrompe aggrappandosi alla gamba della madre.

I miei occhi si riempiono quasi di lacrime e sento il mio cuore battere sempre più forte, sento i battiti fin dentro le orecchie.

Mi abbasso alla sua altezza e allungo una mano verso questo tenero bimbo di sei anni.

Ha due occhi enormi color cioccolato, i capelli lunghi e ricci come quelli di Jo e le labbra carnose.

ORMAI//CAPO PLAZA Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz