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Cinque di mattina del loro ultimo giorno da studenti alla UA.

Bakugou si fermò davanti alla porta della sua stanza. Come ogni mattina, a quell'ora, andava a correre. Il fatto che si trattasse dell'ultima notte passata nel dormitorio non cambiava le cose. Non per lui. Tutti gli altri avevano pianto, dicendo che avrebbero ricordato per sempre gli anni passati insieme in quella casa comune come una grande famiglia, ma Bakugou non era mai stato un sentimentale.

Tuttavia, un piccolo, ma insidioso germe di volontà, una curiosità insana si fecero strada nel suo cervello attivo da poco.

Si soffermò a guardare l'uscio di fianco alla sua stanza.

L'ultimo giorno alla UA.

Con un gesto ben calcolato, bussò alla porta di Kirishima e rimase in ascolto, teso.

Nulla. Dormiva, ma certo. Si lasciò sfuggire un soffio dalle labbra. Che accidenti andava a pensare, ovvio che il pezzo di merda dormiva beatamente. Lui non era il tipo da lasciarsi andare a sentimentalismi al punto da perderci il sonno – non sarebbe stato virile. Avrebbe detto così.

Si voltò per andarsene, ma il rumore di una maniglia inchiodò i suoi piedi.

"Bakugou...?" mormorò Kirishima, con la voce impastata dal sonno.

Non ti girare, pensò. Non ti girare.

Se ti giri adesso, lo vedrai con quella odiosa felpa rossa, i capelli attorno al viso, la faccia di un cagnolino bastonato, e gli occhi spalancati che ti chiedono che c'è, Bakugou, che succede, Bakugou, perché mi hai svegliato, Bakugou? E poi vorrai fargliela esplodere, quella bocca, per farlo stare zitto e smetterla di tormentarti col suo affetto senza pretese. Col suo amore gratuito.

Ma Bakugou si girò, e, sorpresa, Kirishima aveva proprio la solita felpa di Crimson Riot, i capelli lasciati liberi di cedere alla gravità, gli occhi di un cucciolo appena nato, e sorpresa, Bakugou Katsuki, lo vedi bene? Ha anche quello sguardo adorante, come se fosse orgoglioso e grato anche solo di poterti stare davanti, e, sorpresa di nuovo, la cosa ti manda il sangue alla testa, ma non solo, te lo manda dappertutto, soprattutto lì, e forse ora sai come si sente Todoroki quando usa il suo lato sinistro, e chissà se il suo cazzo ha mai preso fuoco come il tuo in questo momento.

"Bakugou, è tutto ok? Sono le cinque, amico..." borbottò timidamente il rosso, stropicciandosi gli occhi.

Bakugou diede un pugno alla parete, trattenendo a stento un'esplosione.

"Ehi!" esclamò Kirishima, allertato. "Ma che accidenti ti prende?!"

"Dietro la scuola, tra cinque minuti" ringhiò.

Poi si allontanò, lasciandosi il vicino di stanza alle spalle.
Dovette aspettare quasi mezz'ora prima che Kirishima si presentasse. Aveva la faccia seria e preoccupata, e le sopracciglia aggrottate. Si era infilato al volo una t-shirt pulita, un paio di pantaloncini e le scarpe da ginnastica. I capelli erano sollevati nelle spinose punte intrise di gel.

"Amico, spero sia una cosa importante, perché è davvero presto, e domani è un giorno..."

Bakugou non aspettò che terminasse la frase prima di lanciarglisi contro, tirandogli un destro esplosivo.
Kirishima lo schivò a malapena, e la sua maglietta ne risentì.

"AH!" gridò, preso alla sprovvista.

Bakugou non si fermò. Continuò a lanciargli contro le sue esplosioni, ora di destro, ora di sinistro, catapultandosi in aria e prendendolo alle spalle, mentre Kirishima cercava di difendersi, in difficoltà, la confusione ben chiara anche tra le aspre linee che il suo quirk disegnava sul suo volto.

"Bakugou, accidenti, ma che cazzo stai facendo!" esclamò.

Con un gesto istintivo, gli afferrò un braccio mentre stava per lanciare l'ennesima esplosione e lo irrigidì, impedendogli di fuggire. Di tutta risposta, Bakugou fece per colpirlo in faccia, ma Kirishima ruotò il suo braccio prigioniero e gli immobilizzò anche l'altro alla stessa maniera, bloccandolo di fronte a sé con le mani dietro la schiena.

Bakugou rilasciò una potente esplosione che li scagliò lontano, sull'erba.

Prima che potesse rialzarsi, Kirishima gli fu sopra, gattoni, con le braccia indurite ad ancorargli i polsi a terra. Lo guardava dall'alto, col fiatone, la bocca schiusa nel respiro affannato che mostrava i denti affilati.

"Ok, ora sono preoccupato" mormorò. "Sono davvero poche le volte che ti ho battuto, e mai così velocemente. Non stavi nemmeno dando il tuo massimo. C'è qualcosa che non va, Blasty? So come sei fatto, ma se sei dispiaciuto perché da domani non ci vedremo più tanto spesso, puoi dirmelo..."

Bakugou lo fissò, col volto libero da qualunque espressione.

Non si era arrabbiato per le parole di Kirishima? Il rosso se lo sarebbe aspettato. Si sarebbe aspettato che lo colpisse, o che gli urlasse contro. Si sarebbe aspettato di tutto.

Di tutto, tranne quello.

Kirishima lo fissò a bocca aperta mentre il biondo sollevava leggermente la testa e rimase pietrificato quando le loro labbra si congiunsero. Era un sogno, vero?

Ma Bakugou si fece più insistente. Non appena Kirishima rilasciò il suo quirk, gli afferrò la nuca e separò per un secondo le loro labbra, per guardarlo negli occhi con un'intensità quasi rabbiosa, poi le ricongiunse, schiudendo la bocca.

Kirishima si sciolse come neve al sole.

Lasciò entrare la sua lingua, lo lasciò giocare a mordere le sue labbra e a percorrere il profilo dei suoi denti da squalo, si abbandonò a quel bacio voglioso, caldo e umido, perché se anche fosse stato un sogno, non avrebbe per nulla al mondo rinunciato a quell'esperienza.

Bakugou sapeva di caramello.

Percorse con le dita, timidamente, la linea dei fianchi stretti del biondo e salì lungo la sua schiena, incerto. Bakugou non gli diede il permesso, ma gli infilò con decisione una mano sotto la maglietta bruciacchiata – un gesto che non lasciava molto spazio a inutili paranoie.

Kirishima sentiva la sua pelle in preda al gelo e al fuoco in ogni punto sfiorato dall'altro, e ricordò di aver letto che il freddo più intenso e il calore più ardente si percepiscono come una sensazione analoga.

E doveva essere proprio quella, ne era certo, la stessa sensazione che percepì quando Bakugou lasciò scivolare le mani sotto i suoi pantaloni, afferrandogli le natiche senza troppi complimenti.
Accidenti, se era un uomo.

Kirishima arrossì tanto da sentirsi un semaforo rosso nell'erba del prato, ma non riuscì a fare a meno di emettere un gemito. La sua erezione era al massimo, ormai. Premeva contro i pantaloni al punto di essere chiaramente visibile, così ringraziò il sole per non essere ancora sorto.

Poi Bakugou portò una mano più in basso.
Kirishima s'irrigidì, incredulo.

"Ecco perché ci hai messo tanto" borbottò sommessamente il biondo.

Kirishima arrossì, colto in fallo. Era ancora dilatato e lubrificato da quando, appena sveglio, si era ritrovato costretto a sfogare la propria frustrazione nel bagno, al pensiero del biondo che lo svegliava a quell'ora per dirgli chissà cosa.

"B-Baku..."

"Ssh" lo zittì lui.

Bakugou lo prese in braccio, trascinandolo dietro un cespuglio, al riparo da occhi indiscreti, dopodiché gli sfilò i pantaloni, baciando ogni punto della sua schiena sino ai lombi. Poi si stese su di lui e avvicinò le labbra al suo orecchio.

"Dimmi che lo vuoi."

Kirishima sobbalzò, avvampando violentemente. Era un sogno. Era decisamente un sogno.

"Se non vuoi, mi fermo" gli spiegò il biondo, sorprendentemente gentile per il suo carattere.

"No" rispose Kirishima, guardandolo a stento negli occhi dalla vergogna, il sudore sulla fronte e i muscoli delle braccia tesi e ben delineati mentre le stendeva davanti a sé.

"Non... Non ti fermare."

KiriBaku // Tropical HellWhere stories live. Discover now