Capitolo 1

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•13 ottobre 2003•

Quella stanza era davvero troppo fredda. Ma non era quel freddo che ti fa venire i brividi. Quello ti faceva gelare il sangue nelle vene. Chiuse gli occhi sperando di riaprirli e trovarsi da qualche altra parte. Ovunque. Ma non li. Riaprì gli occhi di scatto. Si guardò intorno per l'ennesima volta, come per cercare una via di fuga. Ma era ovvio che non c'erano vie di fuga. Quella stanza era a prova di pazzi. Prese la vecchia coperta nell'angolo e se l'avvolse intorno al piccolo corpo. Ma non servì a nulla. Il gelo continuava a infilarsi nelle sue vene. Ormai le sue mani erano diventate bluastre. I lunghi capelli scuri le coprivano il volto, mentre lei cercava di risvegliare tutte le parti del corpo.

"Non possono farmi morire congelata" pensò. "E invece si che possono. A loro non frega niente di me. Non gli servo a nulla. Sono solo una stupida bambina". D'un tratto la porta si spalancò.

-Forza signorina! Il dottor Mulkoff la sta aspettando!-. Fece un ghigno orrendo mostrando tutti i denti gialli.

- Spero di non doverti costringere a venire con la forza! Sai...- prese una frusta e la mise davanti alla bimba- ... non mi piace picchiare le bambine.

•24 novembre 2014•

- Dimmi che stai scherzando!!

- Fratello, ti GIURO che è così! E ricorda che è tutto merito mio

Lo abbracciò saltandogli addosso.

- Sei IL MIGLIORE Matthew!

- Ehy Peter vacci piano con le effusioni!

Scoppiarono a ridere e si avviarono per la strada deserta verso casa.

- Quindi il concerto inizia alle 18. Dobbiamo andare li qualche ora prima in modo da prendere i posti.

- Non posso ancora credere che lo vedremo!! Cioè saremo nello stesso luogo di Eminem!! Ma non ci voglio pensare!

- Giuro che se non la smetti di sclerare ti faccio arrivare direttamente in ospedale.

Peter scoppiò a ridere.

- Ma se non ce la fai nemmeno a sollevarmi!

E a quel punto Matthew lo prese per le gambe e lo trascinò via.

- Mollami stronzo!

- Dici la frase: il mio migliore amico è il miglior figo del mondo e ti lascio.

- Ohh Matthew! Sei così FIGO che non sai cosa vorrei farti- disse Peter con voce femminile.

- Che coglione.

Scoppiarono a ridere e continuarono a parlare di tutti i preparativi per il giorno dopo.

◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆

- Andiamo ma'!!! Io DEVO andarci!! È il mio sogno da tutta la vita!

- La tua media a scuola non è salita...

- MA NON È NEMMENO DIMINUITA!!

Stava per ribattere ma qualcuno la precedette.

- Abbassa il tono ragazzo.

Si voltò e vide un uomo sulla sessantina che lo fissava divertito.

- John, potresti spiegare a tuo figlio che non può andare al concerto?- disse la madre con tono scocciato.

- E lascialo stare a sto ragazzo! Forza Peter! Fila in camera tua. È meglio se vai a dormire presto, così non rischi di addormentarti durante il concerto.

Gli fece l'occhiolino e lui corse in camera sua. Il padre l'aveva aiutato ancora una volta. Lo ringraziò mentalmente e si stese sul letto. Quando si addormentò, era certo che avrebbe sognato Eminem e il concerto. Ma non fu così.

Si trovava in una stanza di un laboratorio. Era completamente vuota. Si guardò attorno quando qualcuno spalancò la porta. Lui rimase fermò sperando di non essere visto. Un uomo possente controllò velocemente la stanza e fece segno agli altri di entrare. Entrarono altri e due uomini, ma questa volta non avevano niente di umano. Il loro corpo era pieno di cicatrici e la faccia completamente sfigurata. Tra di loro c'era una ragazza. Era scheletrica e i lunghi capelli neri non facevano altro che mettere in risalto la sua pelle bianca. Teneva la testa china e sembrava non prestare attenzione a quello che facevano gli altri. I due uomini la afferrarono per le braccia e la stessero su un lettino, e poi la legarono. L'altro prese un coltello. La ragazza era terrorizzata. Lui continuò ad osservare la scena. E quando l'uomo alzò il coltello, lei voltò la testa verso il ragazzo. I loro sguardi si incrociarono. Il coltello si abbassò. E con l'ultimo alito di vita, disse: "T-t-egr-rof".

Peter si svegliò urlando. Era completamente sudato e stava tremando. Accese il cellulare. Le tre e quindici.

"È stato solo un sogno. Solo un cazzo di sogno".

Si andò a sciacquare la faccia in bagno e si ritornò nel letto. Ma non riuscì a prendere sonno. Continuava a pensare a quella parola. Tegrof. Perché l'aveva detto? Che senso aveva?

"Ma era SOLO un sogno!! Non deve avere senso!!".

E continuò a ripeterselo, cercando di chiudere gli occhi, ma ogni volta che lo faceva, quella parola gli usciva davanti. Tegrof, tregrof, tregrof. Ma che voleva dire?!?! Iniziò a fissare il soffitto, cercando qualcosa su cui concentrarsi. Ma riuscì a vedere solo quel bianco così accecante. Prese il cellulare e scrisse su Google tegrof. Ma ovviamente la ricerca non portò risultati sensati. Non sapeva più che fare. Non riusciva a dormire con quella parola senza un apparente significato. Chiuse la ricerca e digitò un numero. Dopo tre squilli una voce assonnata e scocciata rispose.

- Si?

- Matthew ho un problema! Mi devi aiutare!

- Non ci credo... hai un cadavere da nascondere vero?

- Puoi essere serio per cinque minuti??

- Amico... sono le quattro di notte. Qual è questo grande problema??

- Non prendermi per deficente... ma ti dice qualcosa la parola tegrof?

Rimase in silenzio per quella che sembrò un'eternità.

- Di questo ne dobbiamo parlare di persona.

E attaccò. Provò a richiamare ma aveva spento il telefono. Il ragazzo scaraventò il telefono sul pavimento e si mise nel letto. Ma non riuscì a chiudere occhio nemmeno per qualche minuto

NEW STORY, NEW LIFE

Ciao ragazzi!! :)  ecco a voi...

La mia nuova storiaaaa *-*

Ditemi se vi piace ^-^♥

Ciaooo :*

Sorry, but this is meWhere stories live. Discover now