✤ Il ballo delle incertezze ✤

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"Ho perso tempo per guardarmi dentro e
Ho sistemato qualche mia abitudine
Ma poi la sera che arrivava ed io
Mi chiedevo dov'è il senso
Se c'è un senso a tutto questo"

Finalmente, la sera del Gala era arrivata. La aspettavamo tutti con trepidazione da settimane. Il Gala, una festa che tenevano tutti gli anni per sponsorizzare i locali, la musica e perfino gli atelier di abiti per i diciottesimi; la serata a cui erano invitati tutti i quasi-diciottenni della città.
Per la prima volta, ci eravamo sentite delle liceali come quelle dei film americani, tutte intente a parlare di cosa avremmo indossato, come ci saremmo truccate, e soprattutto con chi saremmo andate.
"Con chi vai?" Mi avevano chiesto i miei amici o semplicemente i curiosi, anche se l'accompagnatore non era necessario.
"Con nessuno" rispondevo puntualmente, "saremo tutti in gruppo e ci divertiremo da morire!" continuavo poi ridendo e deviando il discorso.
Eppure, per tutte quelle settimane non avevo fatto altro che fantasticare su di te, su di noi. Da quando a ricreazione avevi proposto che ti saresti vestita da ragazzo e che mi avresti accompagnata. Lo so che era solo per scherzare, e che il dress code non avrebbe mai permesso una cosa del genere. Eppure da quando mi avevi fatto quella proposta, da quando ti eri inginocchiata nel mezzo del corridoio della scuola facendomi un baciamano degno di una scena da film, non avevo pensato ad altro. Saresti stata tu il mio cavaliere, non avrei comunque voluto avere nessun altro al mio fianco che non fossi tu.
Anche se ti eri presa una cotta per un ragazzo, anche se avevi un sacco di crush per altre ragazze.

Pochi giorni prima del Gala, vi avevano riferito che i nominativi della vostra classe non erano stati comunicati e che per ragioni di sicurezza, non potevate entrare, perché i posti a disposizione erano terminati. Ero molto triste, ma mi ero rassegnata all'idea che voi non ci foste.

La sera del gala mi sono sentita veramente un'adolescente. Mi sono preparata con tutta la calma del mondo, accendendo lo stereo e mettendo a tutto volume le vecchie canzoni romantiche di Baglioni, sognando amori di altri tempi. Mi sentivo veramente bella nel mio vestito da sera lungo, e a mio agio. Tacchi alti, capelli sciolti, trucco leggero e lenti a contatto.

Io, sempre ritardataria, per la prima volta sono arrivata in anticipo, ed ho dovuto aspettare che il mio gruppo arrivasse.

"Ho perso tempo per guardarti dentro e
Ti ho dedicato il cuore tra le pagine
Ma poi la sera che arrivava ed io
Mi chiedevo dov'è il senso, se c'è un senso a tutto questo"

Non mi aspettavo di vederti. E appena ti ho intravista tra la folla, il cuore ha preso a battermi più forte. O forse ho sentito prima il tuo profumo, ormai lo sento ovunque.
Alla fine, mi ha raccontato una mia compagna quando avevo casualmente chiesto di voi, i biglietti li avevano trovati chiedendo conferma della presenza e utilizzando quelli di chi si era prenotato ma non voleva o non poteva più venire. Ho dovuto fare uno sforzo enorme per restare con il mio gruppo e non correrti incontro.

Invece, poco dopo sei arrivata tu, insieme ad altre ragazze, amicizie in comune. Mi hai salutata in modo teatrale, scansando delicatamente l'altra ragazza che mi aveva appena salutata, e abbracciandomi. Abbiamo riso e abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno.

Eri bellissima. Di tanto in tanto, mentre parlavamo, gettavo qualche occhiata al tuo vestiario, senza che te ne accorgessi. Alla fine, alla faccia del dress code, avevi indossato una tuta nera che ti calzava a pennello e incorniciava le forme del tuo corpo come se ti fosse stato tagliato su misura; e i tacchi ti rendevano più alta di me di cinque centimetri buoni, nonostante li indossassi anche io. Avevi i capelli castani che cadevano sulle spalle in onde morbide, come se fossi appena uscita dal parrucchiere, e un trucco semplice che metteva in risalto i tuoi occhi grandi e creulei, anche se per quanto sono belli non hanno bisogno poi di così tanto per risaltare.
Ho pensato davvero che fossi bellissima, ti ho seguita con lo sguardo anche quando poco dopo ti sei allontanata con il tuo gruppo, ed io ho seguito il mio.
Ho pensato anche tante altre cose, mentre raggiungevo gli altri.
Per esempio, che forse stavo iniziando sul serio ad avere una cotta per te.
Ho pensato al nostro rapporto ambiguo.
Ho pensato che tutto ciò mi piaceva. Ma ho anche pensato a non pensare troppo, che quella serata non fosse fatta per farsi problemi, ma per divertirsi. Che mi sarei goduta la festa senza preoccuparmi troppo.

Il ballo delle incertezze || GxG [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora