[Juu San] Lettere a Milena

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«Sei pesante Namjoon, devo fermarmi o mi spacchi in due la schiena»

Possibile che non ci fosse davvero niente tra loro due? Erano Yoongi e Namjoon, loro erano una coppia clamorosa, il duo che nessuno riusciva a dividere e in quel momento stavano facendo i cazzoni, come sempre, com'era da una vita. Namjoon e Yoongi si stavano soltanto divertendo a giocare con il fuoco ma solo il cielo era testimone dell'incendio che stavano per appiccare nelle loro vite.

«Hyung, hyung– ascoltami! Ho una tua immagine che continua a tirarmi calci sulla coscienza, ci sei tu in un parcheggio e le mie mani sulla tua testa– oh dio, questa immagine è così insistente che a volte la sogno e mi sveglio eccitato come un ma-»

«Shh- che cazzo ti prende?!»

«Quando uno dice di non voler parlare di qualcosa, di solito vuol dire che non può pensare ad altro» Namjoon pronunciò queste parole non appena i due riuscirono a fermarsi di fronte al kombini davanti al loro appartamento, Nam appoggiò le spalle contro un muretto e poi si avvicinò a Yoongi inclinando un po' il collo. Le sue labbra si incurvarono piano in un sorriso elastico e i suoi occhi iniziarono a frugare all'interno di quelli del suo hyung.Nella speranza di trovarci dentro qualcosa, un segno, uno scintillio che potesse confermare almeno uno dei suoi dubbi. «Ti era piaciuto, non è vero?­ ci hai ripensato anche tu»

«Stai zitto! Cazzo Namjoon— sei fuori di testa?!» Yoongi cercò di tappargli la bocca con forza, sentendo il respiro del più piccolo fuoriuscire dalle sue labbra e bruciargli la pelle.

Fu in quel momento che gli venne in mente la prima volta in cui vide qualcosa di diverso nel suo caro e vecchio Namjoon. Qualcosa come se dalla finestra arrivasse un'altra luce ad illuminargli la fronte e la sua voce iniziò a prendere un intonazione diversa: La prima volta che Yoongi sentì delle vertigini guardandolo, Nam stava leggendo John Steinbeck. Aveva tra le dita "La Valle Dell'Eden" e aveva ripetuto a voce alta un suo passaggio circa una ventina volte, imparandolo a memoria, come in una preghiera. Era fatto così, a volte non ricordava la tabellina del nove ma sapeva citarti a memoria l'incipit di "Viaggiatore Solitario" di Kerouac senza batter ciglio. Era un tipo strano il suo Namjoon.

Mentre Namjoon recitava questa sua preghiera Yoongi si era soffermato a guardare le sue labbra muoversi sempre allo stesso modo, a osservare il movimento dei suoi tendini mentre si arricciava con un dito l'elastico della felpa e cercava di togliersi delle calze lunghe fino a sopra le caviglie. Se qualcuno l'avesse visto in quel momento, così ossessionato e concentrato su quelle pagine, avrebbe dato l'idea di un essere un matto, uno che non verrà mai capito da nessuno e che resterà vergine fino ai quarant'anni. Namjoon e i suoi libri, Namjoon e la sua scrittura, Namjoon e le sue canzoni sconosciute, Namjoon e un mondo che non capiva nessuno. Tutto questo fece sì che agli occhi di Min Yoongi Namjoon risultasse un'anima persa nel mondo delle idee e che il suo cuore si sentì subito catapultato nell'iperuranio.

«Ci penso spesso hyung, intendo, che a volte penso a noi due in una vera relazione. Noi due come amanti, chiusi in un motel a scopare mentre Nude dei Radiohead suona a volume massimo e mia madre mi spacca il cellulare di chiamate perché non mi faccio sentire mai. Ci penso spesso, a volte ci scrivo pure qualcosa »

«Mi stai confessando il tuo amore, Namjoon?»

«No, solo la trama per qualche storia che non pubblicherò mai »

«Fai meglio a non far finire questa tua storia nelle mani del tuo bel Taehyung, allora»

Erano Namjoon e Yoongi e magari da qualche parte nell'iperuranio si erano pure guardati.

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a/n

In questo capitolo ho mandato a fanculo la punteggiatura e l'italiano

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In questo capitolo ho mandato a fanculo la punteggiatura e l'italiano. Lo so, lo so, scusatemi ma è stato difficile riprendere a scrivere. Posso confermarvi però che sto molto meglio e che riprenderò ad aggiornare "normalmente". (IL MIO NORMALMENTE PERÒ 🤔🤧). Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, è stato piacevole scriverlo e questi due mi fanno sempre uno strano effetto.
–MARTINA.

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