"Oh, woah woe is me
The first time that you touched me
Oh, will wonders ever cease?
Blessed be the mystery of love"

"You have to push harder, Miguel. The other dancers in here are on a higher level than you, and if you don't get better as soon as possible, you'll have to leave this school, and someone else will take your place. Focus on what you're doing and do it at your best."

("Devi spingere di più, Miguel. Gli altri ballerini sono su un altro livello rispetto a te, e se non migliorerai il prima possibile, dovrai lasciare questa scuola, e qualcun altro prenderà il tuo posto. Concentrati su quello che fai, e fallo al meglio.")

Ora che era finalmente solo, Miguel sentiva le parole del suo maestro rimbombargli nella testa, ripetutamente, senza che gli dessero pace. Sperava che il getto della doccia si portasse via anche le sue preoccupazioni, ma era sotto l'acqua da 20 minuti, e ancora non aveva funzionato. Sospirò, pensando che sarebbe stato tutto più facile se...
Se niente. Era uno stupido e basta. Doveva farsi passare tutta questa... cosa, che aveva, e concentrarsi sulla danza. Come aveva detto Timor.
Timor. Che bel nome che aveva. Così forte e delicato al tempo stesso...

"Miguel, esci da quel bagno, rischi di trasformarti in un pesce rosso a forza di stare per ore sotto l'acqua!" Vincenzo bussò alla porta, leggermente irritato. Non tanto perché il suo amico stava finendo tutta l'acqua calda e lui avrebbe dovuto aspettare altre ore prima di potersi fare una doccia, ma perché aveva notato il malumore di Miguel, e non era riuscito a farlo aprire con lui. Era preoccupato per il suo amico: aveva paura che il suo stato influisse sul rendimento nella scuola, e non voleva che uscisse proprio ora, a un passo dal serale. Non se lo meritava.

"Va bene, va bene, ho finito, ora arrivo!" Miguel chiuse il rubinetto, recuperò un asciugamano che legò in vita e uscì, ancora bagnato fradicio, sdraiandosi sul letto a fissare il soffitto, le gambe penzoloni e le braccia lungo il corpo. Sapeva che era l'ora di cena, ma non aveva né fame, né voglia di vedere i suoi compagni... Non aveva voglia di fare niente, a dire il vero, se non dormire per almeno una settimana, fino al giorno della sfida.

"Non vieni giù con me?"

"No Vic, ti chiedo scusa, ma non ho tanta fame... Penso che andrò a farmi una passeggiata e poi a dormire, mi sta scoppiando la testa." concluse, passandosi una mano sul viso.
Vincenzo lo fissò per un attimo, poi si sedette di fianco a lui. Miguel sentì il materasso abbassarsi, ma rimase immobile: voleva davvero bene a Vincenzo, ma non aveva voglia di parlare di cosa stesse provando in quel momento. Temeva che non avrebbe capito.

"Miguel..."

"Sì?"

"Sai che puoi dirmi tutto, vero? Ho notato che c'è qualcosa che non va, ma se non mi dici cosa succede non posso aiutarti..."

A quel punto Miguel si alzò a sedere, mettendo una mano sulla spalla dell'amico e sorridendogli leggermente. "Apprezzo il fatto che tu voglia aiutarmi, davvero, ma non devi preoccuparti! Capita a tutti di avere un momento un po' mai 'na gioia, ma passerà non appena avrò fatto la sfida, te lo assicuro."

"Quindi posso davvero stare tranquillo?" Vincenzo lo guardò di sottecchi, le sopracciglia inarcate.

Miguel rise. "Sì, puoi davvero stare tranquillo! E ora vai a mangiare, prima che Mowgly e Federica si spazzolino tutto!"

"Vado, vado. E tu asciugati i capelli ché poi prendi freddo e domani non muovi più il collo!" Gli rispose l'altro, chiudendo la porta dietro di sé.

Mystery of Love.Where stories live. Discover now