capitolo 20

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Adam è rintanato nel suo ufficio ed io sono già alla mia seconda tazza di caffè.
Squilla il telefono.<Aiko sono Margaret il signor Well è arrivato e sta salendo.>
<Grazie>
Mi ero completamente dimenticata dell'incontro di oggi,mi avvio a passo svelto all'ufficio di Adam e gli comunico che il suo cliente sta arrivando. Non voglio incontrarlo perché se per telefono mi mette in agitazione figuriamoci di persona. Quando le porte dell'ascensore si aprono ,però non ho più alcuna via di fuga. Un uomo alto e magro e un altro più basso e stempiato,non so perché ma sono certa che il viscido sia proprio quest'ultimo,si avvicinano a me.
<Buongiorno signori.>
<Oh buongiorno a lei finalmente ho l'onore di incontrarla e devo ammettere che è ancora più bella di quanto avessi immaginato.> Non mi ero sbagliata era proprio lui .
Ripeto mentalmente a me stessa che non posso tirargli un calcio nei genitali e che devo essere professionale.
<La ringrazio. Prego seguitemi.>
Busso alla porta avvisando che gli uomini sono qui. La apro e prima di entrare sento una mano palparmi il sedere e dopo un attimo il vecchio stempiato mi passa di fianco con un sorriso terrificante sul volto. Chiudo la porta e non riesco a credere a quello che è successo. Nessuno si è accorto di nulla e a me viene da vomitare. Non si dice che con l'esperienza e l'avanzamento dell'età le persone diventano più sagge? Con questo tipo è successo l'esatto opposto. Vorrei andarmene per non vederlo quando l'incontro sarà finito,ma la mia razionalità prevale sull'istinto,non posso permettergli di condizionare la mia vita.
Resto alla mia scrivania guardando email e archiviando contratti,poi sento la vibrazione del mio telefono.
Amanda
"Tu sei la migliore amica del mondo. Ieri ho passato una serata stupenda"
Io
"Non mi dici niente di nuovo 😏Sapevo vi sareste trovati bene. Mi racconti tutto a pranzo?
Amanda
"Si ti aspetto alla reception.
Io
"A dopo"
Non vedo l'ora di sentire i particolari,il fatto che proprio io sia stata la loro Cupido mi rende euforica.
Sento il rumore di passi che vengono nella mia direzione e Jack accompagna i due uomini all'ascensore,poco prima di andarsene però il sognor Well mi dice.<È stato davvero un piacere. A presto.> facendomi l' occhiolino e provocandomi un conato.
I due entrano in ascensore e vanno via finalmente. Jack si appoggia con un braccio alla mia scrivania sorridente.
<Mi sembrava avessi detto che non avrebbe osato neanche guardarmi.>gli dico acida non so perché me la stia prendendo con lui,ma ho bisogno di sfogare la mia frustrazione.
Lui si allarma<Che cosa ti ha fatto?>
<Mi ha toccato il sedere.>
<Chi ti avrebbe toccata?>Non mi ero accorta che Adam ci avesse raggiunti e adesso mi guarda sospettoso. Cosa mi invento?
<Forse ha capito male,stavo dicendo a Jack che questa sedia mi fa venire male al sedere,vorrei proprio avere una poltrona come la sua.>Sono consapevole che è alquanto squallida come storia,ma su due piedi non mi è venuto di meglio e parlare di sederi con lui mi mette in imbarazzo. Resta fermo a scrutarmi e poi mi dice.<Stiamo andando ad un incontro di lavoro qui vicino,se hai bisogno chiama.>
<Va bene signore>
Finalmente l'ascensore parte e posso rilassarmi. Ultimamente la mia vita è un sali e scendi continuo come un eterno giro sulle montagne russe,quando penso che le cose stiano andando nel verso giusto ecco che si presenta una discesa profonda. Quando invece finisco nel baratro e ho paura di non riuscire più a salire ecco che ci riesco,e Adam è sempre nei miei pensieri sia nei momenti bui che in quelli felici.

Quando manca ormai poco alla pausa pranzo,sento il bip dell'ascensore segno che qualcuno sta arrivando ,ma appena vedo chi esce dalla cabina per poco non svengo. Mi assale il panico  mentre quel dannato Well avanza nella stanza  ed io sono completamente sola.
<Ha bisogno di qualcosa signore?> mi sforzo di non far trapelare la mia paura.
<Certo ho bisogno di te.>Viene dietro la mia scrivania con uno sguardo lascivo. Istintivamente mi allontano e tocco il mio telefono senza pensarci due volte faccio partire la chiamata a Jack.
<Signore la prego di allontanarsi.>
<Sai dalla prima volta che ho sentito la tua voce ho provato ad immaginarti e spesso mi sono ritrovato a masturbarmi pensando a te. Quando stamattina ti ho visto non ho capito più niente. Neanche nei miei sogni potevi essere così sexy.>
Il suo sguardo è gelido e ha un ghigno spaventoso. Questo non è solo un viscido è un vero maniaco pervertito.  Scavalco la scrivania e corro verso l'ascensore,ma lui mi afferra e mi spinge contro il muro. Con un gesto secco fa staccare tre bottoni della mia camicia mettendo in bella vista il mio reggiseno,con la lingua si bagna le labbra in segno di apprezzamento e un conato di vomito cerca di uscire dal mio corpo. Provo a liberarmi,ma nonostante sia anziano è davvero forte. Alla fine riesco ad allontanarmi,ma  lui con forza mi fa sbattere con la testa contro il muro. Questa inizia a pulsarmi e quando tasto la parte dolente ritrovo la mano sporca di sangue,la vista inizia ad annebbiarsi  e d'istinto chiudo gli occhi,ma non può succedere proprio ora se mollo adesso avrò scampo.
Sento un forte tonfo e sbatto le palpebre più volte per mettere a fuoco  . Jack è qui  e con una spinta ha letteralmente catapultato Well dall'altra parte della stanza.
<Stai bene?>Le sue mani grandi mi prendono il viso,il suo sguardo è davvero preoccupato e ha il fiatone.
Non faccio in tempo a rispondere perché vedo Adam uscire dall'ascensore. Quando vede la scena che ha davanti si ferma pietrificato. I suoi occhi guardano me,la mia ferita,la mia camicia strappata e alla fine si posano sul tizio accasciato al suolo. Dopo un attimo di smarrimento contrae le mascelle, serra i pugni e si avvicina a Well. Non l'ho mai visto così arrabbiato,e la paura di quello che possa fare mi da la  forza  di trascinarlo  nel suo ufficio afferrandolo per il polso.
<Devo andare di là! Devo ucciderlo.>dice scuotendo il capo,sembra un pazzo e i suoi occhi sono  terrificanti ,è accecato dalla rabbia e il fatto che lo sia perché qualcuno mi ha fatto del male mi rende felice.
<Tu non vai da nessuna parte,ci pensa Jack.>
Lui non risponde,avvicina la sua mano al mio viso e mi accarezza piano,dopo un attimo però si allontana.
<Torna a casa,ti pagherò l'Intero mese e se hai bisogno di soldi ti darò quello che vorrai.>
Non riesco a capire dove vuole andare a parare,che c'entrano i soldi in questo momento,poi ho lavorato solo qualche giorno,quindi...
Finalmente mi rendo conto di quello che vuole dire<Mi Stai licenziando?>
<Avevi ragione stando vicino a me ti farò solo del male>Mi risponde con sguardo assente.
Lo spingo con forza sul divano e gli punto un dito sul petto<Ascoltami bene, quello che è accaduto di là non è colpa tua,non sei stato tu a dirgli di aggredirmi e di certo non potevi immaginare che potesse farlo. Le mie due settimane di prova non sono ancora finite quindi nessuno ti dà il diritto di licenziarmi e poi sai che sono la migliore e che non troverai nessuna come me. Pensi che venga a lavorare perché mi diverta? È divertente avere a che fare con i tuoi sbalzi d'umore che neanche una donna con il ciclo riesce ad avere?
Ho bisogno di soldi e quindi ho bisogno di questo lavoro. Ora Jack mi accompagnerà a casa a cambiarmi e nel frattempo tu ti rinfrescherai le idee e tornerai ad essere l'Adam che conosco e non questo fantoccio che ho di fronte adesso. Ah e quando ti ho detto che eri un coglione l'altro giorno mi sono sbagliata,tu sei il re dei coglioni.> Nessuno mi aveva mai fatto infuriare tanto ed ho persino dimenticato di aver appena subito un'aggressione. Non mi piace vederlo in questo stato,sembra svuotato,privo di forza vitale. Mi allontano da lui e raggiungo  Jack che assisteva alla scena dalla porta. Del viscido Well non c'è traccia e con un sospiro di sollievo entro  in ascensore e  mi appoggio al muro priva di forze.

Arrivati al parcheggio sotterraneo salgo in macchina,appoggiando la testa sul morbido sedile e chiudo gli occhi. Mi sento davvero stanca.
<Come ti senti?>mi chiede Jack con voce preoccupata.
<Sono stata meglio.>
<Scusami.>
Apro gli occhi di scatto<Per cosa?>
<Perché avrei dovuto proteggerti e invece..>
<Non iniziare anche tu con questi sensi di colpa. Non potevi sapere che quello fosse un viscido bastardo.>
<Si ma tu mi avevi avvertito e poi ti ha toccato il sedere stamattina,avrei dovuto..>
<Non avresti dovuto niente,l'unico colpevole è quel Well quindi non ti accusare di nulla.>
Guardo la strada e non è quella di casa<Dove stiamo andando?>
<In ospedale dobbiamo far vedere quella ferita >
<Non è necessario è un graffio.>
Mi guarda supplichevole<Fammi almeno fare questo>Non posso rifiutarmi,so che è davvero preoccupato per me.

In ospedale iniziano a farmi i vari controlli,me la sono cavata con un leggero trauma cranico e qualche ora da passare qui per essere sotto controllo.
Non so neanche come sono arrivata in questa stanza.
La porta si apre ed entra la nonna.
<Tesoro come stai?>
<Tutto bene nonna,un graffietto.>
<Come è successo?.>
Non posso di certo dirle la verità,di sicuro mi metterebbe una guardia del corpo al mio fianco per quanto è apprensiva<Sai quanto sono imbranata,dopo essere inciampata sono andata a sbattere contro un tavolino.>
<Piccola mia devi fare più attenzione. Hai bisogno di qualcosa?>
<Si. Dato che per cena starò a casa mi aspetto che ci siano da mangiare tantissime cose deliziose,come dici tu il buon cibo cura ogni male.>dico sorridente,so quanto  gli ospedali le mettano tristezza quindi spero di riuscire a farla allontanare da qui.
<Va bene tesoro,mi ha chiamata Amanda e dice che sta arrivando,allora io vado a prepararti una sontuosa cena.>Mi da in bacio sulla fronte e se ne va.
Dopo neanche dieci minuti entra la mia amica con il fiatone<Si può sapere che hai combinato?>
<Si sto bene grazie. Sono inciampata e andata a sbattere contro il tavolino.>
<Pensi che io sia scema? So quanto tu possa essere imbranata,ma questo è troppo,quindi ti do due secondi per dirmi cosa è successo realmente?>
<Un cliente è venuto in ufficio quando non c'era nessuno e mi ha aggredita,spingendomi mi ha fatto sbattere violentemente contro il muro.>
<Chi è questo bastardo? Dimmelo che lo uccido con le mie mani.>inizia a sventolare pugni in aria.
<Non ti preoccupare non penso si avvicinerà più a me,tranquilla.>
Fa qualche respiro profondo e mi abbraccia,non volevo farla preoccupare. Qualcuno bussa alla porta e dopo aver detto"avanti" entra Jack con una busta in mano.
<Ehi cosa c'è li dentro?>
<Ti ho portato le schifezze che solo tu riesci a mangiare>
La prendo dalle sue mani e ne osservo il contenuto,c'è cioccolata di ogni tipo,sono felice come una bambina.
Quando alzo il viso li trovo a guardarsi come Romeo e Giulietta<Ehi ehi voi due siete venuti qui a trovare me,non ad amoreggiare con lo sguardo.>Amanda imbarazza va via dicendo di dover comprare dell'acqua.
Guardo Jack<Come sta Adam?>
<Non sei tu quella su un letto di ospedale?>
<Si lo so,ma era più sconvolto di me,sono preoccupata.>
<In realtà non so dove sia. Quando sono tornato in ufficio non c'era penso sia andato da Well.>
Scatto in piedi e sento un forte dolore alla tempia.
<Ehi non fare movimenti bruschi,stai tranquilla non farà niente di cui si possa pentire. Di sicuro però quell'uomo non oserá più avvicinarsi a te.>
<Lo spero>
Amanda ritorna con delle bottigliette d'acqua e tre bicchierini.
<Per la nostra convalescente della cioccolata calda,hai una vera ossessione per quella delle macchinette. >Ed è vero la adoro. Ne bevo un sorso,poi mi squilla il telefono.
<Pronto nonna?>
<Tesoro tutto bene? Amanda è arrivata?>
<Si è qui e c'è anche Jack.>
<Va bene allora chiedi se vogliono venire a cena qua,la loro compagnia ti farà bene.>
<Si nonna hanno già accettato.>
Stacco la chiamata.
<Che cosa avremmo già accettato?>Chiede Amanda.
<Di venire a cena da noi no?! Nessun no. Ormai è fatta.>

Finalmente sono distesa sul mio letto. La cena è stata spassosa,persino la nonna si è accorta che tra quei due c'è del tenero e la faccia rossa di Amanda era esilarante. Ogni volta che si parlava di loro,spostava la conversazione sui più assurdi argomenti. Ha parlato di un gattino trovato per strada,poi della politica e so che non l'ha mai seguita,alla fine si è arresa e imbarazzata rispondeva ad ogni nostra domanda con monosillabi. So che me la farà pagare,ma ne è davvero valsa la pena. In realtà dovrebbe ringraziarmi perché finita la cena sono andati via insieme a continuare la loro serata. Certo non come la mia che ha fine proprio adesso,chiudo gli occhi e non voglio pensare più a niente.

Imprescindibile Come L'amoreWhere stories live. Discover now