2.La foresta di Erewhon

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-Jungkoooook!-

Kai ululava per tutta la casa, diventando sempre più rosso e arrabbiato.

Jungkook si girò dal'altra parte del suo letto, mugolando. Stava avendo un sogno alquanto pesante e confuso. Vedeva dell immagini sfocate e confuse. Udiva delle voci che lo chiamavano con dolcezza.

-Jungkoooook!-

Il moro si ritrovò a terra con davanti il Mago di Mezzanotte che lo guardava con fastidio. Jungkook sospirò rumorosamente e non provò, come invece faceva gli altri giorni, a nascondere il fastidio che provava.

-Jungkook- disse Kai socchiudendo gli occhi severo.

-Sì?- gli domandò il minore alzandosi in piedi.

-È tardissimo!- gridò per per tutta risposta.

-È tardi...per cosa?- domandò massaggiandosi la testa dolorante.

-Oggi verranno gli altri Maghi con i propri Apprendisti! Vuoi farmi fare brutta figura?- iniziò a dire Kai come ogni sabato mattina.

-No- rispose come da copione. Dopo aver negato ad altre domande di rassicurazione a Kai, si andò a sistemare.

Sussurrò quattro brevi parole misteriose e i suoi capelli come per magia, o forse proprio per magia si sistemarono. Prese i suoi unici vestiti ancora interi e senza strappi e iniziò a sistemarsi, in balia di pensieri nostalgici.

Quanto gli mancava la sua città! Old Dragon era sicuramente più accogliente di quella dannata foresta. E si era reso conto di ciò in quei undici anni, da quando viveva assieme a Kai.

Quel Natale, quando aveva seguito quel uomo (che altro non era che uno dei terribili Maghi di Mezzanotte) illudendosi di avere il suo tanto atteso regalo, non sapeva invece che altri dieci bambini erano caduti nella sua stessa trappola.

Erano anni, decenni ormai che i Maghi di Mezzanotte, provenienti dalla temibile foresta di Erewhon, sconvolgevano la cittadina con i loro rapimenti. Ogni Natale, un mago rapiva un bambino, spesso figlio di poveri (come lo era Jungkook) o alcolizzati, portandolo nella sua dimora. Tutto ciò aveva solo un scopo: insegnare la magia nera a quei disgraziati bimbi facendoli diventare i propri Apprendisti.

Ogni mago poteva punire il proprio Apprendista se non era stato rispettoso. Ma mai ucciderlo anche se, secondo il parere di Jungkook, ucciderli sarebbe stato meglio che torturarli fino alla pazzia.

Gli bastava vedere Yoongi, Apprendista del malefico D.O. Quel povero ragazzo dalle origini umili ma rispettabili, era stato torturato troppo e solo a causa della sua ansia sociale, disturbo mentale che lo perseguitava dai lontani anni passati a Old Dragon e che ora erano più evidenti che mai.

In confronto a D.O, Kai era un angioletto con tanto di ali e aureola.

Jungkook non si era mai trovato nella situazione del povero Yoongi. Kai poteva infatti vantarsi di Jungkook: era il più intelligente e obbediente tra gli Apprendisti.

Un altro ragazzo che non si era mai guadagnato una punizione era Jimin, Apprendista di Chen, rinomato mago per la sua incredibile pozione per aumentare la fortuna. Ma tutti sapevano che Jimin non era particolarmente obbediente o capace di usare da magia nera. Era però molto famoso per la sua incredibile bellezza, bellezza che Jungkook si sarebbe potuto solo sognare. Chen non avrebbe mai avuto il coraggio rovinare la pelle di porcellana di Jimin.

Quel giorno, avrebbe rivisto tutte quelle persone. Però doveva raccogliere delle piante e frutti di bosco da parte di Kai.

E, con questi pensieri, finì di vestirsi. Prese da un cofanetto elegante tre accessori che conosceva molto bene. Troppo bene.

Si mise la collana del tempo. La collana del tempo serviva ad ogni mago per, in un certo senso, torturate il proprio Apprendista se tornava tardi dalle commissioni. Più il tempo passava, più la collana diventava sempre più stretta fino a soffocare l'Apprendista ritardatario.

Poi venne il turno del anello delle regole. L'anello era uno strumento per controllare le azioni di chi lo portava. Appena la vittima faceva qualcosa di sbagliato, ecco che l'anello pungeva. Jungkook, essendo abituato a finire le commissioni prima del previsto, gironzolava per la foresta di Erewhon ed era anche abituato al dolore nonostante avesse numerose cicatrici.

E infine...gli orecchini fatati, fatti di pietra nera. Quegli orecchini erano molto particolari dato che trasmettevano le parole che il mago diceva alle orecchie del lontano Apprendista. Erano una particolare invenzione di Kai ma ormai tutti i maghi ne avevano una copia e Kai ne era soddisfatto: diceva che era orgoglioso delle sue invenzioni.

Kai...era sempre orgoglioso e teneva molto ai suoi animali e oggetti. Ma non era lo stesso per gli umani. Questo Jungkook l'aveva capito in fretta... Fin da quando era entrato in quella casa che gli rubò l'adolescenza, non era mai stato in qualche modo vicino al calore e affetto umano. Kai lo fissava sempre rabbioso, infastidito, disgustato o impassibile. O ancora...non lo guardava proprio. Quelli erano i momenti peggiori per Jungkook: non riusciva a capire se il suo padrone fosse arrabbiato o meno con lui. Nonostante questo, Jungkook era fortunato, Kai non aveva mai alzato un dito contro di lui e non gli aveva mai scagliato nessuna parola velenosa...

-Quanto ci metti, Jungkook?!- esclamò dal altro parte della stanza. Sembrava impaziente.

Jungkook obbediente, andò da quello che era a tutti gli effetti ormai il suo padrone.

Kai era in piedi al entrata. Indossava un completo nero che gli fasciava la forma fisica molto magra. Si era anche messo alcune gocce di acqua di colonia. Stava in quel momento riflettendo se ne aveva messa troppo poca o troppa. Ma, quando vide Jungkook...smise di pensarlo. Lo guardò dalla testa ai piedi. Non si capacitava ancora che l'Apprendista scelto quella notte era stata la migliore scelta che potesse fare in vita sua. Sotto sotto, forse ne era anche orgoglioso.

Dopo lunghissimi istanti, vide Kai finalmente annuire debolmente.

Gli mise un cesto fatto di rametti in mano e disse semplicemente:-Ora vai-.

Jungkook annuì a testa bassa, rendendosi conto che era ormai il suo schiavo, e uscì da quella soffocante casa con passo felpato.

Dopo aver salutato debolmente Kai e il suo serpente Saaria, senza ricevere risposta da nessuno dei due come sempre, si incamminò con la testa tra le nuvole.

Jungkook non sapeva però che da quel pazzo pomeriggio, sarebbe uscito dalla normalità per sempre.

Red Roses And Black Thornes [Vkook]Where stories live. Discover now