DESERTI E VILLAGGI

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Nelle ultime due settimane di viaggio la foresta aveva concesso sempre più spazio alla pianura ed Inko procedeva in linea retta da ormai un paio di giorni. La pianura stessa intorno a lui si perdeva in un orizzonte relativamente vicino a causa della lieve curvatura del terreno che pareva farsi via, via sempre più accentuata; ogni tanto, qua e là, alcune collinette facevano sperare di scorgere, una volta superate, qualche segno di cambiamento: un ruscello, un bosco, montagne in lontananza o anche solo qualche albero, ma nulla.

La vasta area intorno iniziava ad apparire molto più secca, quasi desertificata, in lontananza, ad est, alcuni solitari spuntoni di roccia rossa svettavano per alcune decine di gambe sul deserto, il fiume era lontano e le scorte di acqua quasi terminate.

A sud, dietro di lui, la piccola catena montuosa lo salutava quasi osservando i suoi spostamenti. Il sole cominciava a scaldare il terreno secco e l'umidità iniziava a soffocare il respiro, la pelle s'imperlava di sudore, i vestiti si bagnavano e il passo rallentava. Ciononostante Inko era affascinato da questi spazi enormi che ricordavano la sua prateria eppure sembravano perdersi ancor più lontano. La foschia acuiva il senso di nulla che si avvertiva cercando di scrutare forme all'orizzonte e questo senso di vuoto, questo perdersi nel nulla, faceva sentire Inko in qualche modo a suo agio, come un ineluttabile destino a cui doveva abituarsi.

Stremato dalla fatica e dal caldo umido, Inko dovette comunque procedere per un altro intero giorno. I crampi alle gambe e allo stomaco iniziarono a farsi sentire e la lucidità veniva meno; doveva mangiare qualcosa, rinfrescarsi, anche solo in una pozzanghera. La mente iniziò a perdere lucidità e la vista ad appannarsi.

Nei minuti o secondi successivi, ci furono momenti in cui ad Inko vennero in mente tutte le cose che gli erano successe durante il suo viaggio; arrivarono sotto forma di flash che gli bombardavano il cervello con la stessa intensità della luce del sole. Non riusciva a controllare questo flusso di ricordi così come ormai non controllava più le sue gambe e le sue braccia. Le mani gonfie si protendevano in avanti a cercare un appiglio a cui aggrapparsi per andare avanti ma non c'era nessun appiglio a cui aggrapparsi, proprio adesso che lo zaino lo trascinava verso il basso con forza e ad ogni passo diventava un fardello sempre più pesante esattamente come i ricordi che scorrevano nella sua mente. Eppure in quello zaino c'era il necessario per sopravvivere, già forse proprio come quei ricordi, quelle esperienze vissute. Il necessario per sopravvivere.

In realtà Inko nel suo vagare in preda allo sfinimento aveva deviato dal teorico percorso prefissato puntando inconsapevolmente verso est. Si stava imbattendo in una pendenza leggera, il terreno infatti saliva in modo quasi impercettibile in direzione di un sole accecante. In quel paesaggio, a causa di un qualche tipo di pianta erbacea che a volte era alta fino alla vita a volte cortissima, e soprattutto a causa dell'umida foschia e non ultima della stanchezza, era quasi impossibile intuire la conformazione del terreno circostante.

Poi i sensi vennero meno, sentì un tonfo e un leggero dolore allo zigomo, poi più nulla.

Buio, odore di terra secca ed erba, calore, vestiti madidi di sudore e appena un sussurro di vento che si perdeva nel silenzio.

Un vago rumore, come se il terreno venisse calpestato da qualcosa o qualcuno poi il torpore vinceva e i sensi si assopivano di nuovo. Non c'era più il silenzio assoluto adesso. Qualcosa si muoveva intorno. Un animale o altro? Un tonfo sordo come uno zoccolo di cavallo che batte sulla terra, rumori metallici e un colpo di tosse. Un uomo.

Inko comprese di essere a terra, quasi completamente privo di sensi da almeno un ora, la faccia schiacciata al suolo, il gusto di erba e terra in bocca, troppo debole per capire cosa stesse accadendo ma era chiaro che qualcuno lo stesse issando sopra ad una specie di carro piccolo e già carico di sacchi e altre merci. Alle sue narici profumi mai sentiti e altri più familiari come quello del caffè, il caffè!

La Signora del CaffèTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon