Crudelia de Mon

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- Cruella! Basta leggere quegli stupidi libri di favole, scendi immediatamente da camera tua! - la signora De Mon gridava dal salotto a sua figlia Cruella di scendere da lei in salotto

L'allora bambina Cruella De Mon non ascoltava mai la severa e inflessibile madre, che cercava in ogni modo di metterla sulla strada giusta per diventare in futuro una donna ricca e di successo, come lo era lei in fondo.

La donna si gingillava accarezzando i suoi amati cani, ne aveva talmente tanti che Cruella faticava a contarli, e li aveva di ogni razza esistente, dalla più rara alla meno rara, ed erano tutti trattati come principi.

La signora De Mon era appassionata di cani, e passava molto del suo tempo ad addestrarli. Invece la figlia non aveva ereditato una briciola della sua passione, non giocava mai, nemmeno da piccolissima, con i cani della madre

- Cruella! - gridò ancora la donna battendo con impazienza un tacco nel sontuoso pavimento della sua villa

- arrivo madre - la bambina scendeva le scale con seccatura, mal sopportava le continue chiamate della madre - che cosa volete? - domandò con aria stizzosa

Cruella non era una bambina come tutte le altre. Dava del voi alla madre, a causa della rigida educazione che la stessa le aveva trasmesso, e, almeno secondo la signora De Mon, aveva  disrurbi psichici. Ma la bambina non lo credeva affatto, lei si sentiva normale e a posto con la sua mente

- sbrigati, arriveremo in ritardo al tuo appuntamento - le ricordò la madre pettinandole i capelli neri che le arrivavano alle spalle

- ma perché madre? Io sto benissimo - si stizzì ancora la bambina

- non stai benissimo Cruella. Andiamo - la madre chiamò il maggiordomo, che aprì la porta d'ingresso e fece salire le due sulla lussuosa e lunga limousine della madre

Cruella teneva le braccia incrociate al petto e gli occhi bassi. Dopo qualche minuto l'auto si fermò davanti a una clinica psichiatrica

- signora De Mon - la donna che c'era alla reception dello studio salutò la madre di Cruella con gentilezza, e fece accomodare la bambina nello studio dello psichiatra da cui era in cura da un paio di anni

Ma erano anni che Cruella non aveva idea del perché fosse costretta a fare quelle sedute dallo psichiatra.

Era iniziato tutto quando aveva quattro anni; a quell'epoca andava all'asilo femminile più costoso e bello della città, i suoi genitori se lo potevano largamente permettere, ma poi non ci era più andata. Di punto in bianco la madre aveva smesso di mandarla all'asilo e non la mandò nemmeno alle elementari private più costose della città. Veniva una maestra privata da un paio di anni a casa sua a farle lezione.

A Cruella sarebbe piaciuto andare alle elementari e alle medie. Suo padre forse avrebbe voluto così

- come è andata questa settimana Cruella? - domandò l'uomo leggendo la sua cartella clinica

- tutto a meraviglia -

Era andato davvero tutto a meraviglia. E allora perché ogni settimana era costretta a tornare lì in quello studio immacolato? Andava sempre tutto bene.

La madre di Cruella era fuori dallo studio a fumare una sigaretta. Andava molto di moda tra le donne della sua età fumare, e lei non faceva eccezione

- signora De Mon, una chiamata da casa per lei - disse la signora alla reception prendendo in mano il telefono fisso dello studio

- certo arrivo - la signora rispose al telefono. Era il maggiordomo

- signora - cominciò con voce grave - temo che Cruella l'abbia fatto ancora -

La madre della bambina rimise giù il telefono mentre aspettava che la seduta finisse. Ma perché proprio a lei doveva capitare una figlia così?

- non hai fatto nulla di male a nessuno vero Cruella? - domandò il dottore fissando la bambina negli occhi

- no signore - sorrise la piccola

Alla fine non era stato fare del male quando aveva lasciato cadere qualche goccia di veleno nella ciotola dei cani dalmata della madre. Quelle bestie rognose! Uno di loro aveva tentato di morderla, se lo era in fondo meritato. Lei non faceva mai niente di male, o di riprovebole.

Non le era passato per la testa che forse il motivo per cui aveva smesso di andare all'asilo era stato per colpa di quel suo piccolo rapsus di invidia nei confronti di quella bambinetta con dei bei capelli biondi. Più belli dei suoi. Glieli aveva tagliati tutti quanti con un coltellaccio, ma gli aveva portato via anche qualche pezzo di carne da quella sua testolina minuscola. Per lei non era niente di male però.

O quando aveva lasciato cadere del veleno nel vino di suo padre. Non gli aveva comprato la bambola che voleva. Ma non era niente di male

- dottore - la madre di Cruella entrò nello studio - proceda con i farmaci - il dottore annuì e preparò la siringa che una volta a settimana usava su Cruella

Dovevano sedarla come un cane, ma non durava a lungo. Cruella ancora si chiedeva  il perché. Che cosa mai aveva fatto di sbagliato?

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