1.Utopia

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«Si definisce Diakatra quel periodo storico dove non esistevano fazioni, né gerarchie, tutte le creature erano radunate in un' unica e grande armonia, collaborando ad un futuro migliore.
Non esistevano le guerre, né la supremazia della specie, semplicemente la pace.
Questo ti è da monito, figlio mio adorato, per indicarti che seppur sia cambiato tutto in questo nostro grande mondo, dobbiamo sempre ricordarci che non siamo i soli ad abitarvici sopra.
Si deve avere sempre rispetto per gli altri, e forse riusciremo a ritornare alle origini, forse riusciremo ad amarci l'un l'altro. L'amore è sempre la cosa più importante, ricordalo, se amerai qualcuno vuol dire che stai facendo la cosa giusta. »

Da bambino, Lucas, aveva sentito questo racconto uscire dalla bocca del padre un quantitativo infinito di volte, neppure una sera si era stancato il suo vecchio di ripetergli questa famosissima leggenda per farlo addormentare, come se gli stesse raccontando il sogno di una vita.

Lucas Lallemant era un giovane elfo, nato da dei semplici cacciatori che per vivere vendevano ciò cui andavano ad ammazzare.
A soli sei anni aveva compreso che si trovavano nel ceto più basso dell'Impero della foresta, la loro casa, infatti, non vi si trovava nell'albero madre del regno, bensì in un castagno in periferia, proprio vicino le mura che delimitavano il terreno neutro.
A Lucas andava bene così, non si poteva lamentare dato che aveva al suo fianco persone meravigliose, non avrebbe cambiato la sua famiglia con nessuna al mondo, sicuramente la vita era più dura, le porzioni non erano abbondanti quanto quelle di un nobile, ma nulla più importava quando quasi vicino la mezzanotte si stendeva con suo padre e iniziavano a sognare insieme.
Non seppe neppure il giovane come gli potette venire in mente una cosa del genere, ma a dodici anni promise ingenuamente a suo padre che avrebbe trovato lui un modo per poter arrivare al Diakatra, e che glie lo avrebbe mostrato come tanto sperava accadesse.

Si rese conto solo quattro anni dopo che quelle erano inutili utopie infantili.

A soli sedici anni, Lucas, assistette ad una delle più grandi guerre mai combattute: La Guerra Nera.
L'impero aveva perso il controllo degli esiliati, rinchiusi nelle grotte del sottosuolo, i quali ormai erano diventati talmente potenti da sterminare il battaglione di repressione e da prendere il possesso della loro base, facendolo divenire il loro castello.
Il regno non poteva assolutamente permettere un tale disonore, tutte le altre fazioni difatti avevano posto la loro fiducia proprio sul Trono della foresta e questi doveva rimediare al danno ricevuto, non lasciandosi sfuggire quei fuorilegge.
I druidi elaborarono un piano per poter ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, così radunarono oltre gli uomini migliori anche tutti gli altri elfi di un età minore alla media, mettendoli in prima divisione.
Lucas tremò quando suo padre gli scompiglio i capelli attraverso il guanto con cui andava a cacciare, sapeva che non sarebbe riuscito a puntare l'arco contro un'altro suo simile, e vederlo partire per andare in guerra lo lasciava terribilmente perplesso.
La speranza però illuminò gli occhi del giovane Lallemant, che pensò alla promessa fatta, 'non poteva di certo morire' pensò 'dobbiamo far avverare la promessa'.

Non riuscì nemmeno a piangere quando arrivò, tre mesi dopo, la lettera con le condoglianze per la scomparsa di Leon Lallemant.
«Non può essere vero» urlò alla madre in preda al panico e alla rabbia che sentiva dentro di sè crescere.«Gli avevo promesso che gli avrei fatto vedere il Diakatra» uscì di casa non volendo né vedere né sentire nessuno.
La prima cosa che pensò fu alla vendetta, ma cosa avrebbe potuto fare un sedicenne semplicemente molto agile? E sopratutto a cosa sarebbe servito?
Suo padre avrebbe voluto esattamente il contrario di quello cui progettava di fare, Lucas mise da parte il rancore e pensò in modo più saggio cosa avesse potuto fare in quel momento.
Non aveva ancora trovato la risposta.
Ci pensò innumerevoli notti, cercando di trovare un modo per poter mantenere economicamente sua madre, ormai vedova e per avvicinarsi a quello che avrebbe voluto suo padre: la pace.

«Non potrà mai esistere il Diakatra, ma posso andarci vicino, devo semplicemente diventare più forte.» spiegò Lucas alla madre, leggermente tesa per questa strana conversazione avuta in una di quelle notti dove non si vedeva la luna.
Lucas si sarebbe arruolato e sarebbe diventato un potente, una guardia reale.
I suoi amichetti non ci credevano «Tu una guardia reale? Lo sai che non durerai un secondo al reclutamento regale, non ha senso.» ed era vero, gli allenamenti per diventare uno dei più forti era una cosa per pochi, un evento raro, Lucas però aveva una determinazione tale e un fuoco negli occhi che non aveva paura.
Non doveva avere paura.

A diciassette anni Lucas si arruolò al servizio militare, era ironico come comparato ai suoi compagni di milizia fosse magro e basso, come se fosse fuori luogo a tutta quella vicenda.
Tutti erano convinti come i suoi amici che lui in quell'ambiente, sarebbe durato ben poco, al primo ostacolo posto davanti al suo gracile fisico avrebbe mollato.

Solo 5 su 1000 tre anni dopo divennero guardie reali altamente specializzate, Lucas fu uno di quei cinque.

Si sbagliarono tutti, Lucas era mingherlino, si, ma era il doppio più veloce e agile della media di tutti gli uomini in quel campo, oltre alla sua estrema cocciutaggine che lo portò, seppur preso di mira sia da colleghi che dai direttori, ad affrontare tutti a testa con un coraggio ammirevole, era l'esempio vivente dell'astuzia che batte la forza bruta.

La signora Lallemant non ci credette quando alla porta si ritrovò il figlio con la divisa tipica di ogni guardia reale e un aspetto totalmente differente da come lo aveva lasciato. Lucas non sembrava più un ragazzino, era diventato più alto, le sue braccia non erano più rinsecchite ma leggermente delineate da muscoli, e uno sguardo diverso, non più impaurito, lo sguardo di una persona che sapeva esattamente quello che faceva.
Per quanto fosse felice di abbracciarlo di nuovo, era conscia di cosa gli avrebbe aspettato il futuro da lì a poco, Lucas si sarebbe dovuto trasferire nella villa reale e avrebbe dovuto servire il re e la regina come solo un cane fedele avrebbe potuto fare.

Un mese dopo, ovvero giorno della partenza definitiva, Lucas se ne andò con uno sguardo fiero in volto, sua madre non avrebbe dovuto più patire la fame dato che avrebbe inviato dei soldi con cui mantenerla, ma soprattutto fiero per il grande incarico che avrebbe posseduto.
Ormai era cresciuto, sapeva che senza spargimenti di sangue non sarebbero arrivati a nessun compromesso, non ci sarebbe stata alcuna pace, il suo compito morale divenne "far versare il meno sangue possibile".
Lucas avrebbe combattuto la guerra con altra guerra.

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⏰ Last updated: May 19, 2019 ⏰

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