Wedding day

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"C'è sempre della pazzia nell'amore. Ma c'è anche della ragione nella pazzia."

(Friedrich Nietzsche)

Il vestito l'ho ritirato soltanto un paio di giorni fa e ora è ben disteso sul letto: è un abito scuro, semplice, ma adatto per l'occasione e degno della donna che amo.

Non sono al corrente di come Isabel abbia organizzato la cerimonia nei dettagli, ma sono certo che abbia fatto in modo che tutto fosse perfetto, dal luogo in cui si svolgerà la celebrazione a quello in cui si terrà il ricevimento, dal discorso che vuole che tenga suo nonno ai fiori. Se chiudo gli occhi riesco ad immaginare ogni parete, e ogni sedia, decorata con magnolie bianche - i suoi fiori preferiti - come bianco sarà anche il suo vestito.

Non ha voluto mettermi al corrente di tutti i dettagli, perché voleva fosse una sorpresa, che ogni persona presente scoprisse come lei stessa aveva organizzato la giornata solo una volta arrivati lì, e io non ho fatto eccezione. È questo il motivo per cui non ha voluto nessun wedding planner, perché sentiva che la giornata doveva essere soltanto sua e voleva riuscire a realizzarla da sola.

È come se fossi in grado di vedere ogni cosa: la immagino con il suo sorriso più felice avanzare verso l'altare, con la piccola chiesa gremita dalle poche persone che ha voluto invitare per non far spendere troppi soldi al padre, il quale farebbe di tutto per la figlia dopo la scomparsa della mamma.

Isabel ha sofferto terribilmente per la perdita della madre e non sopportava l'idea di non averla al suo fianco nel giorno più importante della sua vita; le ho detto che sua madre sarà accanto a lei, non solo in questa giornata, ma in ogni giorno della sua vita.

Prendo una foto di noi due insieme, chiusa nella cornice che proprio lei mi ha regalato un paio di mesi fa, e mi rendo conto che non è cambiata affatto in questi anni: io e Isabel siamo amici da sempre, la conosco da quando eravamo bambini e il mio sentimento per lei non ha fatto che crescere insieme a noi. Ora sorrido al ricordo di una sera d'estate, in vacanza dal college, quando avevamo entrambi alzato un po' il gomito e l'ho quasi baciata: è stata la prima volta in cui mi sono reso davvero conto di ciò che provavo per lei, che ho capito che la mia amicizia si era tramutata in qualcosa di più profondo. Nei giorni successivi ho iniziato a chiedermi se anche lei provasse le stesse cose per me, se anche la sua amicizia nei miei confronti avesse subìto la stessa trasformazione e sono letteralmente impazzito fino a quando non ho ottenuto le mie risposte.

Sospiro pesantemente, poi indosso il vestito con cautela, lisciando le pieghe e annodando con cura la cravatta, per fare in modo di essere perfetto, alla fine infilo le scarpe, poi mi guardo allo specchio e non sono ancora contento del risultato, non mi sono mai sentito abbastanza per lei, ma arrivati a questo punto, non conta più.

Esco di casa sentendo l'agitazione iniziare a crescere e, quando salgo in macchina, mi manca già l'aria; ed è questa la sensazione che mi accompagna per tutto il tragitto, fino a raggiungere la mia destinazione.

Gli invitati sono già tutti presenti e io guadagno il mio posto, con il cuore che batte veloce e il pensiero di lei che forse si sta ancora vestendo, o che forse sta abbracciando suo padre. Riesco a sentire l'emozione del papà di Isabel come se fosse la mia, riesco a percepire il suo dispiacere di perdere - in un certo senso - la figlia e, allo stesso tempo, la sua gioia nel vederla felice.

Il respiro diventa sempre più affaticato durante questa attesa e la salivazione è quasi inesistente: vorrei avere tra le mani un piccolo shot di whiskey, o rhum, o vodka, non ha alcuna importanza, ma credo mi aiuterebbe a distendere i nervi. Lo sguardo di mio padre seduto in prima fila non mi aiuta a sentirmi meglio, men che meno quello di mia madre, quindi evito di guardare nella loro direzione, e continuo ad immaginare Isabel con i capelli raccolti e il sottile velo bianco a nasconderle il viso, le guance leggermente arrossate e gli occhi lucidi per l'emozione.

Bitterness || H.S. ||Where stories live. Discover now