Here

579 34 23
                                    


Cabina 1 : Cristìn ed Erik.

Cristìn stringeva tra le braccia Riley e teneva lo sguardo fermo sul finestrino della cabina; fece di tutto pur di non incrociare quello di Erik,sebbene le stesse a pochi centimetri di distanza. Dannata ruota panoramica e cabine strette.   pensò la giovane, muovendo velocemente il piede per il nervoso.
Nessuno dei due osò fiatare da quando la giostra aveva incominciato il suo giro e si lasciarono trasportare a metri e metri di altezza, fino a quando, arrivati all'apice, la loro cabina si fermò. Sarebbero rimasti lì per circa dieci minuti, poiché l'intento era proprio quello di lasciare che i passeggeri ammirassero con tranquillità il panorama mozzafiato della "Grande Mela", vista dall'alto.
Le luci, i grattacieli, le auto:
un perfetto momento romantico,degno dei migliori telefilm americani,vissuto, tuttavia,in un modo alquanto strano per Cristìn, la quale continuava ad ignorare la presenza  di Erik,anche se lo sentiva praticamente respirare.
« Non sono mai stato su una ruota panoramica prima d'ora. » disse Erik, accennandole un piccolo sorriso. Cristìn gli rivolse velocemente uno sguardo disinteressato, per poi puntarlo nuovamente al di fuori dal finestrino.
« Sai che parlerò fino a quando non mi risponderai?» continuò il ragazzo con insistenza e fissandola  con sguardo innocente.
« Cosa dovremmo dirci? » gli rispose prontamente, lanciandogli un occhiata interrogativa.
« Non saprei.Magari potresti raccontarmi qualcosa riguardo le tue giornate. »
« Guarda che la mia vita è molto noiosa,a differenza della tua.» puntializzò,battendo lentamente le palpebre.
« Invece a me interessa molto la tua "vita noiosa". » ribatté Erik, senza scomporsi. Teneva i piedi ben saldi a terra e le mani intrecciate.Cristìn iniziò a fissarle, soffermandosi sulle sue dita sottili - quasi femminili - ed,infine, sulle unghie chiare con le mezze lune in evidenza.
Le aveva sempre amate quelle mani grandi e curate; quelle stesse mani che l'avevano sempre stretta e consolata nelle notti più buie della sua vita; quelle stesse mani che temette di non poter stringere più prima dell'operazione ; quelle stesse mani che ritrovò non appena Erik ritornò da lei,vivo per miracolo, e quelle stesse mani che,da mesi, non aveva più avuto il coraggio di sfiorare.
« L'altro giorno ho incontrato Ophelia mentre ero a Central Park per raccogliere fondi da dare in beneficenza. »esordì la ragazza, trovando finalmente il coraggio di parlare. «Sapeva tutto di me e di te,della nostra rottura, e... » Cristìn s'interruppe bruscamente,facendo mente locale e cercando di ricordare le parole esatte.
« E ...? » Erik la esortò a continuare,con un sorriso tenue stampato sulle labbra.
« Si domandava chi tra noi due stesse ferendo di più l'altro.»
Erik deglutì e chiuse gli occhi per qualche secondo. « Cosa le hai risposto? »
« Nulla. » mormorò, distogliendo lo sguardo. « E sai cosa mi fa letteralmente impazzire di tutta questa storia? » continuò,smettendo improvvisamente di cullare sua figlia, mentre Erik se ne stava ancora chiuso nel suo silenzio.        « Mi fa impazzire il fatto che nel
momento in cui desideravo averti accanto a me,tu non c'eri. Eri sparito nel nulla.Puf!»  alzò una mano in aria muovendola solo per un verso.
« Ed invece adesso, chissà  per quale strana legge del contrappasso,più desidero evitarti e più ti ritrovo accanto a me. Odio ammetterlo,ma una parte di me adora vederti ancora qui, pronto a darmi le attenzioni di una volta.» ammise,deglutendo a sua volta come se stesse mandando giù un boccone amaro. Erik alzò lo sguardo verso di lei, accennando un timido sorriso. Allora non era tutto perduto!
« Ti chiesi esplicitamente di essermi amico e non di fingere,come stai facendo ora,perché sai benissimo che non ci riuscirai mai.»
ma Erik non rispose e chinò il capo verso il basso, stringendo le mascelle.
« Quando sei riapparso nuovamente nella mia vita, ossia nella sera in cui è nata Riley, la prima cosa che avrei tanto voluto fare era abbracciarti. Avrei voluto prenderti le mani ed intrecciarle con le mie. Avrei voluto dirti che andava tutto bene, che nulla di noi era andato in frantumi. Ma mi sbagliavo.» gli disse con le labbra ormai tremule.
« Cerchi di sopprimere la tua gelosia dimostrando d'essere di larghe vedute, anche dopo
che hai saputo della mia storia con Allan,con il quale fai persino l'amichevole,tentando di salvare le apparenze solo per gironzolarmi ancora intorno, come se tu sia davvero riuscito ad andare avanti, come ci dicesti. Pensa che per un attimo ti ho anche creduto,ma poi arrivano quei momenti, come ad esempio questo,in cui non riesci più a reprimere i tuoi sentimenti e continui ad esternarmeli, a sbattermeli in faccia faccendoni passare per la stronza della situazione.La stronza che ha voltato pagina per prima con strafottenza ,mentre tu continui a soffrire in silenzio. Ed ora come ora, se potessi ritornare indietro di qualche giorno,saprei bene cosa rispondere ad Ophelia: sono io che sto ferendo te.» concluse, zittendosi da sola. A quel punto, Erik si alzò lentamente dal suo posto per sedersi accanto a lei, la quale rimase praticamente immobile. Prese ad accarezzare la fronte della sua bambina addormentata, riflettendo in silenzio. Cristìn si sentì  quasi soffocare,comprimere il petto a causa della sua vicinanza, alla quale non c'era praticamente più abituata. Il profumo di Erik le annebbiò la mente, il suo cuore accelerò di qualche battito e subito si sentì in difetto ed in colpa nei suoi confronti ed anche nei confronti di Allan.
Tutto ad un tratto, le
sembrò come se Erik rispondesse ai suoi attacchi e alla sua rabbia con calma e dolcezza; come se, invece di alimentare un fuoco già acceso con ulteriore odio e rancore, cercasse in tutti i modi di ... spegnerlo.
« Guarda lì, ci sono i fuochi d'artificio. »le disse, dopo un lungo silenzio,indicando i piccoli puntini colorati nel cielo. Cristìn rivolse uno 
sguardo incantato allo spettacolo
pirotecnico,iniziato da poco. Di colpo, il manto stellato si riempì dei colori più vivi ed i loro volti si illuminarono di rosso, di verde ed infine di blu. Nella loro cabina, il rumore dei fuochi si sentiva in modo ovattato, così come il resto dei rumori della città. Erano completamente isolati dal mondo e Cristìn era così presa dal momento da non accorgersi che la ruota avesse ripreso a girare, dimenticando,inoltre, che a due cabine di distanza da loro c'erano anche Steve ed Allan.
All'improvviso,la giovane sobbalzò sentendo la mano di Erik stringere la propria, ma non ebbe il coraggio di voltarsi per guardarlo negli occhi.
« Sono qui. » le disse sottovoce. «Sono qui,perché sei tu che me lo stai permettendo.» continuò,senza staccarle gli occhi da dosso e continuando a tenerle la mano. Cristìn sospirò, senza rispondergli, senza dirgli assolutamente nulla, perché aveva dannatamente ragione. Eppure, continuava a mentirgli  e a mentire a se stessa ogni giorno, senza una spiegabile ragione.
« Sono qui perché, qualsiasi sarà la tua scelta, avrai sempre un pezzo di me. »
"...e scusami, ma io non riesco proprio a voltare pagina, se non prima di aver fatto tutto il possibile per riaverti." avrebbe tanto voluto dirle, ma preferì tenerselo per sé.
« Come fai a provare ancora affetto per me? soprattutto dopo la nostra ultima cena insieme...» Cristìn gli rivolse finalmente lo sguardo e lasciò che la tenesse ancora per mano.
« Se ti riferisci a quando mi hai detto di aver fatto sesso con Allan, sappi che la cosa mi dilania ancora dentro,ma, dopotutto, non stavamo più insieme. Quindi, accetto la tua scelta di stare con lui e,come ti dissi già durante la nostra allegra ultima cena ,non puoi pretendere che io smetta di volerti bene all'improvviso. Ti toccherà sopportarmi ancora...come amico.» disse, arricciando le labbra.
« Ah, va bene, quindi se ti dicessi,caro amico mio, che aspetto un bambino da lui...»
«  Cosa!?» Erik si sentì mancare un battito.
« Sto scherzando!» Cristìn ridacchiò, spezzando la tensione. Erik si toccò il cuore sotto la t-shirt, sospirando rumorosamente. « Sbaglio o sei diventato pallido? » aggiunse la
ragazza, toccandogli il viso.
« Sento il sangue scorrermi di nuovo nelle vene.» le rispose,ironico.
« Guarda,Riley si è svegliata.» disse dolcemente Cristìn, mettendola a cavalcioni sulle sue gambe.
« Giusto in tempo. Il giro è finito, a breve dovremmo scendere.» disse Erik, alzandosi in piedi e guardandosi intorno.
« Sì, ma manca ancora un po'. » continuò Cristìn,riafferrandogli la mano.

La mia vita con Erik RedWhere stories live. Discover now