8. Lirya

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Nell'immagine: Katy

Ero davanti all'aula di inglese, incapace di afferrare la maniglia e abbassarla per entrare. Non sapevo cosa aspettarmi, paura, ansia e aspettative poco rassicuranti si aggiungevano a ricordi passati nel dolore e nelle bugie. Per anni avevo mentito ai miei genitori, come agli inservienti; persino ai dottori che non centravano nulla ed erano vincolati dal segreto professionale. In undici anni di scuola non avevo mai confidato a nessuno come davvero stavano le cose a scuola. Faccio un gran respiro profondo e afferrò la maniglia per poi abbassarla e spalancare la porta. Le prime cose che noto entrata in aula sono il baccano e l'anarchia più totale, seguite a ruota dal banco vuoto in penultima fila. Ne dedussi che fosse il mio e difatti avevo ragione. Nessuno fece caso a me. Ne approffittai per avviarmi verso il mio posto, schivando alcuni ragazzi che si spintonavano e si prendevano a male parole. La seconda cosa che notai erano i vari gruppetti in cui era divisa la classe. C'era quello delle VIP, quello dei VIP, quello degli stupidi.... Insomma una classe normale se non fosse stato per via dei loro aspetti. C'erano lupi, gatti e volpi mannari, streghe, orchi, demoni... Ma non vampiri. No quelli mancavano. Non sapevo come definirmi. No. Non era vero. Valter in macchina me lo aveva detto. Come sua sposa ero un vampiro in tutti i sensi. Appena arrivata al mio banco e poggiati i libri vidi una ragazza in fondo all'aula. I capelli bianchi, arruffati, si vedeva lo sforzo che compivano quelle forcine a farli rimanere in ordine, quei poveri capelli. Gli occhi viola come i miei. Mi avvicinavo a quella che a prima vista pareva il mio completo opposto. Trascinai una sedia di fronte al suo banco, era intenta a leggere un libro.

- Piacere Lirya. Volevo chiederti se da queste parti è sempre così.

Ok, come approccio faceva schifo. Soprattutto perché ero a cavalcioni su una sedia di un mio compagno del corso di inglese, di fronte a un'altra mia compagna che di parlare non aveva nessuna voglia. O meglio così pensavo. Ripose il libro in cartella e mi guardò con il mio stesso sguardo inespressivo.

-Ayril. Si, è sempre così. Sei la ragazza nuova? Quella che vive con il conte?

- Si, sono io. L'insegnante a che ora arriva?

- Entra in classe con un quarto d'ora di ritardo nei giorni in cui decide di fare il suo ingresso in anticipo. Siccome è lunedì dubito che arrivi prima della seconda ora. Che corsi hai oggi? Così vediamo quelli che abbiamo insieme...

- Volentieri.

Ero piacevolmente sorpresa della cosa e le rivolsi un sorriso, per la prima volta dopo anni, sincero. Estrassi dalla tasca dei miei jeans il foglio del mio orario piegato in quattro. Lo aprii e glielo mostrai. Lo stesso fece lei col suo. Avevamo tutti i corsi insieme. Sia quello di quel giorno sua quello della settimana. Persino quelli extra erano identici. Cominciammo a parlare del più e del meno, mentre il continuo frastuono provocato dei nostri compagni continuava. A un certo punto uno urlò a squarcia gola:

- Ma non era oggi che arrivava la ragazza nuova?

In aula calò il silenzio. Un altro gli rispose:

- Si è vero.

All'improvviso tutti si guardorono intorno a cercare un viso nuovo che prima non avevano notato. Quando gli occhi di tutti si fermarono su di me mi alzai in piedi e mi avviai verso la lavagna di fianco alla cattedra. Li potevo osservare tutti dal primo all'ultimo. Mi limitai ad una semplice occhiata di sfuggita mentre Ayril mi rivolgeva un sorriso di incoraggiamento, come fossimo state amiche di vecchia data. Ho l'attenzione di tutta la classe, quindi ne approfitto per presentarmi.

- Piacere a tutti io sono Lirya e sono arrivata oggi in classe per studiare qui.

I miei compagni scoppiano in fischi di approvazione e in applausi. Poi a uno a uno si presentano. Sono diciotto in tutto. Jon, Robbie, Lorence, Christina, Clar, Rina, Nadia, Alex, Dyan, Rayan, Katy, Emily, Sean, Logan, Matt, Harry incluse, ovviamente, Martha (N.A. dite la verità, vi eravate dimenticati di lei vero!? 😂)   e Airyl. Tornai al mio banco, ma non vedendo accenni in direzione della porta che ra ancora chiusa decisi di tornare verso Airyl, che però mi precedette e sta volta venne lei da me. Continuando a parlare ridere e scherzare, quando si avvicinò a noi una ragazza. Una lupa mannara dal pelo viola e di indiscutibile bellezza.

- Ehi, io sono Katy. È la prima volta che viene una ragazza nuova qui. Di dove sei?

- Sono di qui. Semplicemente per una serie di circostanze sono stata costretta a combinare scuola. Per cui eccomi qui.

Le rivolsi un sorriso genuino. Anche se era arrivata nel mezzo della conversazione. Prese anche lei una sedia e si sedette con noi. Scoprimmo ben presto che avevamo molte passioni in comune. Stavamo ridendo e scherzando quando sentimmo suonare la campanella che segnava la fine della prima ora.  Nessuno se ne curò. Tanto la profe non accennava ad entrare. Dopo un altro quarto d'ora entrò la bidella a comunicarci che la profe. come gli altri professori delle ore seguenti erano assenti per via di alcuni problemi interni alla scuola, per cui ci dissero di prendere gli zaini e di tornare a casa. Tra esultazioni varie e grida di gioia, noi tre decidemmo di andare a prendere una cioccolata calda in centro città.

Eravamo sulla strada principale da un po'. Stavamo girando per le vie illuminate del centro in classica serata a metà tra l'invernale e l'autunnale, caratteristiche dei primi di novembre. A metà strada notammo la vetrina di un bar molto carino. Entrammo e ci sedemmo a un tavolo a ordinare. Katy prese una tazza di tè caldo. Ayril una tisana e io una cioccolata calda con la panna. Continuammo a parlare del più e del meno, fino a quando non decidemmo che si era fatto abbastanza tardi da poter tornare a casa. Abitavamo tutte e tre in direzioni diverse per cui ognuna di noi prese una via differente e così ci separammo subito. Dopo pochi metri incontrai Martha e Max che erano venuti a prendermi. Mi accompagnarono all'auto. Raccontai loro della mia giornata, anche se a Martha la parte che riguardava la classe interessava poco, dato che ra presente. Appena arrivata a casa mi sdraiai sul letto e mi addormentai, troppo stanca per litigare e sfidare Valter.

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