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Mi sedetti, il mio corpo tremante per i nervi mentre giocherellavo con i miei pollici in grembo, mandando solo piccoli sguardi imbarazzanti verso Harry, appena Veronica l'aveva chiamato. Non era molto più grande di me, probabilmente circa 20 anni, i suoi capelli disordinati erano ben tirati indietro e indossava un'elegante giacca e cravatta nera, perfettamente su misura.

"Guardami." Parlò improvvisamente, avendo notato che evitavo il contatto visivo. Quando infine guardai bene, i miei occhi incontrarono i suoi, la sua espressione facciale era severa e sembrava un po' forzata.

"Veronica mi ha chiamato Harry, ma lei non dovrebbe, tu devi chiamarmi Mr.Styles."Disse e annuii in risposta. "Tu sei Felicity, vero?"

"Si, Mr Styles." Annuì e mi sorrise debolmente.

"Okay, non c'è sempre molto da fare per te qui ma ti dirò se c'è qualcosa da fare."

"Okay." Annuii.

I miei occhi lo seguirono quando si alzò e attraversò la stanza fino ad un grande schedario dietro la scrivania. Tirò fuori una cartella blu dal cassetto prima di fare il suo ritorno alla sua sedia e prese un foglio dalla cartella e lo consegnò a me.

"Qui c'è una lista di nomi, ognuno con una fotografia di tutti coloro che dovrebbero lavorare nel reparto della Stanza del Lavoro, ho bisogno che tu vada laggiù e controlli che siano tutti lì, se qualcuno è assente è necessario annotarlo e dirmelo, se qualcuno non è lì e non me lo dirai, la tua punizione sarà tanto grave come per gli assenti."

Deglutii e annuii, accettando le sue istruzioni prima di alzarmi per uscire.

Camminai verso la porta, la voce di Harry squillò improvvisamente nella stanza prima che potessi uscire.

"Felicity, ti prego di capire che io non ti punirò mai, se succede sarà un altro manager o un membro dello staff dalla Metà Superiore, ma non sarò mai io." Disse piano scuotendo la sua testa.

Gli feci un debole sorriso prima di lasciare l'ufficio.

Mi sentii sollevata da quello che aveva detto Harry, dalle sue parole e la sua espressione facciale sembrava come se lui non volesse essere qui tanto quanto io non volevo farmi del male. Chiunque della Metà Inferiore sapeva che le percosse non erano un evento raro per quelli che lavorano all'Halfway Point. Le storie che avevo sentito di ciò che era successo nelle fabbriche mi aveva sempre fatto temere il giorno in cui avrei compiuto 18 anni. Nonostante la generosità inaspettata di Harry, ancora mi sentivo intimidita e assolutamente terrorizzata su tutta la situazione, tutta la Metà Inferiore era terrorizzata, era impossibile non esserlo, specialmente lavorando all'Halfway Point. Nessuno avrebbe potuto sapere cosa sarebbe successo il prossimo secondo, minuto, ora, giorno, mese, anno.

Quando arrivai nella Stanza del Lavoro, rimasi scioccata da quello che trovai dentro. Le macchine erano allineate in file, una ragazza in ciascuno di esse, ognuna sembrava svuotata, gli occhi rossi causati dalle ore di lavoro e la mancanza di sonno. I vestiti che indossavano erano stracci, sottili e indossati con segni di sporcizia. Questo dimostrava quanto poco avevamo a casa nella Metà Inferiore, ovviamente il costante lavoro non permetteva molte opportunità per loro di andare a casa e se lo l'avessero fatto c'erano piccoli vestiti da acquistare o aggiustare.

Quasi come se qualcosa nell'atmosfera fosse cambiata, ognuna mi guardò, la preoccupazione espressa sulle loro facce, stavano tutti seduti in posizione eretta e tornarono subito al lavoro. Poi capii dal mio aspetto, dopo che Veronica mi aveva dato un rifacimento, che mi stavano guardando come se fossi un personale superiore della metà più ricca di Londra.

Deglutii prima di dire "Sono una di voi, sapete." abbastanza forte in modo che il suono della mia voce fosse in grado di arrivare nel retro della stanza. Una stanza di occhi che mi osservavano confusi, scansionando il mio aspetto.

"Sei un'assistente personale?" Una ragazza che sembrava avere la mia età chiese dalla prima fila di macchine.

Risposi con un cenno del capo prima che la ragazza sospirasse.

"Solo la minoranza arriva ad essere un'assistente personale, di solito loro possono chiudere un occhio su di voi, quelli che loro vogliono torturare molto, molto...lentamente." una ragazza della prima fila mi guardò malignamente. Deglutii sperando che lei stesse buttando la sua rabbia su di me.

"Mi dispiace, ma voi dovete ritornare al lavoro così non verrete punite per non aver eseguito gli ordini." Risposi, provando a non piangere alle parole che aveva detto la ragazza.

Ognuna di loro abbassò la testa ritornando al lavoro quando cominciai a camminare giù il corridoio delle macchine osservando i nomi delle persone, le foto e le facce nella vita reale.

Controllai tutti quelli fuori dalla lista, prima di andarmene e camminare al piano superiore dove si trovava l'ufficio di Harry.

Bussai alla porta prima di entrare ma trovai Harry parlare al telefono.

Stavo per andarmene e aspettare affinché finisse ma prima che potessi mi fece cenno di rientrare di nuovo.

Mi sedetti goffamente sulla sedia di fronte la sua scrivania mentre giravo i pollici, ascoltando la sua conversazione.

"Si sarò lì." Disse attaccando la linea, prima di sentire la risposta dell'altra persona e annuendo.

"Smettila di parlarne, sai che ci sarò. Devo andare." Lui disse dopo e premette il bottone di fine chiamata sul suo cellulare.

"Scusa, era la mia um fidanzata." Mi informò.

Ero un po' sorpresa che fosse la sua "fidanzata" adatta alla sua età e il modo in cui parlava di lei in un modo piuttosto maleducato.

Risposi con un "oh giusto", ancora confusa da quello che la ragazza nella stanza del lavoro aveva detto.

"Stai bene?"Chiese Mr Styles, sembrando preoccupato mentre faceva correre la sua mano tra i capelli.

"Si."

"No, tu non lo sei, tu stai per piangere." Lui incalzò.

"Una ragazza della stanza del lavoro era solo maleducata, credo."

"Cosa ha detto?" Chiese, sembrando sempre più irritato.

"Non è niente, lascia stare, va bene." Insistii.

La sua mascella si tese ma sospirò prima di borbottare un "okay".

Decisi di cambiare argomento così gli passai il foglio dove avevo segnato tutti i lavoratori presenti.

"E' tutto qui." Dissi debolmente.

"Bene." Disse tirando il foglio via da me e mettendolo di nuovo nella sua cartella.

Venimmo interrotti da qualcuno che bussò alla porta. Era un uomo di mezza età vestito come Harry e portava con sè un lavoratore della Stanza del Lavoro per il colletto della sua camicia lacera. Le lacrime bordarono dai miei occhi una volta che realizzai che lei fosse sul punto ti essere punita e questo sarebbe stato grave.

"Questa si pensa che possa disobbedirmi Harry, sai cosa significa." Sputò l'uomo.

Harry sospirò prima di passare a me e dire "Felicity puoi aspettare fuori per favore, non puoi vedere questo." Annuii prima di lasciare la stanza.

Mi sedetti sulle sedie fuori dal suo ufficio fissando il vuoto, preoccupata per la ragazza nell'ufficio, sperando che fosse okay ma dopo sentì delle urla. Lei stava gridando e gemendo per il dolore, il suono mi provocò una sensazione di malessere sviluppato nel mio stomaco e le mie gambe tremarono.

Questo è il secondo capitolo, spero che la traduzione sia giusta e che vi piaccia.

A presto

Ale xx

-Capitolo corretto-

Divided(italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora