Cap III

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Ferma immobile, nonostante  fremessi per muovermi, la paura mi bloccava; l' unica cosa che riuscivo a fare era allargare le cosce sempre di più, per permettergli di infilare la sonda sempre più a fondo nel piccolo orifizio della mia uretra.

Mi colava la bava dalla gag ball  che impediva alla mia bocca di respirare,  facendo battere il mio cuore ancora più forte. Il fastidio di avere qualcosa inserito in un posto totalmente mai esplorato prima, era mischiato al piacere che il suo effetto stava producendo al mio corpo; ero talmente bagnata e vogliosa, che le mie mani, questa volta lasciate libere, scendevano ad accarezzare il clitoride consapevole del Suo sguardo su di me. Il mio ventre era in subbuglio, dalla continua sollecitazione dei sensi, ero invasa da un piacere nuovo e diverso, oltre la mia percezione, la mia testa pulsava e quando Il Berlinese tolse la sonda dalla mia uretra ebbi quasi un senso un senso di sollievo e di pace per la concessione che mi stava offrendo da quel piacere estremo. Riadagiai il bacino sul materasso e chiusi le cosce, mentre la bava continuava a colare, il mio cuore riprese un battito regolare, non mi importava di non aver goduto, quel piacere andava ben oltre un mero orgasmo, non ero abituata, forse non ero la ragazza giusta per tutti quegli stimoli. mentre la mia testa era incentrata su questi pensieri venni sollevata dal letto da braccia forti inguantate dal latex, supposi ( ero sempre bendata ) e lasciata in piedi senza appoggi, mi furono tolte la gag ball e la benda. E così mi ritrovai riflessa a uno specchio a figura intera, nuda, con solo i miei capelli castani a fare da cornice e la sua figura nera dietro di me. Era alle mie spalle, potevo sentire il latex che aderiva alla mia pelle, il rumore del su respiro, Lui, io, e il mio cuore che perdeva battiti.

Non mi mossi, rimasi ferma, mentre lui con una mano scostò i miei capelli e incominciò a accarezzare il mio collo,

" Guarda lo specchio" disse, la sua voce, calda, sensuale, matura...

"Si" risposi con voce flebile, quasi un sussurro.

La sua mano scivolava sul mio corpo come un pittore che dipinge su tela, facendo risvegliare nuovamente i miei sensi appena assopiti, arrivato al mio pube, si tolse un guanto, e potetti finalmente sentire il calore delle sue dita fra le mie labbra, per poi insinuarsi dentro di me, lentamente, prima il medio, poi l' indice, mentre il pollice massaggiava il clitoride esposto. Appoggiai la testa alla sua spalla e chiusi gli occhi, gli affondi divennero più veloci e più ritmici, mentre le mie mani stringevano e torturavano i miei capezzoli turgidi.

"Apri gli occhi Erika, subito! Guardati!

Obbedii e aprii gli occhi e ciò che vidi mi turbo e innamorò contemporaneamente, una giovane donna in una smorfia di piacere, completamente soggiogata a un' ombra senza nome che la manovrava come una marionetta, con una mano dentro la sua fica, quella vista, quel pensiero, furono la goccia che fece traboccare il vaso già stracolmo del mio godimento, venni senza ritegno sulla sua mano, inondandola, e gemendo come una cagna in calore, per poi ricadere ai suoi piedi stremata. Il Berlinese si inginocchiò accanto a me e mi sussurrò all' orecchio :

" Io sono il Padrone del tuo piacere, non scordarlo mai Erika, e non disobbedirmi più. Devi ancora andare alla boutique di Madame Rouge! Sono molto deluso da te.  Non sei ancora pronta per andare oltre. "

Detto questo si alzò e se ne andò, lasciandomi nuovamente al mio vuoto e al mio silenzio, nessuna coccola, nessuna carezza, solo il mio corpo nudo sulla moquette di un hotel di Berlino dopo il sesso con l'uomo invisibile. Eppure non ero obbligata a incontrarlo, non avevo bisogno dei suoi soldi, ero una brillante studentessa che seguiva un master in una città straniera. Allora perché ogni volta che mi arrivava una notifica su telegram il mio cervello andava in ko e il mio cuore si metteva a fare le capriole? 

Der BerlinerDonde viven las historias. Descúbrelo ahora