Capitolo 8

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Germain ci fece salire sul retro del carro, eravamo io e Brandon uno a fianco dell'altro con le gambe a penzoloni fuori dal carro mentre venivamo sbalzati dal carro ad ogni irregolarità del terreno. Il nostro nuovo compagno di viaggio ci aveva dato una pagnotta di pane a testa con del formaggio alle erbe, la carne che avevamo comprato al mercato era diventata immangiabile, a parte i pezzi essiccati che avevamo messo da parte mentre le uova erano finite con la colazione della mattina. Era ormai sera quando ci fermammo in una locanda per la notte, non avevamo abbastanza soldi quindi German prese una camera da tre con dei letti di una paglia sporca e pungente, Brandon convinto che nessuno di noi potesse vederlo tirò fuori da sotto la giacca di pelle rossa il cuore della Vergine che aveva rubato e iniziò a sussurrare qualcosa che suonava simile ad una magia, così per fargli capire di stare attento a ciò che stava facendo mi misi a tossire, lui saltòl su spaventato capendo che lo avevo colto sul fatto; mi guardò, abbassò gli occhi e si mise a dormire.Io al contrario avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco, come se qualcosa di brutto stesse per succedere, mi rigirai per la decima volta nella paglia e mi voltai verso il letto di Germain, ma lui non c'era più! Saltai in piedi, mi misi la mia giacca e il mantello e corsi giù per le scale, la nostra camera si trovava al piano superiore di un edificio non molto grande con il tetto in paglia e i muri un pietra. Arrivato nella stanza inferiore, adibita dai proprietari come locanda vidi Germain colloquiare con una figura vestita di nero ed un cappuccio che arrivava appena sotto gli occhi in modo da far vedere solo le labbra, che si stavano muovendo in modo veloce ma scandito, mi sentirono arrivare, la figura incappucciata alzò il volto, si mise in piedi e corse via dalla locanda e Germaine mi rivolse lo stesso sorriso di quando ci eravamo incontrati la prima volta. Sentì un cavallo al galoppo e poi un nitrito in lontananza, Germain mi si avvicinò con delle pergamene in mano, mi mise un braccio intorno al collo, come se fossimo amici e iniziò a camminare, lo seguì fino alla nostra camera e lì ci sedemmo uno di fronte all'altro, mi porse i fogli e disse che era stata la donna con cui parlava consegnarglieli spiegandogli che erano per me e mi disse:"Mercante, qual'è la prossima mossa?", spiegandomi che era stata la figura incappucciata ad ordinargli di domandarmelo. Era la Donna! Solo lei mi chiamava Mercante, diceva che quel nome mi riguardava da vicino, qualcosa del mio futuro. cercai di riaddormentarmi, ma quei fogli mi lasciavano perplesso, erano le pergamene che componevano il libro che aveva usato Lei per insegnarmi l'alchimia senza mai farmelo leggere, perchè ora me le stava regalando?

Quel mattino, saldato il conto, partimmo verso Chartres e, mentre guardavo una delle pagine che mi erano state consegnate la notte precedente notai che vi era un appunto leggero nell'angolo di uno di questi che recava dei simboli...

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Mi dispiace che questo capitolo sia così corto, ma  in queste settimane non ho molto tempo per scrivere. Ringrazio chiunque stia leggendo e apprezzando la mia storia :)

Per il prossimo capitolo vorrei 2 commenti e 2 voti :)

Lucriscia

Il mercante di sogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora