L'uomo lo scrutò ancora, sospettoso, prima di sbuffare e afferrare delicatamente l'anello per osservarlo più da vicino e stimarne il valore.
—Pacchiano.—disse in uno sbuffo, mentre lo rigirava fra le dita tozze.

Newt alzò gli occhi al cielo, infastidito.
—Non mi importa dei suoi giudizi sull'estetica dell'anello.Quanto mi da in cambio?—
L'uomo lo osservò ancora, facendolo innervosire ancora di più, come a capire se stesse facendo sul serio.
—Non posso darti più di settanta,massimo ottanta dollari.—

Newt si sentì sprofondare: sperava che quello stupido anello gli avrebbe fruttato di più.
—Va bene.—disse alla fine, con un cenno della testa.
L'uomo si sistemò gli occhiali sul naso, per poi dirigersi con passo pesante verso la cassa ed estrarre alcune banconote che porse a Newt.

—E quella catenella? Sembra preziosa.—borbottò l'uomo, accennando alla catenella d'argento che Newt portava al collo, mentre il biondino metteva i soldi in tasca.
Newt la sfiorò d'istinto con le dita.
—Non è vendita.—sibilò, mentre usciva in fretta dal negozio, sistemando la collanina sotto la maglia in modo che non si vedesse.

Procedette per un altro paio di isolati, prima di fermarsi ad un incrocio.
Aprì lo zaino, ed estrasse il foglio con l'indirizzo e la busta del reverendo. Rilesse velocemente l'indirizzo, poi alzò il capo e socchiuse gli occhi per vedere meglio in fondo alla strada: riuscì a scorgere l'insegna di un'officina. Attraversò la strada a passo spedito, e si diresse verso la sua meta.
Ma arrivato lì, non riuscì a credere ai propri occhi.
Era tutto chiuso.
La saracinesca era abbassata, e sopra era affisso un foglio con gli orari di apertura e di chiusura. Newt si avvicinò, abbassandosi un po' per leggere meglio. A quell'ora sarebbe dovuta essere aperta. Il suo sguardo indugiò fino alla fine del foglio, e si soffermò su una scritta in grassetto.

Chiuso dal 3 al 9 agosto per problemi familiari.

Newt sbuffò, esasperato. Era l'otto agosto.
Cosa avrebbe fatto per altri due giorni?
Non poteva crederci.
—Il reverendo avrebbe anche potuto informarsi meglio.—pensò con rabbia, mentre si voltava e dava le spalle all'officina, incredulo della sua stessa sfortuna.

Istintivamente, il suo pensiero andò ai soldi che aveva in tasca.
Certo, magari non sarebbero stati sufficienti per entrambe le notti, ma magari bastavano per evitargli di dormire, almeno quella sera, su una panchina stile barbone. Beh, non che fosse tanto lontano da quella condizione, ormai.

Cercò con lo sguardo qualcuno a cui poter chiedere informazioni.
Quella parte della città gli era totalmente sconosciuta, e non aveva la più pallida idea di dover poter trovare un posto dove dormire.

I marciapiedi brulicavano di gente, tutta intenta a fare più in fretta possibile per arrivare a lavoro.
Erano tutti così presi da quella frenesia, che se Godzilla fosse piombato in città, probabilmente non se ne sarebbero nemmeno accorti.

Newt si ritrovò ad immaginare come potessero essere le loro vite: lavoro, casa, famiglia, e poi di nuovo così, all'infinito. Si svegliavano la mattina presto per andare in ufficio, dove sarebbero rimasti rinchiusi per l'intera giornata, per poi tornare a casa dai loro marmocchi urlanti, sperando di trovare un po' di pace e riposo ma ritrovandosi solo con un enorme e lancinante mal di testa.

Attraversò la strada, e si fece spazio fra la folla, alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo.
Rimase bloccato al centro del marciapiede. Le persone gli passavano accanto, lo sfioravano, ma sembravano non notarlo.
Fece qualche passo indietro, guardandosi intorno, prima di andare a sbattere contro qualcuno e venire letteralmente strattonato di lato.
—E sta più attento, ragazzino—lo rimproverò uno sconosciuto, senza degnarlo di uno sguardo, mentre il biondino si ritrovava col sedere a terra all'imbocco di un vicolo cieco.

Rainy Days|NewtmasWhere stories live. Discover now