(2) Angel

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Le tre ore successive passarono lentamente. Mi sento così debole e fragile. Continuo a pensare a Jace, chissá cosa voleva...in fondo non era male, beh fino a quando non rideva di me. Non l'avevo mai guardato così, non mi ero accorta dei suoi occhi castano scuro...nascondevano una sorta di mistero, ma allo stesso tempo erano freddi come se non provasse nulla, come se tra la sua anima e la realtà ci fosse una lastra di vetro sottilissima, ma abbastanza spessa da tener rinchiuso ogni suo mistero e da non lasciare intravedere nessuna emozione, nessun sentimento.
Nel frattempo sono arrivata a casa...metto le chiavi nella serratura e sono contenta nel costatare che è ancora chiusa a chiave, segno che mio padre non è ancora rientrato.
Mi rinchiudo in camera e comincio a piangere avevo trattenuto quel nodo alla gola per fin troppo tempo...mi sentivo scoppiare...inutile. Carol mi aveva vista giú di morale e aveva cercato di abbracciarmi...mi da fastidio essere toccata solitamente, ma ne avevo bisogno. Si è così da quando mio padre mi mette le mani addosso non sopporto di essere toccata...soprattutto da ragazzi. Molte volte a causa di mio padre sarei dovuta andare in ospedale, ma non l'ho mai fatto...odio gli ospedali e i dottori...odio il fatto che mi guardino,mi tocchino e il pensiero che mi infliggano altro dolore con iniezioni e aghi. E può essere strano dato che sono io la prima a farmi del male, ma lì sono me stessa preferisco soffrire e provare dolore a causa mia,perché io lo faccio per uno stato d'animo che solo io posso capire, non voglio riceverlo da altre persone...loro non sanno niente di me.
Continuo a singhiozzare fino a quando per il forte mal di testa non mi addormento.
Mi sveglio dopo l ennesimo incubo, sono tutta sudata e ho pianto...mi alzo e decido di andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua...e decido di mandare giú un pò di pane asciutto.
Guardo l'ora e vedo che sono le 21:30,penso a Carol che starà sicuramente giá a quella festa a divertirsi e a bere, come tutti...anche come Jace...non so perché ma continuo a pensarci. Mentre sono assorta nei miei pensieri sento la porta di casa sbattere.
È mio padre ubriaco fradicio, da non reggersi in piedi...dice frasi incomprensibili e senza senso...mi vengono i brividi, inizio a tremare e l'ansia si impossessa di me...mi viene da piangere.
Sussulto quando lo vedo che si avvicina cerco di allontanarmi fino a quando non rimango bloccata contro la parete della cucina.
Avvicina la sua faccia alla mia, mi mette una mano alla gola...sento che questa volta non riuscirò a sopportare le sue violenze. "È tutta colpa tua"... Sussulto ancora una volta "se non avesse salvato la vita a te non l' avrei persa" ha l'alito che puzza di alcool e fumo..mi fa venire i coniati di vomito.
Non rispondo...quando all'improvviso mi arriva uno schiaffo..talmente forte da farmi sbattere la guancia contro il muro...comincio a piangere, quando all'improvviso me ne arriva un altro e un altro ancora...allenta la presa alla gola,cado a terra...mi arriva un calcio nelle costole e comincio a tossire...mi sento male. "Basta papà ti prego" cerco di sussurrare tra i singhiozzi... "Sai oggi sei davvero carina...sei cresciuta figlia mia" non capisco...quando a un certo punto non si piomba su di me mi blocca le braccia con una mano...mi aspetto altri schiaffi,pugni...ma non quello che stava per fare,
..non era mai arrivato a tanto... Mi strappa la maglia con la mano libera...mentre io mi cerco di liberarmi dalla sua presa inutilmente, comincia a palparmi i seni e a mettere una mano nei miei jeans. Sono paralizzata, le lacrime scendono e io mi sento morire...inizia a sbottonarsi la cinta...mentre è sopra di me...giro la faccia per non guardare la scena... Ormai rassegnata al mio destino.
Mi accorgo che a terra è caduto un coltello...quello con cui prima avevo tagliato il pane.
Appena si china su di me...lo colpisco ad un braccio lasciando il coltello dentro la pelle.
Lui si accascia a terra "brutta bastarda dovevo ucciderti anni fa, devi ringraziare tua nonna che non l'ho fatto"
Con le poche forze che mi rimangono scappo via di casa...corro veloce..ho la maglia strappata...sto tremando quando non mi accordo di alcune bottiglie di birra a terra rotte...ci scivolo sopra cadendo sul marciapiede. Ormai non sento più niente....

Crystal WingsWhere stories live. Discover now