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Il suono della campanella riecheggiò nell'aula e una massa frenetica di alunni uscì dalla stanza provocando un rumore disordinato di sedie e banchi.
Lei però rimase. Rimase davanti alla cattedra a parlare con l'insegnante. Ormai era dall'inizio della lezione che non riuscivo a smettere di guardarla, era la ragazza nuova, appena trasferita a Becon Hills. Aveva dei lunghi capelli color biondo fragola, due grandi occhi verdi e una carnagione chiara; alta non più di un metro e sessanta aveva un gran gusto nel vestire e un sorriso da far venire i brividi. E inoltre frequentava il mio stesso corso di chimica. Finora di lei sapevo solo questo ma ero pronto a scoprirne molto di più. Sembrava una tosta e da come aveva risposto alle domande della professoressa anche molto intelligente.
"Hey, hey tu" i miei pensieri furono interrotti da una voce femminile. Era lei, la ragazza mi stava rivolgendo la parola.
Mi indicai sul petto con una faccia interrogativa come per assicurarmi che stesse parlando con me ma poi mi accorsi che nella classe eravamo rimasti solo noi due.
"Si proprio tu. La lezione è finita, già da un pezzo in realtà, sono 10 minuti che guardi un punto fisso. Ti senti bene? "
Avrei voluto tanto rispondere che il punto fisso era lei ma mi limitai dicendo "Si si, grazie, sto bene..ero solo perso nei miei pensieri."
"Bene, allora io vado, comunque sono Lydia"
"Lydia" ripetei. Quel nome le si addiceva alla perfezione e mi riecheggiò nella testa come un eco.
Avrei voluto presentarmi anch'io ma ormai la ragazza era già uscita dalla classe.
Già sapevo che mi piaceva e che per me la ragazza dai capelli color biondo fragola sarebbe stata un ossessione per il resto della frequentazione della scuola.

Ma io invece cos'ero per lei? Uno sfigato del secondo anno che non aveva mai avuto una relazione con una ragazza, in realtà neanche un'uscita seria e che era rimasto fulminato dalla sua bellezza.
A livello scolastico me la cavavo, avevo degli ottimi voti a dire il vero, ma cos'altro? Gli altri mi ritenevano abbastanza simpatico, il sarcasmo mi ha sempre aiutato e tirato fuori dalle situazioni più complicate, ma per il resto la mia vita era completamente in confusione.
La nostra scuola è piena di bei ragazzi ed io di certo non ero per lei, non ero alla sua altezza. Con quei capelli sempre ostinatamente arruffati, corpo esile e negato per qualsiasi forma di sport. Avevo una jeep, la mia malridotta jeep blu che aveva salvato me e Scoot in una miriade di situazioni. E poi nient' altro, mi restava la mia fidata mazza da baseball e il sarcasmo, quello non mancava mai. Gli insegnanti mi dicevano anche di essere molto intelligente ed intuitivo, il dottore mi disse che possedevo un quoziente intellettivo sopra la media.
Spesso ho aiutato mio padre a risolvere casi di omicidi o di persone scomparse, in futuro penso che intraprenderò la sua stessa carriera o che entrerò a far parte di agenzie di investigazione... ma al di là di questo, la cosa che mi crea più timore sul mio futuro è di passarlo senza una lei al mio fianco, senza qualcuno ad amarmi e supportarmi. Pensai che non c'è la avrei mai fatta, che non sarei riuscito ad andare avanti. Ma infondo chi mai avrebbe potuto accettarmi, chi mai avrebbe potuto accettare un ragazzo la cui unica qualità era un po' di sarcasmo, che possedeva una jeep ormai quasi fuori uso; chi avrebbe mai potuto accettare il ragazzo dai capelli mori con la testa sempre tra le nuvole, il secchione sfigato figlio dello sceriffo della contea, il ragazzo senza autostima e coraggio di farsi avanti, il ragazzo che nonostante fosse negato in qualsiasi sport continuava ostinatamente a fare i provini per entrare nella squadra di La Crosse della scuola. Per incoraggiamento il coach mi diede anche una maglia. Quando mi chiese che numero inserire, scelsi il 24 senza un particolare motivo. Ma l'elemento più importante di quella maglia, ciò che mi rappresenta è la scritta, la scritta Stilinski.

Il mio nome è Stiles Where stories live. Discover now