t h r e e

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Come tu crescevi, avevi bisogno di me soltanto per uscire.
Hai sempre amato andare in spiaggia.
Avevi quindici anni quando ho deciso che eri la ragazza più bella al mondo.
Avevi i capelli lunghi, quasi bianchi, e morbidi come il vento. E i tuoi occhi erano radiosi come il sole, pieni di gioventù.
Come per il tuo corpo, non avrei preferito andare nei dettagli, ma posso dirti che era impossibile staccare i miei occhi da te.

Avevi questo modo di muoverti con grazia e bellezza; era così ipnotizzante. E la tua pelle, sempre abbronzata e morbida viste le volte in cui ti stendevi sulla sabbia con me.
Era tutto così pacifico.

Ogni giorno tornavi da scuola, passando dal mio ufficio per baciarmi la guancia, e poi facevi i compiti di sopra nella tua camera.
Raramente avevi bisogno del mio aiuto; eri molto intelligente.
Quando finivi i compiti, o venivi di sotto a guardare la tv o stavi seduta da qualche parte nel mio ufficio, giocando con il gatto appena finivo di lavorare.
Per cena mi aiutavi a cucinare, e come mangiavamo mi parlavi della tua giornata.
Avevi dei bei amici che ti dicevano cose carine, e questo mi rendeva felice.

Fino a quando non raggiungesti la terribile età di sedici anni.
Non so cos'era successo, ma tu eri fuori controllo, a quanto pare durante la notte. Adesso potevi guidare, andavi in parti in cui io non ne avevo la minima idea, e tornavi nel mezzo della notte.

Non c'erano più baci sulla guancia quando tornavi da scuola, o mentre giocavi con il gatto, oppure mentre preparavamo la cena insieme. Molte notti mangiavo da solo, e invece di parlare con te e guardare la tv, tornavo a lavorare.
Ma tu amavi ancora andare in spiaggia -non solo con me.
Andavi con i tuoi amici, alcuni di loro erano ragazzi. A volte ti facevi accompagnare a casa da loro, e quando non ero a lavoro, li incontravo. Non erano gli stessi amici che avevi quando eri una quindicenne. Loro ti trattavano diversamente, ti guardavano con occhi diversi.

Questa non era la mia bambina.

Così ho messo tutto me stesso per riaverti indietro. Ti ho dato un coprifuoco, dove tu facevi i compiti, non erano ammessi ragazzi nella tua camera, e potevi andare in spiaggia solo dopo aver finito i compiti, ed io ricevevo un bacio sulla guancia.
Un patetico tentativo per ricevere le tue attenzioni, lo sapevo, ma mi mancavano i tuoi baci, i tuoi dolci baci, e la tua dolce voce, e quegli occhi raggianti.

Per un anno hai seguito le mie regole- tranne una sera quando tu avevi diciassette anni, dove tornai a casa da lavoro come mio solito.

Era stata una lunga giornata e avevo raggiunto il piano di sopra per darti la buonanotte quando ho sentito il suono di una voce non familiare. Era di un ragazzo.
Non riesco a descrivere quanto fossi arrabbiato.

Ho colpito con forza la porta per poi vedere il ragazzo che era seduto sul bordo del tuo letto, e tu eri a cavalcioni su di lui. Lui aveva le mani nella tua maglietta quando i suoi occhi incontrarono i miei, e capì immediatamente.È solo un ricordo sfocato ora, una nebbia di rosso e movimenti violenti.

Posso ancora sentire come hai picchiato la mia schiena, urlandomi contro di lasciare stare quel ragazzo.L'ho inchiodato contro il muro, dicendogli che se avesse fatto di nuovo solo dei pensieri su di te, gli avrei fatto ingoiare i suoi stessi denti.
Dopo l'ho cacciato fuori di casa, e mi sono occupato di te.
Sì, ero arrabbiato con te. Ma non ho urlato.

Tutto quello che ho fatto è stato dirti che eri in punizione per un mese -voleva dire che dovevo portarti io ovunque- e poi ti ho lasciato nella tua stanza.

Fortunatamente non hai protestato, hai solo abbassato il capo, annuendo, e sei subito andata nel tuo letto.
Sento ancora sapore amaro alle labbra pensando a quello che sarebbe successo se non fossi tornato a casa prima quella sera. Solo al pensiero che ti toccasse qualcun altro... non posso sopportarlo.

Godfather Where stories live. Discover now