Dustan

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-No, stanno benissimo, tutti e quattro- disse una voce femminile non molto distante, non sentivo perfettamente, mi sembrava di essere dentro una bolla,

-allora come mai sono in coma?... non hanno una commozione celebrale? Un'emorragia interna?- sbottò una seconda voce, un uomo questa volta,

-abbiamo fatto tutti gli esami possibili, dottore, le dico che non hanno assolutamente niente- a quel punto l'uomo sospirò, palesemente stanco, -non è che gli agenti hanno ragione e le persone di quella setta hanno, non so, iniettato qualcosa a questi ragazzi, magari una nuova droga o... - continuò l'infermiera,

-no- la interruppe il medico -nei test sarebbe comunque risultata la presenza di una sostanza anomala nel sangue- detto questo le voci si allontanarono.

Aprii piano gli occhi e, senza alzarmi, mi guardai intorno: pareti bianche, odore acre di medicinali e letto scomodo, ero in un ospedale, c'era qualcosa attaccato al mio braccio e sentivo un bip-bip che non si fermava mai, proveniente da alcune macchine; voltai lo sguardo alla mia sinistra e vidi Juno sdraiata in un lettino come il mio, aveva la pelle pallida, ricominciai a respirare solo quando il bip-bip del suo macchinario mi comunicò che non era morta, dopo quello crollai di nuovo sul mio cuscino e tutto si fece nero.

-Dobbiamo operare- dichiarò ferma una voce sopra di me,

-è così grave?- replicò un'altra voce femminile, entrambe erano ovattate da una mascherina tipica dei medici,

-è un raro caso di... eccessiva figaggine- sospirò, -bisturi- dichiarò poi fermamente,

-ecco a lei, dottoressa, so che farà un lavoro eccellente. Dov'è che dobbiamo intervenire?- rispose l'altra,

-In questi punti: lineamenti troppo perfetti, bicipiti troppo scolpiti e sedere troppo sodo, il mondo non è ancora pronto a tutto questo. Si copra la bocca però, è contagioso, già ne sono rimasti vittime altri tre ragazzi proprio amici di questo paziente- il mio cervello iniziò a elaborare e compresi che la persona che aveva appena finito di parlare era Abey.

-Concordo. Procediamo a tagliare- e quella era la voce di Juno.

Aprii di scatto gli occhi, chine su di me c'erano quelle due, vestite con un camice dell'ospedale, con i capelli scompigliati e degli strani arnesi in mano.

-Che diavolo pensate di fare?- borbottai mettendomi a sedere,

-non si alzi la prego, lei è malato- Abey tentò invano di farmi sdraiare di nuovo,

-quando vi siete svegliate? e che ore sono adesso?- Chiesi ignorandola,

-circa quattro ore fa, ed è ora di pranzo- rispose la mia sorellastra, cercai con lo sguardo Noah e proprio in quel momento entrò dalla porta con tra le mani un vassoio con sopra quattro ciotole,

-purtroppo l'infermiera ci ha concesso solo della stupida minestra- disse passandoci le ciotole e i cucchiai, -questa è tua- ne porse una a Juno con qualcosa che galleggiava dentro, lei fissò prima la minestra, poi il ragazzo che gliel'aveva portata.

-Pezzi di cioccolata nella minestra? Come facevi a saperlo?- sorrise e affondò il cucchiaio nella zuppa, io ed Abey stavamo per vomitare.

-Beh, hai gusti strani... perciò ho pensato a qualche combinazione strana che ti sarebbe piaciuta- le sorrise e iniziò a mangiare la sua minestra, mentre gli occhi di Juno brillavano guardandolo.

-Avete parlato con qualcuno? Io ricordo vagamente di essermi svegliato questa mattina e di aver sentito delle voci, poi però sono crollato di nuovo- borbottai posando la ciotola sul comodino, non avevo molta fame, feci spazio a Abey e si sedette sul mio letto alla fine del materasso, la guardai, non aveva il suo solito colorito di chi scoppia di salute e gli occhi erano un pò spenti, ma per il resto sembrava stare bene.

I have a nightmare (IN PAUSA)Where stories live. Discover now