Capitolo 27

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Andarono in macchina fino all'appartamento di lei. Già poco dopo l'inizio della cena Ida aveva deciso come si sarebbe conclusa la serata. Leonardo dal canto suo sentiva crescere il desiderio, lei era davvero molto attraente. Da principio Ida pensò che lui sarebbe stato troppo impaziente e appassionato perché appena entrati, ancora in piedi nel piccolo ingresso, lui l'aveva stretta e baciata con violenza. Lei ebbe un gemito mentre le accarezzava i seni continuando a stringerla. In quel momento le balenò in mente un pensiero cinico: "ho visto questa scena altre volte, lui è così preso dalla mia bellezza che praticamente mi violenta e cinque minuti dopo è nel letto che dorme russando". Si sottrasse ai sui baci e allontanandolo leggermente lo guardò negli occhi. Profondi, languidi. No, lui non è così. E la passione si riaccese. Questa volta non sarà così. Gli prese la mano e lo guidò nella sua camera da letto. Si sedette sulla sponda del letto matrimoniale e si sfilò le scarpe. Leonardo rimase sulla porta a guardarla. Ida alzò gli occhi su di lui «spogliati» disse mentre si sfilava la camicetta.

Lui spense la luce.

Restò perplessa, ma continuò a spogliarsi. Lui si infilò nel letto, lei scivolò tra le lenzuola curiosamente colpita che lui volesse fare l'amore al buio, mentre una domanda si formava nella sua mente: chi era realmente quest'uomo? Sembrava un uomo un po' goffo e all'apparenza nervoso, ma sicuro di sé e stranamente forte dentro. Chissà come si sarebbe comportato a letto un tipo così?

Lui la baciò, questa volta gentilmente, lei, accarezzò il suo corpo forte e dischiuse le labbra ai suoi baci. Dopo un'esitazione lui rispose e lei capì che non aveva baciato così da molto tempo e stranamente questo l'eccitò ancor di più.

La sfiorava con tenerezza ora, con la punta delle dita, esplorando il suo corpo quasi con stupore. Le sue carezze non avevano nulla dell'abilità meccanica a cui era abituata dalle relazioni precedenti, sembrava come se la stesse in qualche modo venerando.

Arrivò con le dita sul capezzolo turgido «i tuoi seni sono meravigliosi» sussurrò Leonardo avvicinandosi a baciarli. Accarezzando con la lingua l'aureola del capezzolo.

La sensazione scatenò in lei con vividezza, il ricordo dell'incubo che aveva avuto: l'uomo senza volto che le prende il capezzolo fra le labbra umide e calde e che lo stacca a morsi... Cercò di controllarsi, di non pensare, di ritornare da lui.

Lui continuava e lei lentamente si rilassò.

Erano preliminari teneri e pieni di gentilezza e lei con delicatezza riprese ad accarezzarlo

L'incantesimo sembrava funzionare perché, mentre lei si lasciava andare, lui improvvisamente sembrò più sicuro e deciso, facendola immergere finalmente nelle sensazioni di piacere: la ruvidezza della sua pelle, l'odore maschile che emanava, il tocco delicato e deciso delle sue mani. Sentì che tutti i muscoli si irrigidivano preparandola a resistere a quell'aggressione sessuale che sentiva sarebbe arrivata. Ma l'aggressione non ci fu, non ancora e Ida era sempre più destabilizzata e desiderosa. Lui era sorprendentemente abile e lei si stupì di sentire i capezzoli duri come sassolini. Si sentiva sempre più eccitata mentre lui accarezzandola continuava a scendere. Le sue labbra soffici scivolarono lungo lo stomaco tremante di lei. Sul ventre. Una mano accarezzava i contorni delle sue cosce e, finalmente lui insinuò la faccia tra le sue gambe. Ida lanciò un gridolino quando sentì la punta della sua lingua che le sfiorava il suo centro pulsante. Istintivamente chiuse le gambe per proteggersi ma riuscì solo a imprigionarlo. Agitò in modo convulso la testa sul cuscino mentre lui continuava determinato. Poi, dopo un tempo che sembrò interminabile, lui si sollevò e salendo, finalmente entrò in lei. E a Ida, nonostante il buio, sembrò che lui sorridesse di soddisfazione.

***

Erano sdraiati nel letto che fissavano il soffitto buio.

Erano stati bene, ma stranamente nessuno dei due sapeva cosa dire. Rimasero così per un po' immersi nei loro pensieri e nelle sensazioni che avevano appena vissuto.

Poi improvvisamente Leonardo parlò

«Erano più di otto anni che non facevo l'amore con una donna»

Nel buio Ida spalancò gli occhi sorpresa «stai scherzando?»

Lui abbassò il tono della voce, sembrava quasi risentito «è la prima cosa priva di spirito che dici» era teso e lei lo percepì

«Hai ragione scusa» touché, se lo era meritata. Cercò di recuperare e girandosi leggermente sul fianco accarezzò il suo torace. Avrebbe voluto accendere la luce per vedere il suo volto, ma non le sembrava la cosa giusta da fare in quel momento «ma perché?» chiese con dolcezza

«Non lo so non riuscivo» ammise

Ida era stranita dalla sua ammissione e soprattutto dal suo modo di fare. Non sembrava affatto così sprovveduto.

Si avvicinò al suo orecchio «devo dire che non te la sei cavata male» sussurrò ancora nel buio immaginando il suo viso

«Credo che il merito sia anche tuo» rispose Leonardo lasciandosi trasportare dalle carezze leggere che lei gli stava facendo in quel momento. Si rilassò quasi in modo involontario.

Ida percepì che stava uscendo dal guscio, era sempre più rilassato. Fece scorrere la sua mano lungo i fianchi «sono stata davvero bene e sono felice che tu abbia voluto stare con me» forse non era la cosa giusta da dire e probabilmente nemmeno il modo ma voleva che lui sapesse che era stata bene davvero e non era per nulla pentita di quello che era successo tra di loro.

«Perché io?» chiese a bruciapelo Leonardo

«In che senso?»

«Sei una donna bellissima, potresti avere tutti gli uomini che vuoi, perché io?»

Sospirò «forse, semplicemente perché mi piaci»


L'ULTIMO TRENO DELLA NOTTEWhere stories live. Discover now