Preghiera di un re alla sua incoronazione.

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Non desidero un cerchio d’oro sul mio capo, senza che abbia un significato. Nonostante la pace, nonostante la festa, le ombre della famiglia di Isildur gravano su questo giorno.

La gloria di tutti i signori degli Edain non basterebbe a fugarle, ed il valore di un solo uomo non è certo sufficiente.

Prego gli dèi della stirpe di Númenor, degli Eldar e dei Nani, affinché concedano armonia e concordia in questa terra fin’ora consumata dalla ferocia.

Se riuscirà, il Ramingo poserà in un canto il bastone da cammino, il guerriero lascerà la spada della battaglia, per portare il peso dello scettro.

Miei piccoli, coraggiosi hobbit, Grampasso diverrà ora, per questa gente, Aragorn, figlio di Arathorn, e Re Guaritore.

Canto a voi, Valar, per celebrare la gloria del vostro fedele difensore Elendil, figlio della gente di Númenor, che un tempo pronunciò queste parole:

“Et Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn’ Ambar-metta”.

Giungo dal Grande Mare della Terra di Mezzo. Sarà questa la mia dimora, e quella dei miei eredi, sino alla fine del mondo.

Respiro piano. Vorrei che Frodo portasse la corona, e che Mithrandir la posasse sul mio capo.

Ecco, il carico della regalità è su di me. Mi alzo. Non vi deluderò, dèi immortali.

“Vengono ora i giorni del Re, e siano benedetti finché dureranno i troni del Valar”.

(Aragorn Elessar, ne "Il Signore degli Anelli" di Tolkien).

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2014 ⏰

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