CAPITOLO 1

7 1 0
                                    

«Mamma, andiamo sui tronchi?»

I miei genitori si erano separati da poco e mia madre per farmi vivere l'infanzia nei migliori dei modi e per distrarmi da quell'assenza di un padre inesistente, la Domenica mi portava alle giostre. La ruota panoramica, le macchinine a scontro, i tappeti elastici... Un mondo di fantasia che mi faceva vivere in un sogno costante di favole, lontana - almeno credevo - dal male che si riversava nel mondo ogni giorno sotto qualsiasi forma possibile, astratta o concreta che fosse.

 Un mondo di fantasia che mi faceva vivere in un sogno costante di favole, lontana - almeno credevo - dal male che si riversava nel mondo ogni giorno sotto qualsiasi forma possibile, astratta o concreta che fosse

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Certo Giùgiù, mamma ti ci porta» così mi chiamava mia madre, "giùgiù". Una nanetta dai folti capelli neri, piena di energia e di voglia di vivere. E' bello quando si è bambini, guardi qualsiasi cosa con gli occhi innocenti di crede in una vita ricca di speranza, di risate e di giochi. Non esiste egoismo, invidia, gelosia... Si litiga per futili motivi, come un gioco rubato, e si fa pace subito dopo senza orgoglio, malizia, cattiveria. Mi piaceva essere piccola, coccolata e anche un po' viziata dai nonni che mi facevano da secondi genitori, eppure c'è sempre stata una parte di me che non vedeva l'ora di essere grande e scoprire il mondo. Se potessi tornare indietro, direi alla Giulia di cinque anni di non avere fretta, di gustarsi quei momenti pieni di pura felicità, perché crescendo quei piccoli particolari che ti rendono contento quando sei bambino si perdono e tu con loro. Purtroppo però non esiste una macchina del tempo, e rimpiangerò per sempre di non essermi goduta la tenera età, frettolosa di vivere una vita che adesso non vorrei.

Sono sempre stata una bambina intraprendente e determinata, pensavo di poter salvare il mondo, mi sentivo la super-eroina perfetta, ero brava a scuola e facevo mille attività extra, mi piaceva tenermi impegnata. Essere al centro dell'attenzione era fondamentale per me, mi serviva per dimostrare agli altri e a me stessa che valevo, che ero importante tanto quanto gli altri. L'altruismo, la generosità, la gentilezza e la lealtà erano le mie caratteristiche principali nei rapporti con gli altri, che fossero compagni di scuola, maestre, bidelle o gli amici di nonna e nonno. Crescendo molte di queste qualità sono andate perse, o semplicemente ho deciso di rinchiuderle nella mia scatola personale, una scatola che custodisce la parte più bella di me in modo da non farla rovinare, perché questo mondo non è pronto per l'innocenza e se mai dovessi aprire la mia scatola, la società ci metterebbe due secondi a farmi a pezzi e non posso permetterlo, ma questa è una storia che vi racconterò più avanti.

«Buongiorno nonna! Che mi metto oggi?» i miei occhi erano ancora mezzi chiusi, ancora pasticciati dal sonno da cui mi ero appena svegliata. Il letto di nonna era bello grande eppure mi sentivo protetta avendola al mio fianco tutte le notti. Le coperte profumavano di sapone di Marsiglia ed erano ancora tutte arrotolate perché durante la notte scalciavo e mi muovevo di continuo. Nonna era lì, con il suo sorriso e il suo vestito blu con i fiorellini bianchi, mi guardava e dai suoi occhi si poteva vedere quanto amore avesse per me. «Ti ho comprato questa tuta al mercato, ti piace?» era rosa come piaceva a me e la misi subito, ero al settimo cielo.
Esaltata, come ogni mattina, mi preparai lo zaino, mi vestii con l'aiuto di nonna e poi andai in salone, per avvisare nonno che ero pronta ad andare a scuola.
«Nonno, nonno! Andiamo? Io sono pronta.», lui si tolse le cuffie e spense la tv dopo aver guardato il telegiornale come tutte le mattine, «Giulietta, Giuliettina, è sempre la più carina... Andiamo!» si alzò dalla poltrona, ripose i suoi occhiali e si mise la giacca. Diceva sempre quella frase, mi rendeva felice con poco, sapeva sempre come tirarmi su di morale quando ero triste e mi faceva sentire una principessa.

Vorrei poter fare lo stesso adesso con lui, eppure non ho più la spontaneità di quei tempi ormai andati, e questo fa male, perché ti senti impotente verso una malattia, la depressione, che è difficile da sconfiggere e che ti fa paura
.

Misi il giacchetto anch'io e mano nella mano ci dirigemmo verso la porta di casa.
«Fai la brava, mi raccomando! Buona scuola, ci vediamo a pranzo. Ti faccio gli spaghetti al pesto, ok?» chiese nonna prima che uscissimo. «Certo nonna, grazie. Ciao!» e con la mia solita vocina e il mio passo saltellante uscii fiondandomi sulle scale. 

La mia scuola era a cinque minuti a piedi da casa di nonna

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La mia scuola era a cinque minuti a piedi da casa di nonna. Durante il tragitto mio nonno cercava di insegnarmi sempre cose nuove e facevamo il nostro gioco preferito: lui mi chiedeva che verso facesse un determinato animale e io rispondevo dicendogli prima il verbo e poi il suono. «Come fa il cavallo?» chiedeva, «Nistrisce! Ihihih» rispondevo. E così via: il topo squittiva, la pecora belava, il cane abbaiava, finché non arrivavamo al coccodrillo e partiva la mia vocina che canticchiava la canzone "Il coccodrillo come fa?".

Ci divertivamo io e nonno. Litigavamo spesso perché lui voleva che mi mettessi il giacchetto anche quando c'erano 40° all'ombra, ma io gli volevo tanto bene e facevamo pace subito dopo. Un amore incondizionato verso qualcuno che rappresenta la tua fortezza, la tua salvezza. Tutt'oggi è così, basta uno sguardo per ricordarci dei bei vecchi tempi, quelli in cui camminavamo al parco insieme per ore, dove andavo in bici insieme e poi raccoglievamo i pinoli. Ricordi che portano con loro gioia e malinconia infinite, che vorrei poter rivivere anche solo per un minuto. Ma non si torna indietro e possiamo solo migliorare il domani.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 13, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

BOX - Vivere in una scatolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora