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I giorni erano passati da quando mi avevano detto della mia casa bruciata al suolo e da quando mi ero arrabbiata con la guardia che mi trattava con condiscendenza e si era rifiutato di lasciarmi vedere la mia famiglia. La mia gola era graffiata e il mio stomaco quasi vuoto dovuto alla mancanza di cibo e di bevande che avevo consumato nelle ultime settimane che ero stata qui. Aggiunto al mio disagio anche l'umidità dell'aria e il piccolo spazio scuro che mi circondava in questo spazio sotterraneo,tutto stava risultando in un senso di freddezza e claustrofobia.

L'unico modo per passare il tempo era pensare. Ogni angolo della mia mente era tormentato mentre pensavo alla mia famiglia, a Harry, e ai recenti eventi. Avevo iniziato a mettere in discussione la mia sanità mentale, e la mia sensibilità. Mi domandavo perchè avessi approcciato la situazione con Harry nel modo in cui avevo fatto e perchè avessi pensato fosse una buona idea rischiare così tanto. Mi chiedevo perchè mi ero fidata di Mya, perchè non ero stata capace di proteggere Zac di più, perchè non avevo detto a mia madre delle mie intenzioni di ribellarmi e perchè non avevo detto a mia madre che mi ero innamorata. Ancora più importante, mi domandavo perchè non avessi detto mai ad Harry che l'amavo quando avevo la possibilità perchè mentre ogni momento passava senza di lui io sentivo la connessione tra di noi crescere ulteriormente e più distante. La corda metaforica che ci aveva legati insime si sentiva come se ci stesse tirando un momento e poi tagliata in quello dopo. Avrei sviluppato la speranza che l'avrei rivisto di nuovo, ma mentre io assorbivo la mancanza della luce del giorno e la mia mancanza di libertà, qualsiasi tale speranza se ne andava via.

La porta si aprì improvvisamente e scattai con la mia testa e il suono dei tacchi alti perforava sul pavimento, lasciandomi confusa. Quando infine notai chi era, sulla mia faccia crebbe altra confusione e leggermente anche rabbia.

Era Venorica e a seguito dietro di lei c'era una donna di mezz'età. Lei sembrava estremamente simile a Veronica, una versione più vecchia di Veronica, pacchiana, snob e irritante. Poi ancora un'altra persona seguì dietro e nella piccola cella scura. Quando la sua faccia divenne chiara, sarei potuta rompermi. Non mi sentivo felice o triste nè mi sentivo arrabbiata. Non avevo visto la sua faccia per un lungo periodo ma non avresti mai dimenticato il viso di tuo padre.

"Papà?" chiesi confusa, parlando alla fine.

"Ciao tesoro," lui parlò e provò ad avvicinarsi e tenermi tra le sue braccia. Mi tirai via da lui, rifiutando il suo abbraccio. Ero sbalordita del modo in cui aveva agito come se niente fosse successo. "Avanti, mi sei mancata così tanto," poi disse.

Mi imbattei all'indietro. "No. No. Cosa ci fai qui?" i miei pensieri uscirono come parole.

"Siamo venuti per vedere se stessi bene," lui sbuffò.

"Bene?" esclamai. "Tu non mi hai vista dalla divisione! Ci hai lasciati per via di qualche altra donna!"

Lui sospirò e guardò verso la donna che stava in piedi a fianco a Veronica. "Beh voglio essere una parte della tua vita di nuovo."

"Quale vita? Non ne ho più una. Sono bloccata qui e sono piuttosto sicura che verrò lasciata prima del giorno in cui morirò!"

"Fliss, le cose stanno cambiando lì fuori okay?"

"Non chiamarmi Fliss!" pretesi, e guardai oltre verso Veronica e sua madre che stavano guardando entrambe sgraziate e respinte da me. "E cosa ci fanno loro qui?"

Non avevo idea del perchè fossero qui con mio padre. "Perchè," Veronica si intromise. Fece una pausa, un sorrisetto sul suo volto prima di continuare, "Mia madre è la donna per cui tuo padre ha lasciato te e la tua famiglia," lei sogghignò.

Il ghigno sul suo volto mi aveva disgustata, di tutte le persone, doveva essere sua madre. Una della Metà Superiore per la quale avevo cresciuto gran disgusto era la figlia della nuova donna di mio padre. Odiavo mio padre per il fatto che ci avesse avuto a che fare e odiavo il fatto che non sapessi cosa gli era successo. Tuttavia, quello che mi infastidiva di più era che stava alzato qui ora come se non fosse successo niente e come se io dovessi essere perfettamente felice con la sua scelta di donna quando ero lontana da ciò.

Guardai verso mio padre che sembrava evitare la situazione intorno a lui, ma notando il mio sguardo lui si accigliò. "Fliss, mi dispiace-"

"Se fossi dispiaciuto abbastanza tu non avresti avuto una relazione in primo luogo."

"Oh Felicity, fattene una ragione." Il suono della voce sarcastica di Veronica suonò attraverso la stanza e la guardai sgomenta. Mi accigliai, ignorando la rabbia pulsante che stava sorgendo nel mio corpo come conseguenza.

"Sai come stanno mamma e Zac?" chiesi, guardando di nuovo mio padre.

"No," parlò. "Avevo intenzione di chiederti la stessa cosa."

Restrinsi i miei occhi in confusione. "A me? Perchè dovrei saperlo? Sono stata bloccata in questo diamine di posto per dio sa quanto! Non riesco a vedere neanche la luce del giorno."

"Evidentemente," Veronica derise osservando i dintorni. Roteai i miei occhi prima di parlare a Veronica, deviando di nuovo l'argomento.

"Hai visto Harry? Cosa gli è successo?"

Lei rise di me. "Oh lui sta bene. L'ho visto proprio la scorsa notte effettivamente," lei rispose sgradevole.

"C-cosa?"

"La scorsa notte era tutto irritato con Morgan quindi è venuto da me per diciamo un po' di....sollievo." Lei sorrise.

Volevo credere che stesse mentendo ma parte di me scorse la verità nelle sue parole. Ero stata qui per così a lungo e Harry e io non ci eravamo mai visti e mai avremmo potuto. Sarebbe perfettamente ragionevole per lui dormire con Veronica di nuovo e la realtà della situazione era che a lui probabilmente non mancavo tanto quando lo era per me e pensare a ciò mi causò una lacrima all'occhio.

"Non piangere per questo Felicity. Non ti ha mai amata, tu avresti dovuto vederlo dall'inizio. Era tutto solo uno scherzo per lui."

Quelle parole, non mi importavano perchè nonostante avessi i dubbi, sapevo che Harry non l'aveva mai visto come un gioco. Forse si è dimenticato di me ora ma voleva dire qualcosa per lui al momento e per quello ne ero certa.

Ero così arrabbiata e così disgustata da Veronica, tuttavia, che chiesi di andarsene.

"Non dirmi cosa fare," lei rispose.

"Veronica!" mio padre sbottò.

"Oh tu puoi pure andare a fanculo!" lei esclamò.

"Ho detto di uscire," ripetei severamente.

"Fliss," mio padre provò ad agire carino.

"Uscite!" urlai infine. "Tutti e tre, per favore lasciatemi semplicemente sola,diavolo!"

"Va bene per me," Veronica parlò e non passò molto prima che sua madre che non aveva detto una parola davanti a me se ne andasse, con mio padre che la seguiva dietro.

Crollai sul freddo, pavimento di legno duro e mi raggomitolai per provare e tenermi al caldo. Le lacrime lasciarono i miei occhi mentre lasciavo disperatamente mostrare le mie emozioni. Potevo a mala pena comprendere quali fossero le mie azioni però c'era troppo da pensare.

Alla fine iniziai ad addormentarmi e così feci, l'immagine di Harry riempì la mia mente. I miei sogni furono offuscati con le visioni di me e lui, felici e lontani da una Londra Divisa.


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Non ci credo ancora, l'abbiamo iniziata il 21 agosto dell'anno scorso così tanto per provare e ora ci avviciniamo alla conclusione. Grazie a tutte per averci seguite durante questo percorso.
WOW,davvero non ho parole.
Non deludeteci alla fine,fateci vedere che ne è valsa la pena dopo un anno:)


Alex xx



Divided(italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora