Prologo

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(Non avrei mai creduto che un giorno uno di questi due ragazzi sarebbe potuto diventare la persona più importante della mia vita)

Sono ormai 4 anni che vivo in Corea, precisamente a Seoul dove col passare degli anni ho conosciuto diversi ragazzi che mi hanno fatto ciò che mi serviva per andare avanti;
ma tranquilli, vi racconterò quello che mi è capitato e ciò che ho provato durante tutto questo percorso.

Mi sono trasferita a Seoul dopo aver terminato il liceo; i miei genitori non mi appoggiavano e credo non mi appoggino tutt'ora ma la loro opinione è l’ultima che conta per me al momento; alla fine uno dei motivi principali del mio trasferimento era la loro disapprovazione; ma tralasciamo per un pò questo punto perché non mi sembra esattamente il momento adatto per parlarne.
Prima di partire avevo già afittato un piccolo appartamento in un palazzo abbastanza lontano dal centro per evitare di vivere in un albergo per alcuni giorni prima di trovare un’abitazione.
Era il 11/01 quando arrivai. Il tempo era davvero bello. In un primo momento fu un po’ difficile farmi capire all’aeroporto ma fortunatamente trovai un ragazzo che parlava un po' di inglese e mi indicò l’uscita ed il taxi che avrei dovuto prendere; seguii alla lettera le indicazioni di quel giovane e mi ritrovai subito all’uscita dell’aeroporto con una strana sensazione, si, era proprio quella che non provavo da fin troppo tempo…Felicità. Entrai nel primo taxi che vidi; ricordandomi le avvertenze che mi diede il ragazzo. Nel taxi il tassista si mostrò molto gentile e disponibile e mi portò a destinazione senza alcun tipo di difficoltà. Alle 7:30 di pomeriggio iniziai a portare sopra i pagagli, appartamento 17, 9 piano, me lo ricordo ancora come se fosse ieri, il dolore delle scale ritorna ogni volta che ci penso.
Alle 10 tutte le valigie e gli scatoloni col mio paccottame si trovavano sparse per tutto l'appartamento. La prima cosa che cercai di sistemare fu la mia stanza per poter andare subito a dormire considerando il fatto che era ormai quasi mezzanotte ed anche perché il viaggio si era rivelato, si eccitante, ma anche un po' stressante e la sistemazione si mostrò alquanto stancante, ma, nel momento stesso in cui appoggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, partì una straziante canzoncina ad alto volume. Aprii gli occhi di scatto per la situazione abbastanza bizzarra; mi guardai attorno cercando di capire da quale punto sarebbe mai potuto provenire quel suono per poi capire che quella musichetta proveniva dal piano di sopra. Questa cosa mi fece leggermente irritare anche perché ero davvero stanca considerando che per 17 ore d’aereo non ero riuscita a chiudere occhio. Decisi così, di impulso di salire al piano di sopra e cantargliene quattro, e così feci, presi i primi calzini morbidi che si trovavano a portata di mano, raccolsi in maniera molto arrabbiata le chiavi dell’appartamento, giusto per evitare di rimanere chiusa fuori casa già il primo giorno e mi diressi di sopra. Salii le scale a due a due, per fare prima, e mi avvicinai alla porta da dove proveniva quella musichetta. Prima di bussare però cercai la targhetta con su scritto il cognome del proprietario ma sfortunatamente non lo trova, sarà stato il buio oppure la stanchezza per avere fatto le scale di corsa, non lo sapremo mai. Dopo aver cercato per dei secondi inutili quel nome iniziai a bussare, prima delicatamente, una volta, due volte, tre volte, alla quarta volta i miei nervi non ce la fecero più così iniziai a bussare con entrambe le mani chiuse a pugno e con molta più forza di prima.
La mia pazienza stava iniziando a vacillare del tutto quando finalmente un ragazzo di alta statura aprì la porta, ma sfortunatamente me ne accorsi troppo tardi e diedi un pugno involontariamente a quest’ultimo; il ragazzo si chinò leggermente in avanti per il dolore ed io presa un pò dal panico e anche alla sprovvista iniziai ad "urlare" : help help. Subito un altro ragazzo ci si avvicino, guardò prima me poi si rese conto del suo amico piegato a portafoglio. Il ragazzo si avvicino a quello stato, sfortunatamente, colpito e lo prese sotto braccio per portarlo dentro casa ponendomi però prima qualche domanda ma il fatto che cercasse d’avere una conversazione in coreano co me glielo rese quasi completamente impossibile così gli dissi fermai subito e iniziai a parlare in inglese dicendogli che non stavo capendo quasi nulla di quello che stava cercando di dirmi, così lui di tutta risposta mi fece cenno di seguirlo dentro.
Devo dire che vivevano in un appartamento davvero grande, vicino alle pareti si trovavano dei piccoli festoni appesi con su scritto "auguri"; non mi accorsi d’ altro perchè subito dopo mi misi a seguire il ragazzo "delle domande" che stava andando a posizionare quello più alto su di un divano rosso. Mi diressi subito verso l’oggetto di colore rosso e mi avvicinai al ragazzo sdraiato cercando d’aiutarlo a riprendersi. Fortunatamente dopo poco quest’ultimo iniziò a riprendersi e mi guardò. I suoi occhi erano sgranati mentre mi fissavano ed io di conseguenza gli rivolsi uno sguardo sconcertato non capendo il motivo di quell’occhiata:
?: *coreano* Chanyeol ti sei svegliato?
Il ragazzo non si voltò ma io si e vidi un altro  ragazzo davvero bello con i capelli rosa.
Subito mi alzai e mi chinai come segno di saluto e notai che il ragazzo rosa ebbe la stessa reazione del ragazzo sul divano e come prima non riuscii a capire il perché di quegli sguardi allora cercai di formulare una frase con quel poco di coreano che conoscevo per avere risposte
L: Che succede?
Il ragazzo dai capelli rosa balbettò prima qualcosa d’incomprensibile poi si schiarí la voce e si presento (non calcolando minimamente la mia domanda)
?: Io sono Junmyeon ma tutti mi chiamano Suho e quello steso sul divano è Chanyeol
L: Ohh
Mi inchinai questa volta verso Chanyeol
C: *arrosisce* non...non chinarti più
Sfortunatamente non riuscii a capire cosa mi stesse dicendo così alzai le spalle
L: Scusa, ma non so ancora molto bene il coreano, che hai detto?
Il ragazzo sul divano non rispose, quello rosa invece ci provò
S: oh... *inglese* io non so molto bene l'inglese ma comunque ha detto non inchinarti
L:Ahh, perché!?
C:*coreno* dille che non ha i pantaloni del pigiama
S:*coreano* e come posso dirglielo, so solo poche cose in inglese
Entrambi i ragazzi quando smisero di parlare tra di loro arrossirono un po' senza comunque degnarmi di alcuna risposta:
S: Bhe...
Ancora nessuna risposta di senso compiuto da nessuno dei due così decisi di chiedergli, in maniera gentile ovviamente, se tra di loro ci fosse qualcuno che conoscesse un pò  di inglese ed il ragazzo rosa ci mise un poò per capire però subito dopo fece un cenno con la testa
S: Kyungsoo puoi venire un'attimo!?
Subito si presento un altro ragazzo di statura media con delle spalle abbastanza grandi. Lo seguii con lo sguardo fin quando non si posizionò vicino a Suho e devo dire che era davvero da mozzare il fiato
K: *coreano* dimmi Suho
S: *coreano* puoi parlare tu con la ragazza in inglese!?
K: *coreano* perché hai chiamato me e non Lay, lui è quello che lo sa parlare in inglese tra noi
S: *coreano* Ah giusto, allora potresti andarlo a chiamare tu per favore?
Il ragazzo dalle spalle larghe uscì dalla stanza e ritorno poco dopo seguito da altri 6 ragazzi anche loro di bel aspetto
K: *coreano* Lay, potresti parlare tu con la ragazza in inglese?
S: *coreano* dille che a causa del suo abbigliamento Chanyeol non vuole che si chini anche se è un segno di rispetto
Il ragazzo che iniziò a parlare; se non erro Lay, mi spiegò la situazione. Quando finì di illustrarmi tutto diedi un occhiata al mio abbigliamento e mi resi conto che avevo solamente una maglietta bianca larga con una spalla abbassata, dei i calzini e nient'altro; senti le mie guance colorarsi d'un leggero rosso; misi le mani dietro la schiena e tenni stretta la maglia mentre mi chinavo con tutto che avevo capito che non dovevo farlo
L: *inglese* Perdonatemi, non volevo mettere in imbarazzo nè me nè il vostro amico, mi dispiace davvero tanto
Lay trattenne una risata, Chanyeol girò la testa verso l'interno del divano, Suho guardò gli altri ragazzi, Kyungsoo se non errò mi guardava come incuriosito della mia presenza nel loro appartamento. Dopo svariati attimi di silenzio imbarazzante Lay; sempre se non vado errando; mi pose una domanda:
La: *inglese* come mai sei venuta da noi!?
Ancora imbarazzata cercai di dargli una risposta
L: *inglese* mi dispiace veramente, mi sono trasferita poche ore fa e nel momento in cui stavo per andare a letto è partita una musichetta ad alto volume così sono venuta a chiedervi di abbassarla leggermente, poi quello che è successo nel mentre bhe, lo sapete
La: *inglese* Ahhh...scusaci anche tu allora, oggi è il compleanno di Kyungsoo quindi volevamo fargli una sorpresa ed organizzandogli una piccola festa
L: *inglese* Ah, allora scusatemi ancora, non volevo disturbare, continuate a festeggiare... Oh, chi è il festeggiato
Lay, tradusse a Suho ciò che dissi e quest'ultimo indicò il ragazzo con le spalle ampie di fianco a lui:
L: *coreano* Auguri
K: *coreano* Grazie
Ci guardammo per pochi secondi e devo dire che i suoi occhi erano meravigliosi
L: *inglese* Adesso vi lascio festeggiare però vi chiedo solo un favore, potreste abbassare il volume della musica? Di poco.
Lay mi fa un cenno con la testa ed io con un gran sorriso, salutai tutti e me ne ritornai al mio appartamento ma, nel mentre che stavo per lasciare quel luogo sentii che qualcuno aveva preso, delicatamente, il mio polso e mi aveva involontariamente e leggermente strattonato...

Autrice
Ciao a tutti 🌌 (come prologo è breve lo so)
Inizio già col dirvi che mi dispiace per gli eventuali errori di grammatica 🙇🏻‍♀️
Spero che come inizio vi piaccia (con tutto che è palesemente cliché) è che vi porti a continuare la lettura

Per qualsiasi cosa lasciate un commento che sono sempre accetti

Bye~

Sunset 🌌Where stories live. Discover now