5. Lenzuola fredde

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È notte.

Ha piovuto tutto il giorno.

Chissà dov'è Alberto.

Oggi è stato tutto molto strano, talmente strano che, tra sonno e veglia, mi chiedo ancora se è successo davvero.

Alberto mi ha cercato. Mi ha detto che gli manco. Ha dipinto la nostra relazione in una canzone dalle parole purissime.

Non avrei potuto chiedere di meglio.

Eppure, davanti alla realtà dei fatti, mi sono chiusa a riccio. Tutto il dolore provato al capolinea della nostra storia è tornato a galla, forte e prepotente. Il dolore di quella ragazzina impacciata che tentava di cantare invano Io che amo solo te di Endrigo tra i singhiozzi e lo sguardo perplesso del maestro Perris, il dolore di quella ragazzina triste che faceva la vaga quando Rudy le chiedeva cosa ci fosse che non andava, chiamando quel dolore "problema personale" quando l'unico modo per chiamarlo sarebbe stato "Alberto".

Il dolore di quella ragazzina fragile che aveva capito di amarlo solo dopo averlo perso.

Non riesco a dormire.

Mi giro e rigiro nel letto e penso ad oggi. Quando avevo invitato Alberto qui nel mio appartamento per la storia del caricabatteria, avevo immaginato di pranzare con lui, provando a cucinare qualcosa insieme. Avevo immaginato che avremmo passato il pomeriggio insieme a suonare e cantare, che poi avremmo ordinato una pizza per cena e poi avremmo ricominciato a cantare, per tutta la sera. E poi magari ci saremmo addormentati insieme su questo letto, che stanotte mi sembra talmente grande che potrei perdermici dentro.

Mi viene da pensare alla prima volta che abbiamo dormito insieme.

Stringo la fodera del materasso tra le mani mentre ricordo ogni dettaglio, come fosse ieri.

***

Questa settimana è stata molto particolare.

Io ed Alberto abbiamo dovuto preparare un nuovo duetto, stavolta sull'Ave Maria. Per me è stata una prova impegnativa, particolare e sicuramente molto distante dal mio mondo musicale, ma è stata anche molto emozionante. Lui mi ha aiutata moltissimo e ha fatto di tutto per mettermi a mio agio. Ho avuto anche una specie di crisi e per la prima volta Alberto mi ha vista piangere, ma poi è stato molto dolce nel rassicurarmi e a farmi capire che, anche stavolta, saremmo andati alla grande.

Il nostro rapporto si è fortificato ulteriormente.

Ho addirittura sviluppato una fissa per la sua felpa, quella di Amici. Quando la lascia da qualche parte in sala relax, la rubo e la indosso, sempre. La mia mi va un po' stretta mentre la sua è bella larga e quindi è più comoda. Almeno questo è ciò che dico ad Alberto quando mi chiede come mai lo faccio e che dico anche a me stessa per autoconvincermi che non ci sia un altro motivo. Però, stranamente, non prendo mai la felpa di qualcun altro che non sia lui.

Inoltre, da quella sera in cui mi ha abbracciato davanti alla porta della mia stanza, ha iniziato a farlo spesso. D'altra parte, me lo aveva detto che non mi sarebbe stato lontano. I miei atteggiamenti sulla difensiva non l'hanno intimorito, anzi, tutto l'opposto. Mi saluta abbracciandomi, ogni mattina quando mi vede e ogni sera prima di andare a dormire. A volte mi stampa anche qualche bacio sulla guancia, sulla fronte, sulla tempia o dove capita. E devo dire che mi sento molto più a mio agio adesso, tanto che ricambio i suoi piccoli gesti. È capitato addirittura che fossi io a cercarlo per prima. E, per come sono fatta io, è davvero insolito.

Come la Pioggia sul VetroWhere stories live. Discover now