Jess

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Jess

Pioveva da ore.

Pioveva sempre.

Tamburellava sul tetto di lamiera, sulle finestre di vetro ricavate dai fondi di bottiglie fusi assieme, sulle assi sottili che le separavano dal resto del mondo, e sul suolo fangoso al di là di quelle insignificanti pareti.

Inspirò a fondo, assaporò l'odore di sudore. Quella persona sapeva di buono. Sapeva di caldo, di dolce, non era un profumo ma le piaceva. Sembrava un piatto tipico, che ti fa pensare a casa quando sei lontano, che ti riporta alla mente il ricordo di una bella giornata; una diapositiva colorata nella memoria.

Appoggiò il naso contro quella pelle, e inspirò.

"Che fai?"

"Hai un buon odore"

"Sarebbe il tuo modo per consigliarmi di farmi una doccia?"

"Ti stavo proponendo di farmelo sentire meglio"

Si sentì passare una mano tra i capelli mentre schiacciava il volto nella carne della ragazza.

"Direi che lo hai sentito più che a sufficienza"

"Sono ancora affamata"

"Per oggi hai avuto abbastanza"

Si sentì spingere via, lentamente, con una sorta di crudele dolcezza, e finì col sedersi sul letto a gambe incrociate.

Lenzuola usate, cuscini spiegazzati, una giovane donna nuda distesa su una montagna di coperte.

Una candela nell'angolo.

Si alzò e andò a recuperare i pantaloni lasciati lì vicino, a terra, estrasse una custodia metallica che fece scattare, e che spalancandosi mise in mostra una fila di sigarette girate a mano.

Se ne accese una avvicinandola alla candela, e tornò sul materasso.

"Non fumarmi sul letto"

"Hai paura che lo sporchi di cenere?"

"Ho paura che mi bruci le lenzuola"

Jess tese la mano noncurante, la cicca stretta tra le dita, e con un sorriso l'altra ragazza la afferrò e senza complimenti fece svariati tiri, prima di restituirla.

"Non mi hai convinta. Spegnila"

La lasciò cadere in un bicchiere pieno d'acqua appoggiato al comodino, e si lasciò scivolare nuovamente sul corpo della giovane.

"Ehi, che fai?"

"Mi distendo, non posso?"

"Non abbiamo più tempo"

"Potremmo averne dell'altro"

"Jess"

"Allungo un'altra banconota a NostraSignora e..."

"Jessica!"

Si guardarono per alcuni secondi.

Alla fine, Jess arretrò, si staccò dal corpo della ragazza, strisciò tornando in piedi, e recuperò lentamente il resto dei vestiti che aveva gettato a terra, un paio di ore prima.

"Non fare così"

"Non sto facendo nulla. Mi sto solo rivestendo"

Pantaloni, camicia, bretelle, gilet, bombetta, scarponi.

Coltello.

Pistola.

Trucco nero sull'occhio sinistro. Pronta.

"Beh, vado"

"Non fare la bambina"

"Non sto facendo la bambina. Avevi ragione: è finito il tempo"

Uscì dalla porta con le mani che affondavano nei pantaloni, e lasciò che si richiudesse alle sue spalle, percorse il corridoio del bordello.

Arrivata all'ingresso sfilò dalla tasca posteriore un mazzetto di banconote tenuto assieme da una pinzetta d'argento, ne pescò un paio e le lasciò sul bancone, da dove NostraSignora, la proprietaria della baracca, le raccolse e le infilò nel reggiseno, con sguardo inespressivo.

"Bastano per il resto della giornata. Se hai intenzione di restare fino a sera posso farti portare la cena in stanza"
"No, me ne vado, ma non voglio che veda altri clienti"

"I soldi sono tuoi, puoi spenderli nel modo che preferisci.

Buona giornata"

"Buona giornata"

Uscì all'aria aperta, pioveva a dirotto.

Il tempo peggiorava sempre quando era triste, o era la sua tristezza a farglielo pesare.

Camminò sotto le tettoie dei negozi, saltellando da un lato all'altro della strada e salutando in maniera amichevole i commercianti, che le allungarono alcune banconote e che tornarono istantaneamente a lavorare.

Si infilò in un vicolo e iniziò a passeggiare mentre l'acqua le inzuppava le spalle.

Si fermò vicino ad un paio di bidoni dell'immondizia, e iniziò a prendere a calci quello più vicino.

"Cazzo!"

Aveva ancora il suo odore addosso. O era quello del cliente precedente?

'Il mio lavoro ci terrebbe distanti'

Sempre la solita storia.

Innamorarsi delle puttane non era conveniente.

Si passò le mani sugli occhi, le rimase un alone nero tra le dita.

– Merda –

Doveva tornare alla base, sperava di non farsi vedere in quello stato da Luke, l'avrebbe nauseata chiedendole se tutto andasse bene e se poteva aiutarla in qualche modo. Quelle stronzate da amore paterno la rendevano ancora più triste.

Doveva sbrigarsi, Luke voleva vederla.



In the woods somewhereWhere stories live. Discover now