Capitolo Uno

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Sono quasi le cinque e Harry è in un lieve stato di panico. Sta vagando per la stanza come fosse uno scoiattolo che raccoglie noccioline per l'inverno, una scarpa al piede e con indosso abbastanza strati di vestiti da iniziare già a sudare un pochino: pantacalze sportive, pantaloncini da corsa, maglia a maniche lunghe, una maglietta, due canottiere e un berretto verde che dava un tocco di colore. Questo era stato un'aggiunta dell'ultimo momento, sistemato con cura sui ricci, dopo aver deciso che la solita bandana non sarebbe andata bene. È soddisfatto del risultato. È molto soave-atletico-incontra-lo-stile-hipster-fashionista.

Sfortunatamente, è in ritardo, e questo è già di per sé un disastro se significa che i suoi venti e più minuti di preparazione potrebbero esser stati completamente inutili.

"Liam!" Grida in corridoio. Il loro appartamento è abbastanza piccolo che un urlo ben calibrato non può passare inavvertito.

Di fatto, il suo coinquilino compare sulla porta della cucina con una ciotola di cereali stretta al petto. Liam di recente ha sviluppato un'atipica dipendenza dai Lucky Charms che sta rendendo impossibile preservare il latte in casa. Harry cerca di non agitarsi al pensiero di quando potrà farsi un thè al mattino, e si concentra invece sull'emergenza in questione.

"Hai visto l'altra scarpa?" domanda disperato.

Liam corruga le sopracciglia, continuando a masticare. "Non penso."

"Non pensi, o non l'hai vista di sicuro?" insiste, picchietta le dita contro le tasche dei pantaloncini.

"Non lo so, amico. Mi dispiace. Hai controllato in lavanderia?"

"Harry fece una smorfia. "Perché dovrebbe essere in lavanderia?"

"Non so," ripete Liam. La sua reputazione di Mr. Collaborazione non è molto legittimata al momento. "Solo un suggerimento."

"Dannazione, dovevo uscire tre minuti fa," si dispera Harry, superando il suo coinquilino per proseguire nella sua infuriata.

Liam segue Harry in cucina, osservandolo divertito avanzare a fatica tra una pila di scatole vuote di cui si sarebbero dovuti sbarazzare diversi mesi prima. "Sai, c'è un motivo se hanno inventato i tapis roulant,"

Harry alza lo sguardo, le mani piene di cartone, e gli chiede secco: "Abbiamo un tapis roulant, Liam?"

"Potremmo. Con molta facilità, a dire il vero."

Il suo pensiero è innegabilmente logico, così Harry fa cadere le scatole per terra. "È piacevole correre d'inverno," insiste flebilmente. "E i tapis roulant sono noiosi. Non mi piacciono."

Liam alza le spalle come per dire 'fa come vuoi.'

Passano alcuni secondi di ricerca bellicosa da parte di Harry e un calmo masticare di cereali da Liam. Poi:

"Aha!" Con un sorriso brutalmente soddisfatto -se non tendente al maniacale- Harry tira la sua scarpa perduta fuori da dietro il bidone della spazzatura.

Liam lascia cadere il cucchiaio nella ciotola con un rumore secco. "Come diavolo c'è finita là dietro?"

"Non lo so, non m'interessa, Liam." Harry salta via, infilando goffamente il piede nella scarpa e incespicando contro la parete. Si raddrizza, si allaccia le scarpe, e poi è fuori, saltando il suo solito stretching di riscaldamento e affrettandosi a scendere le scale.

"Fai attenzione!" sente gridare a Liam alle sue spalle.

Sta nevicando lievemente fuori, e una leggera coperta di bianco copre il terreno. Più di quanta Harry si sarebbe aspettata, ad essere onesti, ma l'asfalto è stato cosparso di sale e sembra abbastanza sicuro. Il tramonto sopraggiunge, il cielo è tinto flebilmente di un azzurro grigiastro dietro all'alone di luce dei lampioni. Harry respira a tempo, gli occhi iniziano a pizzicargli a mano a mano che inizia ad adattarsi al freddo, e infila una mano in tasca per prendere l'iPod. Quando vede l'orario sullo schermo, sente il cuore toccar terra.

Out Of Orbit, Into Gravity - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora