XLII~ «Buongiorno, mia Belle»

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È un tonfo sordo accompagnato da un mugolio ciò che mi sveglia.

Le mie palpebre sfarfallano, prima di aprirsi definitivamente, e i miei occhi si guardano attorno, la vista appannata dal sonno e dalla mancanza degli occhiali.

-Mh?- biascico, prima di notare Eric Falcinelli seduto a terra che si massaggia la testa mentre guarda in cagnesco Luca, che con le braccia incrociate e la vena che pulsa sulla forte mi fa un po' paura.

Il fatto che Eric sia senza maglietta, la quale giace ancora sul pavimento, non fa che contribuire all'espressione arcigna di Luca.

-E lui che ci fa qui?- mi ringhia contro, accennando ad Eric.

-Be', ieri sera mi ha accompagnata qui e...- comincio lenta e assonnata, prima di venire interrotta.

-Sì, lo so. Avete lasciato a piedi i vostri amici, e li ho dovuti scarrozzare ognuno alla rispettiva abitazione. Quel tuo amico, Alessandro, era furioso.- ci informa Luca, con tono rabbioso.

-E perché è senza maglietta?- insiste Luca, prendendo a battere il piede a terra.

Eric mi guarda negli occhi, lasciandomi affrontare la furia di mio fratello da sola.

E pensare che è stato proprio mio fratello ad insistere perché mi innamorassi di Falcinelli.
Coerenza zero.

-Uh, be', faceva caldo...- mento spudoratamente.

Mio fratello inarca un sopracciglio, mentre il piede batte più velocemente.

-A gennaio?- sottolinea, costringendomi a mordermi il labbro per non scoppiare a ridere.

-Be', sai, ha i calori...- mi invento, cercando di ignorare l'espressione tra l'oltraggiato e lo stupefatto che ha Eric.

-Tsk...-

-Tu, bellimbusto, rivestiti. E ringraziate il fatto che sia stato giovane anch'io. Vi aspetto giù.- si congeda Luca, decidendo di lasciar perdere.

Lo osservo andarsene via per poi scoppiare a ridere a causa dell'espressione sbalordita di Eric.

-Non avrai pensato sul serio che avrebbe fatto qualcosa!- lo derido, scendendo dal letto.

Eric mi sorride inclinando la testa, con i capelli adorabilmente arruffati e i vestiti —quelli che gli restano— terribilmente stropicciati.

-Be', so che sei l'ospite, ma se permetti vado a farmi una doccia. Non mi sono nemmeno struccata.- gli anticipo, dirigendomi verso la cassettiera e tirando fuori gli indumenti necessari.

La testa di Eric spunta dalla mia spalla, osservano con un sorriso sghembo e allusivo la mia biancheria.

Chiudo il cassetto con uno scatto, facendogli distogliere l'attenzione dal completo di pizzo regalatomi da Jasmine un po' di tempo fa.

-Se vuoi possiamo fare la doccia insieme.- propone, con un sorriso angelico ma lo sguardo del peccato.

Questa frase è più vecchia di mia nonna, ma sempre attuale.
Cliché.

-Staremmo stretti.- replico, dirigendomi verso la stanza di Luca per recuperare una qualche tuta da prestare al povero pervertito.

Vengo strettamente tallonata, mentre con i suoi occhi azzurri mi esplicita come la proposta sia valida.

-E che ci sarebbe di male? Mi piacciono le cose strette.- dice, allusivo.

-Tesoro, stai arrivando a livelli di perversione che non riesco ad affrontare di mattina.-  sospiro, tornando in camera e posandogli la tuta di Luca sul letto.

Mi volto, pronta a ribadire la mia decisione, ma me lo ritrovo a due palmi dal naso, e la mia risoluzione si seppellisce.

Mah, effettivamente la doccia non è poi così stretta.

Mi fa un sorriso furbo, chinandosi a baciarmi la punta del naso, facendomi arrossire.

-Buongiorno, mia Belle.- mormora infine.

-Buongiorno...- dico in risposta, disorientata.

Restiamo a fissarci negli occhi per attimi che si protraggono all'estremo, e cerco con tutta me stessa di non pensare a ieri sera e a quello che è accaduto —e che stava per accadere.

-La colazione sarà pronta tra cinque minuti- urla Luca dalla cucina, facendomi tornare con i piedi per terra.

Indietreggio di un passo e sorrido ad Eric Falcinelli, prima di defilarmi in bagno prima che possa dire qualcosa.

E sotto la doccia scopro come i miei pensieri virino in una direzione ben precisa che tuttavia preferirei evitare.

Il pentimento per essermi fermata ieri mi opprime, quasi.

Insomma, mi rendo conto che tutto ciò potrebbe finire domani, se non oggi stesso, ma almeno avrei fatto qualcosa!

Se tutta la scuola aspira così ardentemente alle attenzioni di Eric ci sarà un perché.

Certo è, però, che adesso non posso andare lì a dirgli "Sbattimi come una porta" o qualcosa del genere, perché ho bisogno della mia dignità e perché non c'è l'atmosfera giusta.

Finisco la doccia in più tempo del previsto, e sono costretta a vestirmi in fretta.
Perciò, quando esco dal bagno,vado direttamente in cucina, dove trovo Eric intento a masticare allegramente i cereali.

Afferro al volo la tazza fumante di caffè, preparata da Luca, dopodiché mi accomodo sulla sedia di fronte ad Eric.

-Che hai intenzione di fare oggi?- mi domanda lui, dopo aver deglutito una quantità consistente di cereali.

Faccio spallucce, sorseggiando il caffè.

-Mh, non so... probabilmente resterò qui e guarderò un film.- rispondo, inclinando la testa, curiosa.

Che intenzioni hai?

-Vorresti venire con me? I figli della gente importante si riunisce per augurarsi buon anno, e non reggersi da solo.- mi propone.

-Vuo-vuoi dire i colleghi di tuo padre?- domando, incerta, memore della terribile esperienza.
Che tuttavia ha sottolineato la mia gloria.

-I loro figli. Molti di loro sono tranquilli, e non vogliono avere nulla a che fare con i loro genitori. Verrai?-

Allunga una mano verso di me, con il palmo verso l'alto.

Dove ho visto una situazione simile?
Ah, sì, in Aladin.
Be', se si aspetta che cominci a cantare si sbaglia.

-Va bene. - accetto tuttavia, posando esitante la mia mano sulla sua.

Lui stringe la presa, con un sorriso a dir poco euforico, che mi contagia inevitabilmente.

Sono di nuovo pronta ad affrontare le diversità che ci separano.

-Ehi, stronzetti. Il vostro amico è alla porta, infuriato, ed io di certo non ho intenzione di placare la sua furia.- spunta ad un tratto mio fratello, ancora visibilmente nervoso.

Pochi secondi dopo, Alessandro entra in cucina con gli occhi scuri e infuriati.

Io e Falcinelli ci guardiamo con gli occhi spalancati e leggermente terrorizzati.

Poi Eric fa la cosa più stupida che si possa fare davanti ad un predatore.
Si dà alla fuga.

Scappa in salone, ma Alessandro lo insegue come un cane, finché non lo assalta facendolo cadere.

Corro verso il salone, dove i due si stanno rotolando a terra come due cretini, picchiandosi con i cuscini.

La mia mano raggiunge il mio viso autonomamente, e me la schiaffo in faccia con un sonoro facepalm.

Buongiorno, mondo.

Visto e rivisto 💕Where stories live. Discover now