FOR ALL WE KNOW, WE MIGHT NOT GET TOMORROW

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Saturday, 30th August 2014

POV KRISTEN

"Un'altro mojito per favore." Il barista mi accontenta nel giro di dieci secondi. Mi sono sempre chiesta quanto allenamento ci voglia per diventare così veloci e lanciare bottiglie da una mano all'altra senza farle schiantare tutte a terra. Lascio i soldi, prendo il mio bicchiere e mi allontano dal bancone. Non ci credo che è già finita l'estate, tra due settimane ricomincia la scuola e la solita stressante routine. Adesso però non ho voglia di pensarci, è la festa di fine estate, su questa spiaggia ci sono tutti i ragazzi di San Francisco che assaporano l'ultima sensazione di libertà estiva tra alcool e musica a palla, dovrei lasciarmi andare anche io.

"Ehi bambolaaa, vieni con i nostri amici" ecco appunto, dovrei, ma la presenza appiccicosa e morbosa di Marcus mi urta altamente il sistema nervoso.

"Mark ti ho detto di lasciarmi in pace, lo sai che non mi va di stare con te e i tuoi amici quando siete ubriachi."

"E tu sai che non mi va che la gente pensi che possa guardarti perché non sa che sei la mia ragazza, quindi voglio che tu stia con me per controllarti." Oh Cristo, quanto vorrei tirargli un pugno in piena faccia? Ma come cazzo faccio a starci insieme? Continuo a domandarmelo ogni santo giorno ma so benissimo il perché. Ho bisogno di un fidanzato come ogni ragazza di diciassette anni, ma non voglio affezionarmici e con Marcus non corro questo pericolo. Ora però me lo devo levare di torno o commetterò un omicidio, ma ubriaco com'è non credo ce ne sia bisogno.

"Ehi Marcus ti stanno chiamando!" gli urlo.

"Resta lì." Ovvio. Appena si gira mi getto nella mischia di gente che balla, e mi faccio spazio con spinte e gomitate. Meno male che alla festa di fine estate a San Francisco ci sono sempre tantissimi ragazzi, sarà difficile che mi ritroverà.

Un gruppetto comincia a farsi spazio tra la folla facendo in modo che la gente si disponga a cerchio intorno a loro per potersi esibire e mettersi bellamente in mostra, così vengo travolta da decine di corpi che indietreggiano e mi spingono finché il mio mojito si rovescia su qualcuno. Perfetto, ora oltre a dovermene comprare un altro mi dovrò sorbire anche l'incazzatura del proprietario di questa maglietta bianca, che sarà sicuramente ubriaco. Alzo lo sguardo e i miei ormoni cominciano a ballare la samba davanti al fisico di un dio geco. Quando mi obbligo a concentrarmi sul suo volto, però, vengo assalita dall'impressione di averlo già visto. Odio questa sensazione, quella che si genera quando hai già sentito una canzone ma non riesci a collegarla al titolo, quando vedi un attore ma non ricordi il film in cui l'hai visto recitare, quando sai di aver sognato qualcosa che ti rendeva felice ma non sai cosa, quando ti viene in mente un frase ma non il libro in cui l'hai letta, quando hai l'impressione di conoscere qualcuno ma proprio non capisci il perché. Il tuo cervello l'ha già registrato e c'è una parte remota di esso che sa il titolo di quella canzone, il nome di quel film, l'immagine di quel sogno, la copertina di quel libro e dove e quando hai visto quella persona. Ma non te lo vuole dire. Così ti ritrovi a serrare le palpebre e pensare e ripensare, scavare nei tuoi ricordi offuscati finché non diventano nitidi. Ma non ci si riesce sempre. Infatti per quanto mi concentri non riesco proprio a capire dov'è che ho già visto questo ragazzo.

"Oltre a essere cieca sei anche sorda per caso?!" Sorda? Ora che cazzo vuole questo. "Scusa?"

A devastated heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora