Capitolo 9

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Dopo la conversazione di Luke, non l'ho più sentito... sono rimasta turbata tutta la giornata, proprio per questo, per rilassarmi un pò sto andando nel mio posto preferito: il bosco, ma non dove ci sono semplicemente erba e arbusti, ma in un luogo che ho trovato da piccola in cui mi sento sicura.

Si tratta di un pozzo antico, in mezzo ad un prato con rose nere, meravigliosamente profumate. Accanto al pozzo, dove dentro vi è ancora dell'acqua, si trova un enorme ulivo, che ogni volta che lo osservo pare diventare sempre più intrinseco, antico e maestoso. Ai suoi piedi di modella, talmente tanto, da formare una specie di conca, dove io mi sdraio e passo le mie giornate - o come adesso - le serate a fissare il cielo, mentre le rose, le olive appese che si muovono a ritmo del vento, e l'acqua fanno da meraviglioso contorno.

A volte a farmi compagnia arriva una civetta graziosa di un colore misto tra il grigio tempesta e il bianco neve, però questa sera si vede che ha preferito perlustrare la zona e lasciarmi in solitudine qui a pensare, riflettere e ricordare.

Adoro le civette, mia nonna ne aveva una, infatti mi ricordo che grazie a questo mi aveva dato il nome di Minerva, perché oltre alla grande dea romana, la civetta era il suo animale guida. Infatti ogni volta che vedo una civetta, mi viene in mente la nonna e un senso di sicurezza si impossessa dentro di me. Ho sofferto tantissimo quando i miei nonni se ne sono andati, sono morti per tristezza e sconforto, inutile dire che è stata colpa della mamma, è lei il problema, lei ha creato e distrutto tutto con le proprie mani, lo so.. non dovrei neanche chiamarla madre, perché tale viene chiamata quella donna che si occupa dei propri figli che li ama e li protegge più della sua stessa vita, che farebbe di tutto per non ferirli anche a costo di perdersi... invece a lei importava solo il potere, la sovranità; da quando hanno rinchiuso Sekhmet nel libro, dopotutto quello che ha fatto, le persone che mi passano accanto e mi guardano mi chiamano figlia dell'oscurità.

Continuano a definirmi così, ma cos'è realmente l'oscurità? O chi è davvero?

Secondo me, è quel buio immenso che ti fa accapponare la pelle e che questi brividi incominciano a farti sentire rumori strani, quasi subnormali, non veritieri.

L'oscurità è quella voce che fin da bambina mi ha parlato nel bosco, facendomi credere di essere pazza, di essere veramente malvagia come mia madre, Sekhmet Storm, la Potente; come quella persona che tutti considerano veramente come l'oscurità, come sinonimo della morte.

L'oscurità è l'origine della nostra stirpe? Infondo siamo streghe, figlie della notte, dell'oscurità tutto gira intorno a quest'ultima, agiamo sempre e solo per conto suo, uccidiamo chi ci attacca e a volte facciamo del male a chi non sa neanche che esistiamo.
Ma per me, la vera oscurità è la solitudine, il mio cuore. Ogni volta che sono in camera mia e chiudo gli occhi, mi immagino un'altra persona al mio fianco che mi osserva, che mi accarezza i capelli, che mi fa capire che in realtà non sono mai sola... ma chi è?

La mia anima oscura o forse quella buona?

Ogni volta che penso a questo, sento una forte pressione al cuore che non mi fa respirare... senso di colpa?

Ma per cosa?

Sono diversa, lo so, me ne rendo conto guardando anche le altre ragazze; ad esempio Astrid lei è la mia migliore amica, e non so bene da quando sia iniziata questa amicizia, la conosco da quando ne ho memoria e lei è sempre stata gentile, affettuosa e felice; non mi ha mai abbandonato, neanche dopo tutto il marcio che vi è nella mia famiglia e nella mia vita, lei mi accompagna, cerca di levigare il mio caratteraccio, cerca sempre di trovare il meglio in me e quando mi metto nei guai so che lei c'è sempre costi quel che costi... ho il terrore dell'iniziazione perché non abbiamo mai parlato di questo e so che se scegliessimo due percorsi differenti la nostra amicizia in qualche modo si sgretolerebbe. Io sono diversa perchè mi modello in base alla gente, ma mai mi sono fatta vedere per quella che sono; certo sono ribelle, la mia indole per i guai è una cosa già risaputa, ma cerco di andare bene a scuola per non deludere Pandora; cerco di uscire di più per non farmi vedere impaurita dagli sguardi e dalle opinioni delle altre streghe e facendo stare tranquilla Astrid; vado da Nana non solo perché le voglio bene, ma perché so che mia nonna le ha chiesto di accudirmi e io sto cercando di fargli mantenere al meglio la promessa; non voglio far soffrire Merlin, Luke non so neanche come considerarlo, non ho mai conosciuto mio padre e forse è per questo che non credo nell'amore... perché ha abbandonato me e Pandora oltre a mia mamma, facendola diventare pazza.

Tenebris fataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora