«Posso prendermi cura di me stessa.» Mormorai con rabbia, mordendomi le unghie.
Mi derise, un grosso sorriso si espanse sul suo viso.
«Cosa c'è di divertente?» Chiesi frustrata. «E non te lo chiederò di nuovo!»
«Calma ragazza, non è colpa mia se non riesci a tenere la tua faccia fuori da situazioni pericolose.» Pericolose? Chi aveva mai detto niente su situazioni pericolose? Avrei dovuto sapere se lui conosceva ciò che era successo alla festa o nel vicolo.
«Hai saputo del corpo ritrovato in quel vicolo?» Chiesi casualmente, cambiando argomento. Justin esitò per un secondo, mordendosi il labbro inferiore. Di nuovo, si mosse a disagio sul sedile, i suoi occhi fissi sulla strada. Beccato.
«No, veramente.» Avrei creduto alla sua risposta, se non fosse stato per la tensione nella sua voce e il suo sguardo sfuggente.
«Si, e pensare che era così vicino a casa. Ti fa solo pensare, cosa avrei fatto se fossi stato lì nel momento dell'incidente? Cosa mi sarebbe successo?»
«Sutton. Smettila.» Strinse i denti.
«Perché?» Chiesi indignata.
Pensò per molto tempo e intensamente a cosa dire prima che le parole uscissero dalla sua bocca. «Tu eri lì.»
Sentii la mia bocca prendere la forma di una piccola O.
«Come facevi a saperlo?» Chiesi senza fiato. Finalmente dei progressi. Ovviamente mi stava spiando. Probabilmente mi aveva seguita fino alla festa. Era uno stalker, lo sapevo.
«Perché io sono SA,Sutton!» Urlò con rabbia, prendendo una brusca curva a sinistra, senza fermarsi allo STOP.
Cosa?
Sentii il mio mondo crollare. Justin era SA - il mittente anonimo. Mi aveva aiutato fin dall'inizio, con Liam, le mie migliori amiche bugiarde... tutto. A scuola faceva finta di odiarmi con tutto sé stesso. Ha giocato con me, confondendomi. Le sue parole avevano contraddetto tutto ciò che pensavo di lui. Cercai di parlare, ma non riuscivo a formulare una risposta.
«Mi hai salvata.» Mormorai senza fiato, la mia voce si spezzò non appena sentii le lacrime invadere i miei occhi. Mi voltai verso Justin, mi stava guardando con uno sguardo arrabbiato e omicida al tempo stesso. Incredibile. Il ragazzo che continuava a fare il prepotente con me, mi aveva salvato la vita. Proteggendomi da tutto ciò che stava accadendo. «Perché? Come? Neanche mi conosci...» Balbettai, dando voce ai pensieri che si affollavano nella mia mente.
«Era l'unico modo per tenerti al sicuro.»
«Al sicuro da cosa?»
Borbottò qualcosa tra sé prima di parlare di nuovo. «Abbastanza. Non c'è bisogno di fare 20 fottute domande. Meno sai meglio è.» Ringhiò.
«Oh, mi dispiace.» Dissi sarcastica. «Sono solo curiosa di sapere perché diamine sono nei guai.»
«Vuoi la verità?» Frenò bruscamente, facendo sbattere la mia testa contro il sedile. Si sporse verso di me, i suoi occhi sembravano neri come il carbone per via del cappuccio. «Il tuo fidanzato Liam ha ucciso Rutherford.» Percepii uno strano suono, sentendo la mia testa diventare leggera. Cercai di non svenire. Non di nuovo.
«Perché?» Chiesi in un sussurro, una lacrima mi scivolò sulla guancia.
«Liam e Nick sono spacciatori, i migliori. Peter lavorava per loro, prendendo i loro ordini e richieste, portando la droga ai clienti. Fino al un giorno in cui decise che era abbastanza, a sua madre era stato diagnosticato il cancro e doveva prendersi cura di lei. Non voleva vivere ai comandi di Nick e Liam, finendo ogni volta nei guai. Il rischio di piantare sostanza illegali era troppo per lui. Ad ogni modo, Nick e Liam sono seri con le persone che assumono, non ti lasciano andare...» Justin tornò al suo sedile, massaggiandosi le tempie.
«Come fai a sapere tutto questo?»
C'era uno strano silenzio nell'aria mentre aspettavo la sua spiegazione. Mi guardò, i suoi occhi erano freddi - ma riuscivo a scorgere anche il dolore.
«Perché anche io lavoravo per loro. Peter era il mio migliore amico, e ora se n'è andato.» La sua voce si spezzò, stringendo forte il volante e chinando il capo. «Ho solo lavorato per loro, perché pagava per tutto ciò di cui avevo bisogno. Ora che li ho lasciati, me la vogliono far pagare, non solo con i soldi. Vogliono il sangue. Uccideranno tutti quelli a cui tengo prima di uccidere me.»
«Quei lividi, e tagli... te li hanno fatti per vendicarsi?» Chiesi con la voce spezzata.
«Si, ed è solo l'inizio di ciò che sta per succedermi.»
« Scappa dalla città, vai il più lontano possibile! »
«Non posso.»
«Perché?» Chiesi incredula, toccandogli la spalla.
«Tu.» Afferrò il mio polso, serrando le dita attorno ad esso. «Ora che hai messo Liam in imbarazzo in pubblico, te la farà pagare. Non posso farlo accadere. Non te lo meriti. Sei solo una semplice ragazza.»
Dovevo sentirmi offesa dall'ultima parte, ovviamente non significavo nulla per lui. Ad ogni modo, non m'importava. Finché sopravvivevo, Justin poteva insultarmi in tutti i modi.
«Tu non mi conosci. Non capisco.» Mollò la presa, mettendo in moto la macchina.
«Devi andare a casa, è l'unico posto in cui sei al sicuro.»
«Ma Justin..»
«Continuerò a scriverti attraverso SA, non rispondere. Capito?» Sospirò, svoltando due volte a destra prima di arrivare in città.
«Ho capito.» Mormorai. Sentendo un peso sul cuore.
Yeah and that's only a small fraction of whats coming to me.
Mulai dari awal
