26: Qualcosa di proibito

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11 Dicembre 2003

Draco's p.o.v.

È uno di quei momenti in cui il tempo rallenta fino a fermarsi.

La rabbia brucia tra lo sterno e il diaframma. Brucia, sulla pelle accaldata. Brucia sulla cicatrice lasciata dal fuoco del drago, eterno memento di come tutto sia cambiato, per non cambiare affatto. Brucia per soffocare la disperazione che provo nel dibattermi in acque troppo dense e profonde, da cui non mi libererò mai.

Non è la sola cosa ad ardere, però.

Gli occhi, gli occhi castani di Granger fissi nei miei stanno mandando lampi, ma non sono lampi di rabbia o di odio, non solo: c'è qualcosa di diverso ma non meno intenso,qualcosa che non riesco a comprendere – o forse non oso farlo –ma che mi sta scavando dentro, fino al gelo che mi infesta il petto.

Il suo sguardo genera fiamme di natura del tutto diversa, attizza sensazioni che mi ero ripromesso di non provare più, non per lei, desideri impossibili che sarebbe meglio sopprimere.

Sono un debole, però, un essere strisciante totalmente privo di forza di volontà e di amor proprio,e voglio quella bocca rossa e carnosa. Voglio quella pelle liscia e morbida sotto le mie dita. Voglio il suo respiro nel mio, anche solo per lo spazio di un istante. Voglio sentire il suo corpo schiudersi per accogliere il mio, i suoi gemiti nelle orecchie. Il mio nome sulle sue labbra.

Il suo fuoco, che scioglie il mio ghiaccio.

Sono pronto a cedere, e che vada a quel paese la stupida scommessa che l'ho costretta a suggellare. Sarò il suo schiavo, per un giorno o forse per tutta la vita, ma devo avere la sua bocca, adesso, o perdermi per sempre.

O forse, perdermi per sempre sulla sua bocca.

Non faccio in tempo ad abbassarmi, a chiudere la distanza che separa le mie labbra dalle sue.

È lei, a muoversi, lei a prenderel'iniziativa.

Lei ad allungare una mano fino a sfiorarmi il collo in un tocco delicato che mi riverbera dentro, fino alla punta dei piedi.

Mi accarezza la pelle e io mi immobilizzo, sorpreso, quasi terrorizzato dalla dolcezza di quel contatto inaspettato. Dalla mia reazione a esso.

Bruciano, le sue dita, mentre segue la linea dei muscoli fino al mento, sotto la barba. Brucia il suo pollice quando mi sfiora le labbra, l'orecchio.

Bruciano i suoi occhi nei miei, prima che sposti la testa e posi la sua bocca rovente sul mio collo, nel punto più tenero, proprio sotto la mascella.

Sussulto quando sento quel bacio, così piccolo eppure così sensuale, che mi provoca una scarica di adrenalina e desiderio tanto potente da scuotermi.

La lingua che guizza sulla mia pelle mi toglie il fiato.

Immobile e incapace di reagire come vorrei, lascio che le sue mani percorrano le mie braccia, le mie spalle, che la sua bocca si muova su di me, suggendo, assaporando. Lascio che ogni sensazione saetti per tutto il mio corpo, condensandosi nella turgida intensità del mio desiderio più profondo.

Lascio che Hermione mi spinga di lato, mi faccia sdraiare a terra, e che mi monti addosso, le sue cosce intorno alle mie, i bacini che si sfiorano.

È un contatto elettrico, che mi spezza del tutto il fiato e che riduce la mia percezione del mondo a lei, a noi.

E lei, bella e selvaggia coi capelli che sfuggono alla coda in cui li ha legati, con le guance imporporate e lo sguardo colmo di qualcosa che agogno da mesi, si avventa sul mio petto con la bocca e le mani, torturandomi deliziosamente la pelle sudata fino a farmi ansimare.

Si muove sinuosa, chinandosi e rizzandosi, ruotando il bacino e inarcando la schiena, sicura e inarrestabile. Causando la più eccitante delle frizioni tra il suo corpo e il mio. Attraverso diversi strati di stoffa sento il centro bollente della sua femminilità premere e sfregare la mia erezione a ogni movimento, provocazione e tormento, eppure piacere allo stato puro.

Impazzisco.

La voglio, eppure non voglio spezzare quest'attimo magico, questo contatto così sensuale da darmi alla testa. Non voglio correre, affrettarmi verso una conclusione che darà soddisfazione al mio cazzo, ma che poi mi priverà della visione magnifica di Hermione che si muove su di me, della sensazione bruciante dei nostri desideri che si incontrano e danzano. Del calore che pervade ogni cellula del mio corpo.

No, non voglio che finisca.

Mai, mai. Mai.

Mi aggrappo a lei, percorro con le dita i sentieri sinuosi dei suoi muscoli, delle curve della vita e dei fianchi, sopra i vestiti. Le sfioro il collo da cigno in una carezza, il mento, il petto. Seguo il morbido rigonfiamento del seno, sentendo i capezzoli turgidi sotto la stoffa: li stringo, incitandola a muoversi di più, a graffiarmi, a gemere con le labbra a un soffio dalle mie.

A mordermi il collo, le orecchie mentre il suo pube preme con maggior frenesia sul mio, con maggior fame. Mentre le mie mani si insinuano sotto la sua maglietta fino a sentire la pelle della sua schiena, i muscoli che guizzano, e in avanti, sollevando il reggiseno.

Lei geme ancora, sommessamente, quando le stringo i seni nudi. I nostri occhi si incontrano, velati, spalancati, persi nel piacere e nello sguardo dell'altro.

La fisso mentre la tocco.

La fisso mentre il suo calore mi penetra dentro con mille scosse elettriche.

La fisso mentre mi cavalca, mentre la sua vulva, attraverso la stoffa, mi stuzzica il membro in maniera quasi intollerabile.

La fisso e lei mi fissa, incatenati in un legame indissolubile, eppure effimero come questo momento.

La fisso e pronuncio il suo nome.

Piano.

Come un ansito di piacere.

Come qualcosa di meraviglioso.

Come una preghiera.

Lei spalanca gli occhi, e io lo vedo: l'attimo in cui l'orgasmo la prende, la scuote e la porta in alto.

Che porta in alto anche me, con lei. Con la sua bocca spalancata, le sue guance arrossate. I suoi meravigliosi seni nelle mie mani e il suo peso che mi sconquassa il pube, premendo, sfregando... facendomi venire.

Godo, ed è come se fosse la prima volta.

Godo, e nemmeno per un istante distolgo gli occhi dai suoi.

Quando la tensione all'improvviso scompare, restiamo come svuotati. Hermione ha un mezzo sorriso che le aleggia sulla bocca, lo sguardo languido e, Merlino, quanto è bella coi vestiti scomposti e i capelli ribelli che le circondano la testa come una corona. Bella, sensuale. Eccitante.

Come ciò che è appena successo tra noi...la cosa più eccitante e sensuale che mi sia mai capitata. Forse ancora più del sesso vero e proprio, forse perché è stata così...spontanea, forse perché, ancora mezzi vestiti, sembra che abbiamo fatto qualcosa di proibito.

E forse lo è.

Questo pensiero è come una doccia fredda, che fa esplodere il gelo all'interno del mio petto.

Sento le mie mani scivolare via da lei, e leggo sul suo viso un riflesso dell'espressione che deve avere il mio.

Si alza, un po' incerta sulle gambe ancora molli, si risistema gli abiti e senza aggiungere una parola esce dalla stanza, lasciandomi qui, sudato e stremato e appiccicaticcio del mio stesso seme e svuotato e freddo.

E solo.

La parentesi è conclusa.

After Dark - Capitoli NON CENSURATIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora