Chapter 1

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Mi voltai con un po' d’incertezza e mi resi conto che si trattava del quel ragazzo che prima si trovava steso sul divano. C-Ca-Cha, sfortunatamente non riuscii a ricordarmi il suo nome.
C: <*coreano* Scusami tu, non volevo metterti IO in imbarazzo>
Rivolsi un sorriso al ragazzo, perché fondamentale non capii una parola 1. perché come dissi poco prima nel loro appartamento non sapevo ancora bene il coreano e 2. perché era una certa ora ed il mio cervello non aveva intenzione di lavorare quindi nel dubbio sorrisi. Con fare delicato avvicinai la mia mano alla sua che stava ancora stringendo il mio polso per poi staccarla e per evitare altri inconvenienti decisi di non chinarmi; ma per evitar di sembrare scostumata decisi di salutarlo con la mano; controllati d'aver preso le chiavi e poi mi diressi nel mio appartamento.
Il giorno dopo o per meglio dire, poche ore dopo, la mia sveglia suonò facendomi ben capire che il primo giorno della mia nuova vita stava iniziando e con quello iniziava anche il mio nuovo lavoro. Mi alzai e mi diressi verso il bagno, ovviamente controvoglia però stranamente anche con un po' di felicità, mi guardai allo specchio e feci un piccolo sorriso: avevo i capelli scompigliati, delle bellissime occhiaie, la maglietta del pigiama tutta stopicciata e delle stupende schiocche rosee.
Nel mentre che mi stavo lavando come un flash mi ritornò in mente l'episodio di poche  ore prima
L:<(pensiero) bha, strano incontro, spero di non averli disturbati>
Quando finii di prepararmi presi le chiavi dell’appartamento, le cuffiette (le mie migliori amiche) e mi catapultai fuori. Mentre mi preparavo non mi resi conto dell’orario e solo quando mi ritrovai fuori e diedi uno sguardo al mio orologio da polso mi resi conto che erano le 6:35. A che ora avevo messo la sveglia? Molto probabilmente l’ansia del ritardo mi aveva fatto andare in paranoia da farmi impostare la sveglia molto probabilmente alle 4:15. Mi guardai un po' in torno e dal mio punto di vista per strada non c’era ancora un’anima, così decisi di sfruttare quell’occasione a mio vantaggio per fare un giro del quartiere anche perché ieri mi era stato praticamente impossibile considerando il viaggio ed il trasloco. Dopo che feci i primi passi e mi allontanai dall’entrata del palazzo in cui mi trovavo, cominciai a notare le prime persone che arrivavano presto per sistemare i loro negozi e gli spazzini che iniziavano a pulire le strade. Mentre facevo questo diciamo “giro di perlustrazione” mi resi conto che il mio occhio sia andò a posare su di un ragazzo che stava giocando a basket in un parco lì vicino. L’unica cosa che riuscii a notare subito fu la sua altezza anche perché era girato di spalle però poi si girò di poco nella direzione in cui mi trovavo e potei notare chiaramente i suoi occhi anche se non mi ero abbastanza vicina riuscii a vederli; non erano né troppi grandi ma nemmeno troppi piccoli, d'un marrone brillante; era davvero un bel ragazzo. Quando tentai d'avvicinarmi per poterlo ammirare da più vicino il mio telefono iniziò a vibrare, facendomi venire SI un infarto ma anche ricordandomi che dovevo andare a lavoro e che quella levataccia non era stata una corsa inutile; così mi ci incamminai ma prima d’ andarmene decisi di fere una foto al posto, giusto per ricordarmi e giro avevo fatto ma anche per ritornarci la mattina dopo sperando di rivedere il ragazzo misterioso (vi prego non prendetemi come Stalker grazie). Quando mi allontanai da quel posto dovetti ragionare un po’ di tempo prima di riuscire a capire quale fosse la strada giusta che avrei dovuto prendere per arrivare al negozio in cui avrei dovuto lavorare. (Il lavoro in questione era quello da cameriera in un piccolo bar vicino ad una grande azienda della quale non sapevo assolutamente niente).
Varcai la soglia del bar con un po' di paura ed ansia e mi salii ancora di pìù quando un ragazzo dietro al bancone mi rivolse un sorriso splendente.
Capo: <*coreano* buongiorno signorina, il bar è ancora chiuso ma apriremo tra pochi minuti>

L: <*coreano* Oh, mi scusi, ma io sono la nuova cameriera>
Il ragazzo si allontanò da dietro al bancone per poi dirigersi verso di me sempre con quel suo immenso sorriso in volto.
C: <*coreano* Ah perdonami (inchino) Piacere io sono Park Jinyoung il proprietario di questo bar>
Un po' titubante mi chinai anch’io.
L: <*coreano* piacere mio (sorriso, inchino)>
Dopo questa presentazione e svariate domante, cominciai a guardarlo con più attenzione, era giovane, avrà avuto all'incirca 23/24 anni o giù di lì; fu molto gentile con me soprattutto quando gli dissi che il mio coreano era ancora povero visto che l’avevo studiato da autodidatta in meno di un anno e lui di tutta risposta non si creò alcun tipo di problema a dirmi che con lui potevo tranquillamente parlare inglese e che con i clienti mi avrebbe dato una mano lui.
La giornata passò molto in fretta; alle 7:30 chiudemmo bottega e Jinyoung si propose d’accompagnarmi a casa.
Da allora le settimane passarono in maniera molto veloce, il lavoro andava bene, Jinyoung già dal 3 giorno mi presentò il resto del gruppo, i ragazzi che "conobbi" il primo giorno in Corea non li rividi più e come routine continuai ad andare ogni mattina al parco per potere rivedere il ragazzo misterioso anche se non sapevo il perché di quell’attaccamento morboso nei suoi confronti con tutto che lo vidi solo una volta mentre giocava da solo e non ebbi neanche la possibilità di vedergli il volto essendo completamente coperto. Passò un mese e finalmente mi sentii felice; il lavoro stava andando davvero bene, guadagnavo abbastanza per poter iniziare a pagarmi degli studi universitari che erano già in programma però anche se tutto stava andando secondo i miei piani sentivo qualcosa di strano dentro di me; una specie di piccolo vuoto incolmabile al quale non riuscivo a dare una spiegazione. Per distrarmi un po’ da quei pensieri decisi di recarmi nella hall del palazzo per vedere se qualcuno mi avesse inviato della posta (cosa leggermente impossibile considerando che non conoscevo ancora nessuno e che ai miei genitori non avevo dato nessun indirizzo per evitare di continuare ad avere contatti con loro); nel mentre che mi dirigevo vicino alla mia cassetta della posta intravidi uno dei ragazzi del piano di sopra, quello con le spalle larghe un po' bassino. Ero rimasta vicino alle scale ad osservarlo imbambolata; anche se riuscivo a vedere solamente la sua schiena; subito però mi risvegliai dal mio stato di trance quando sentii una presenza dietro di me
?: <*coreano* Kyungsoo-ya, quanto ci metti?>
K:<Si, si, ho fatto Chanyeol non preoccuparti>
Kyungsoo si voltò ed io riuscii ad incontrare involontariamente i suoi occhi, occhi molto gradi e profondi. Alla visione di questi ultimi il mio respiro si blocco ma ero sicura di essermi dimenticata completante come si respirasse dopo che mi rivolse un sorriso
K: <Hey, tu non sei la ragazza che venne al mio compleanno? >
Non riuscivo a crederci, si ricordava di me?
In un primo momento non risposi a quella domanda anche perchè ero rimasta affascinata dalla sua bellezza ed in secondo luogo perchè Chanyeol, se non erro, lo trascinò subito fuori dalla hall del palazzo. Ci misi svariati minuti prima di rendermi conto che rimasi ferma a fissare il vuoto dopo che se ne andarono (per mia fortuna non c' era nessuno così ebbi la possibilità di non fare nessuna figuraccia).
Iniziai a salire le scale ed entrai nel mio appartamento. Quel giorno stranamente non sentii il peso delle scale. Entrai, mi preparai la cena ed andai a letto una seratina banale ma che non implicava troppe energie, ma, prima di addormentarmi, mi ritornò in mente ciò che era capitato quel pomeriggio nella hall ed una domanda decise di crearsi dal nulla
L<(pensiero) Perché ho avuto quella reazione?>

Mi svegliai che erano le 4:35; provai a riaddormentarmi ma ovviamente invano così decisi di alzarmi e fare le cose con calma: mi feci una doccia, mi misi una tuta ed andai a fare una corsetta. Non si vedevano ancora i raggi del sole, le strade erano ancora illuminate dai lampioni; l'aria non era né troppo calda né troppo fredda; come ogni giorno mi recai nei pressi del campo da Basket per riuscire a rincontrare il "ragazzo misterioso", ma visto che la mia vita non è esattamente un film o un romanzo rosa quello stramaledetto clichè dell’incontro non voluto non esitò a non palesarsi. Diedi un’occhiata al campo e notai che non c’era neanche l’ombra del ragazzo così, come se non fosse nulla, decisi di scendere e vedere il campo, che dal secondo giorno della mia nuova vita avevo visto solamente dall'alto, da più vicino. Non era esattamente un campo in piena regola; aveva solamente un canestro e le linee che segnavano il campo erano quasi sparite. Mi misi le cuffiette che avevo messo in tasca prima di scendere di casa e subito feci partire una canzone, anche se non si poteva esattamente definire una canzone bensì una melodia perché non aveva alcun tipo parole al suo interno. Nessun significato nascosto, solamente strumenti che facevano vibrare le loro corde per emettere un suono che mescolato agli altri andavano a creare una sinfonia stupenda. Ovviamente non mi misi a ballare come una deficiente però chiusi solamente gli occhi ed iniziai a canticchiare a bassa voce la melodia che si stava impossessando di me facendomi dimenticare di tutte le cose successe prima del trasferimento mi erano accadute. Era stato abbastanza difficile abbandonare tutto quello che mi avevano fatto creare e che non mi ero creata io ma ero stanca, ero stanca di quel posto, ero stanca di essere sempre guardata dall'altro verso il basso, ero stanca di non sentirmi mai abbastanza e deludere tutti, quindi decisi di prendere la decisione più codarda che una persona potesse mai prendere (che poi chiariamoci; tutte le persone preferiscono questa soluzione) fuggire. Fuggire lontano. In quel momento la melodia cessò; tolsi le cuffiette e delle lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi; nel momento esatto in cui mi stavo per mettere a piangere una voce maschile mi fece capire che quel campo stava per essere occupato. Non ebbi il tempo di salire tutta la scalinata per arrivare alla strada così mi nascosi dietro ad un albero. Il "ragazzo misterioso" era tornato e quando lo intravidi da dietro la mia postazione un piccolo sorriso si venne a creare spontaneamente sul mio volto.
Era davvero uno spettacolo, era bravissimo, ti riusciva ad ipnotizzare e tu non potevi non rimanere immobile a guardarlo con occhi sognanti. Nel mentre che lo guardavo cercavo d’immaginarmi il suo viso e come se fosse riuscito a percepirmi di colpo si fermò e con un gesto sexy e violento si tolse il cappuccio e la mascherina che aveva in volto per riuscire a respirare. Non potei credere a quello che stava per accadere; stavo per vedere finalmente il volto di quel ragazzo ma, come al solito il tempismo delle persone che siano italiane o coreane fa pena e pietà. Mi dovetti distrarre e non potei vedere il "giocatore" in volto perché il mio telefono iniziò a vibrare; era il mio capo che mi stava chiamando. Un po’ controvoglia (non perché non mi stesse simpatico sia chiaro ma perché mi impedì quella bellissima rivelazione) gli risposi:
L:< Buongiorno capo; mi dica>
JinY:< Eri già sveglia o ti ho svegliato io?>
WoW che domanda
L: <No, non si preoccupi, ero già sveglia, mi dica>
JinY:< Lu, ormai lavori da noi da più d'un mese, non abbiamo poi così tanti anni di differenza, smettila di essere così formale>
L: <Scusami Jinyoung, hai ragione, comunque no, ero già sveglia, hai bisogno di qualcosa?>
JinY: <Ehm si. Oggi Bambam non potrà venire a lavoro per svolgere il suo turno di mattina, quindi mi stavo chiedendo, non è che potresti sostituirlo tu?>
L: <Oh si, certo, nessun problema. A che ora inizia il suo turno normalmente?>
JinY: <Verso le 9:30>
L: <Va bene>

JinY:< Grazie mille Lu, mi hai salvato la giornata, a più tardi>
L:<Non dire così, va bene comunque, a più tardi>
(Già vi parlai del mio capo, non è un ragazzo cattivo anzi è molto dolce e disponibile e di certo non me la sentivo di dirgli di no.)
Dopo la chiamata di Jinyoung, ritornai a concentrarmi sul "giocatore" ma sorpresa delle sorprese, se ne era andato. (La solita fortuna anzi il solito clichè che questa volta poteva benissimo mancare, c'è quando mi serviva per incontrarlo non si era minimamente palesato adesso che ne avrei fatto tranquillamente a meno PUFF appare.)

Lato autrice
Salve 🌌
Come ogni volta mi scuso per gli eventuali errori 🙇🏻‍♀️
I commenti sono sempre graditi (buoni o cattivi che siamo)

Al prossimo capitolo 😊

Sunset 🌌Where stories live. Discover now