figlia del ghiaccio [percy jackson]

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Dopo averne sentito parlare così a lungo e così male da Alexandra, Jack si sarebbe aspettato come minimo una creatura sputafuoco con le zanne. Non si immaginava certo di potersi trovare davanti a un simpatico Signore di mezza età vestito con un completo pastello. Sembrava un padre come tutti, se non fosse stato per quello strano scintillio nei tempestosi occhi grigi che gli conferiva un' aria un po' da psicopatico. L'uomo lo invitò a entrare per una tazza di the, e Jack pensò fosse il modo migliore per iniziare una conversazione.

Varcò l'ingresso con passo deciso e appena entrò capì perché la sua amica, anni prima, era scappata dal quel posto.

La casa all'interno era tutto fuorché accogliente: il pavimento era sporco e molte piastrelle erano rotte o quantomeno sbeccate, i muri erano di un blu notte piuttosto inquietante e l'atmosfera non migliorava certo le cose. Forse l'uomo non aveva pagato la bolletta per il riscaldamento? Sembrava di stare al Polo nord! 

Si sedette su una scomoda poltrona di velluto e, sentendosi a disagio, iniziò a parlare della situazione al campo mezzosangue con il vecchio signore. A lui però non sembrava interessare molto l' argomento, si limitava a fissare Jack e sorseggiare pigramente il suo infuso dalla tazzina decorata a mano. Man mano che andava avanti con il discorso il ragazzo si sentiva sempre di più il sangue diventare ghiaccio nelle vene e inoltre una fredda brina stava calando nella casa, come stesse nevicando, ma dentro l'abitazione. Smise di parlare e posò il biscotto che stava mangiando, la mano in tasca in cerca del pugnale. 

"Sveglio per essere un mortale" una fredda voce dietro di lui lo fece sobbalzare. Era la voce di una donna, una dea. Chione si eregeva sopra di lui, in tutta la sua distaccata bellezza divina. La madre della sua amica, la dea che le aveva distrutto la vita e allo stesso tempo l'aveva salvata salvata dalla morte. Jack si rese conto del rischio che stava correndo e, come in trance,  si alzò dalla poltroncina per cercare di scappare verso la porta. Il tentativo si rivelò inutile e la fuga fece arrabbiare non poco Chione che prese il ragazzo per il colletto della Polo e lo trascinò via con se in un turbinio di neve, lasciando la casa completamente ghiacciata.