A Hat of Tea

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La minuscola porta si chiude alle sue spalle, in un tonfo sordo che sa improvvisamente di trappola.
Il giardino, che sembrava a prima vista enorme, ora piega ogni possibile legge: muta davanti ai suoi occhi, cambia prospettiva, proporzione, ogni cosa.
E quel che prima era così distante, ora appare assai vicino.

La ragazza, trovandoselo di fronte senza alcun preavviso, trasale.
-Sei tu...-riesce solo a dire, in un soffio.
-Certo che sono io! Io potrei essere solo io soltanto... Come mai potrei essere qualcuno che non sono?

Il tempo sembra fermarsi per brevissimi istanti.
Poi, d'improvviso, la ragazza fa dietro front: la porticina sembra ancora più piccola, da così lontano.
Prende a correre, in un moto di irrazionale paura. Quel timore che ci schiaccia prepotente ed ingiusto, quando ci ritroviamo davanti qualcosa dopo averlo a lungo immaginato, sognato, sperato.

Il sorriso sgangherato del Cappelaio si attenua progressivamente. Le sue folte e colorate sopracciglia si abbassano ed i suoi occhi bicromi, prima lucenti e vispi, si spengono.
Persino il verde del prato e delle foglie sembra farsi triste con lui.

Lo spazio si piega di nuovo, bizzarro ed imprevedibile, e la ragazza riesce a raggiungere la porticina. Ora, però, è un portone enorme, alto almeno il doppio di lei.
Ma non se ne cura, non le importa: vuole solo fuggire.
Salta un paio di volte, prima di riuscire a raggiungere la maniglia.
Una volta aperta la porta, la attraversa e chiude con urgenza. Poi vi si abbandona con la schiena, per riprendere fiato.
Nemmeno si accorge che ha di nuovo cambiato formato: ora è una normalissima porta. Forse, se fosse stata così fin dal principio, non avrebbe nemmeno attirato la sua attenzione.

-Qualcosa non va, cara?-si sincera una delle libraie, raggiungendola, dopo aver sentito tutto quel beccano.
La sua capigliatura è molto più simile a una sfera di rose blu, che a dei capelli veri e propri. Anche l'abbigliamento è singolare: centinaia di ritagli di giornale, arricciati e cuciti tra loro, danno forma al corpetto e alla voluminosa gonna che indossa.
-Lui era lì... Era vero...-bisbiglia solo la ragazza, senza guardarla veramente. È semplicemente persa in quel pensiero incredulo ad alta voce.

-Lui chi, cara?-interviene un'altra libraia. I capelli castani, ma con una strana luce che dà l'impressione che si tratti di metallo. Tra una ciocca e l'altra, ci sono incastrati degli ingranaggi dorati, così come per tutto l'abito color crema. Sul corpetto, le lancette di un orologio che camminano alla rovescia.
-E lì dove?-si aggiunge una terza, sistemandosi sul naso gli occhialetti a mezzaluna. I suoi capelli sono rosso fuoco e il vestito che indossa è ricavato esclusivamente da copertine e pagine di libri. Ne ha uno persino in testa, che si sfoglia da solo, ogni tanto.
-Ciò che è vero, non può non esserlo! Dico bene?
Ed ecco che arriva anche la quarta, a completare il loro bislacco quadretto: i suoi capelli argentati sostengono nella loro acconciatura ingombrante una gabbia per uccelli. I colori dell'abito, fatto per lo più di piume, ricordano quelli del più raro e meraviglioso pavone.
-Ma se è vero ciò che è vero, come può esserci qualcosa che è veramente falso?-domanda quella occhialuta.
-Notevole osservazione, mia cara!-asserisce in risposta la libraia con le rose in testa.

Le donne iniziano a parlottare tra loro, a fare affermazioni sconclusionate e a ragionarci sopra, ma senza usare mai la ragione per davvero.
La ragazza, ancora col cuore in gola e a disagio, ne approfitta per lasciare la libreria, chiusa nel suo silenzio.
Torna a casa e si abbandona sul letto.

Fin da bambina le raccontavano storie sul Cappellaio. E, una volta cresciuta, aveva letto a suo proposito libri, su libri, su libri. Più di quanti quella bizzarra libreria custodisse.
Conosceva ogni cosa lo riguardasse.
Lo conosceva da sempre.
Lo conosceva meglio di se stessa.

Ma allora perché?
Perché si era comportata in quel modo?
Perché aveva provato tanta irrazionale paura?
Sospira, mettendosi seduta con i piedi che ciondolano fuori dal letto, per fissare la carta da parati di fronte a sé: rappresenta una lunga tavolata pronta per l'ora del the, piena di invitati bizzarri e colorati. E poi c'era lui.
Abbozza un sorriso.
Non aveva avuto paura di lui.
Come potrebbe?
Erano le sue emozioni ad averla spaventata.
Erano troppo forti, troppo irruente e del tutto impreviste.
Mai avrebbe immaginato di trovarselo di fronte un giorno.
Mai avrebbe immaginato che fosse reale.
Ma lo era.
Sarebbe mai riuscita a perdonarsi di essersi persa una simile occasione?

Si alza di scatto, con decisione.
Prende tutto il necessario per un simile viaggio: qualche briciola di biscotto in tasca, un ago, una carta da gioco e una tazza a mo' di cappello.
Dopodiché, decisa come non mai, torna alla libreria.

Non si sorprende affatto di trovare le libraie ancora perse dietro alle loro farneticazioni nel bel mezzo del corridoio.
I loro discorsi, chissà come, erano passati dal concetto di vero e falso, alla giusta gradazione di colore per un fenicottero da olimpiadi.
Ma non le importava, l'importante era riattraversare quella porta.

Ma quella porta non c'era. Non più.
Improvvisamente si sente crollare il mondo addosso.
Poi nota su un'altra parete uno specchio enorme. È piuttosto sicura che non ci fosse, quella mattina.
Sorride. E lo attraversa.

Il mondo che le si presenta di fronte è molto diverso da quello che aveva visitato in precedenza.
Non c'è quel clima folle e festoso, niente colori ed accostamenti bizzarri, nessuna geometria priva disenso.
Piove.
L'unico albero sulla collina ha perso le foglie.
Ai suoi piedi, seduto a terra con accanto il suo alto cilindro, il Cappellaio ha perso il suo buon umore e persino i suoi capelli arancioni sono tristi con lui.
La ragazza lo raggiunge.
Si toglie la tazza dalla testa e gliela porge. Basta quel gesto per riempirla.
-The?-gli offre in un sorriso.
Il Cappellaio alza lo sguardo sorpreso su di lei, uscendo da quel grigiore e tornando lentamente più colorato di prima.
-Sei tornata!
Alice gli sorride. Ed annuisce.

A Hat of TeaWhere stories live. Discover now