c̷h̷a̷p̷t̷e̷r̷ 48

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Era passata più di un'ora da quando Benjamin era disteso su quel prato verde a piangere.
Le sue lacrime non volevano interrompersi e non poteva rientrare in casa in quelle condizioni, doveva nascondere l'evidenza e così fece.
Si avvicinò al fiume lavandosi la faccia e non doveva pensare a quel ragazzo altrimenti sarebbe stato tutto inutile.
Salì in groppa al cavallo ritornando alle stalle dove lo lasciò per poi entrare in casa. Le luci erano spente, segno che i suoi erano a letto.
Percorse gradino dopo gradino arrivando finalmente nella sua stanza senza fare alcun rumore, indossò il pigiama e si intrufolò sotto le coperte.
Chissà come sarebbe stata la giornata se non fosse andato lì e non avrebbe accettato quell'invito di Zic. Sapeva che quel ragazzo era antipatico ma non fino a questo punto però era solo grazie a lui che aveva scoperto la verità, solo grazie a Lorenzo la conosceva perché se fosse stato per Federico, sicuramente, anzi ne era certo che non gliela avrebbe mai detta e avrebbe vissuto nell'illusione che andasse tutto bene.
Poi si ricordò del giorno in cui il biondo era ubriaco che al mattino seguente gli aveva detto quelle parole, forse era ciò che voleva solo per non farlo stare male ma non ci è riuscito affatto perché lo ha fatto rimanere molto male, se solo gli avrebbe detto sin dall'inizio la verità, forse qualcosa sarebbe potuta andare in qualche modo diverso ma adesso tutto ciò era finito. Quel rapporto che, a vista di Benjamin, si stava creando, adesso era del tutto in fumo e non poteva farci più nulla, si stava arrendendo poiché sapeva che nessuno sarebbe riuscito a cambiare Federico e tanto meno lui che era apparso nella sua vita solo da poco.
E così, si lasciò andare tra le braccia di Morfeo.

Al suo risvegliò si trovò il suo migliore seduto a bordo del letto che lo scuoteva per un braccio.

"Che palle Ben! E poi dici a me che dormo sempre" affermò Einar.

"Certo, dopo una nottata rimasto sveglio, mi vieni pure a dire parole" borbottò il moro strofinandosi gli occhi e mettersi a sedere.

"Adesso amico, ti vesti, andiamo a fare colazione fuori e mi racconti di ieri" disse Einar.

"Come fai a sapere di ieri?" domandò Benjamin.

"Ieri notte, forse era l'una passata, mi son ritrovato una trentina di chiamate da parte di Alessia, cioè in realtà non le ho viste ieri sera quelle chiamate ma questa mattina poiché ieri ero a casa di Vale e ti racconto dopo quello che abbiamo fatto. Ritornando alla bionda, l'ho richiamata questa mattina e mi ha detto in poche parole 'Benjamin ha bisogno di te, ieri è successo un casino e solo tu riuscirai a sollevargli il morale' e quindi eccomi qua e muovi quel culo. Fai ciò che devi fare e poi andiamo, subito" parlò l'amico.

"Neanche fossi mia madre o mio padre"

"No, sono più come un fratello maggiore"

Benjamin si alzò di malavoglia dal letto, si guardò allo specchio notando due occhiaie più grandi della sua faccia, si mise sotto il getto dell'acqua fredda per risvegliarsi da quel brutto incubo, come se con la doccia gli potesse passare tutto.
Uscì dopo molti minuti, si vestì trovando le prime cose che erano nell'armadio senza dar troppo conto a come fosse vestito o alle occhiaie che ancora contornavano i suoi occhi.
Scesero le scale salutando i genitori del moro, e quest'ultimo non li degnò di uno sguardo nel caso sarebbero andati a capire che stava male e lui non si faceva mai vedere in quello stato dai suoi.
Einar salì al posto del guidatore e Benjamin al suo fianco mentre erano diretti ad un bar.
Per tutto il tragitto, il moro non fece altro che guardare fuori dal finestrino con sguardo perso nel vuoto, un vuoto che lo stava divorando.
Arrivarono al bar e si sedettero ad un tavolino all'esterno per respirare un pò d'aria.
Un cameriere arrivò prendendo i loro ordini e poco dopo ritornò con due caffè, un cornetto crema e nutella e un pezzo di ciambella.

"Non hai affatto una bella cera, adesso Ben raccontami cosa mi sono perso ieri sera" biascicò Einar mentre addentava il suo cornetto.

"Non ti sei perso nulla, solo che Federico mi ha fatto sentire un ingenuo, uno stupido in mezzo a tutta la gente che ci stava attorno" disse il moro.

"Okay, ma dimmi in ogni minimo dettaglio cosa è successo, almeno posso aiutarti"

"Ein, nessuno mi può aiutare, mi sono messo da solo in questo guaio e da solo ne esco.." e poi Benjamin cominciò a raccontare al suo migliore amico tutt ciò che era successo.

"Serio? Non mi aspettavo da lui una cosa del genere perché a vederlo ci tiene molto a te, nonostante ti abbia ferito voleva chiarire e tu ovviamente non lo hai lasciato farti spiegare"

"Certo per te sembra tutto facile vedendo da un'altra prospettiva ma mettiti nei miei panni"

"Okay lui è uno stronzo, ma tu sei uno stupido"

"Grazie tante Einar, mi aspettavo che ascoltassi senza commentare o difenderlo" e così Benjamin si alzò dal tavolo senza aver toccato nulla ed Einar si ritrovò a terminare la colazione dell'altro e pagare per poi raggiungere alla svelta il moro.

"Andiamo a mare a fare una passeggiata"

"No, voglio andare a casa"

"La mia non era una domanda, quindi andiamo a mare e rifletti su ciò che vorresti fare"

Alla fine cedette e si lasciò trasportare, si tolsero le scarpe per camminare a contatto con la sabbia ed ascoltare le onde leggere che si abbattevano sulla riva e osservare i gabbiani che danzavano su una melodia sconosciuta all'uomo ma bella.
Benjamin rifletté e prese la sua decisione e niente e nessuno al mondo gli avrebbe fatto cambiare idea: non avrebbe perdonato Federico e già da quel momento, lo avrebbe cominciato a dimenticare.
In fondo nel mondo c'erano un miliardo di persone, perché fissarsi proprio su quella?
Così doveva iniziare una nuova vita, voltare pagina e passare al capitolo successivo altrimenti non ne sarebbe mai uscito.

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Avete sentito la cover di Benjamin? Cioè io vorrei troppo che ai concerti cantasse anche lui.

E il pezzetto della nuova canzone? È bellissimo 🌸

Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα