Yeah and that's only a small fraction of whats coming to me.

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Sentii un senso di sicurezza invadermi non appena entrai nell'auto, chiudendo lo sportello. Justin schiacciò sull'acceleratore e partì velocemente lungo la strada. Guardai in basso notando che stavo stringendo il sedile con entrambe le mani, tremavo ancora a causa della crisi che avevo avuto in strada qualche minuto prima.

«La cintura di sicurezza.» Ordinò Justin, i suoi occhi erano concentrati sulla strada. Feci ciò che mi aveva fermamente ordinato; mi misi la cintura e presi un lungo respiro cercando di calmarmi. Nemmeno in un milione di anni avrei immaginato che Justin potesse dare un passaggio ad un autostoppista. Un tuono e un fulmine squarciarono il cielo, la pioggia continuava a cadere. Sussultai sentendo un improvviso rumore, abbracciai il mio corpo freddo e bagnato. Non sapevo nemmeno dove stavamo andando, e dalla sua guida spericolata, dubitavo che saremmo andati da qualche parte vivi.

«Sutton.» La sua voce era alta e controllata.

«Si?» Dissi con la voce roca, cercai di schiarirmi la gola. Stavo camminando sul filo del rasoio, di nuovo.

«Stai bene?» Ignorò il mio sguardo confuso, ad ogni modo la preoccupazione era l'unica emozione che riuscivo a cogliere dal suo viso. Strano - non l'avevo mai visto così preoccupato prima. In effetti, ad ogni nostra conversazione lui era sempre incazzato.

«Sto bene.» Mentii, incrociando le mani. Dopo un minuto di silenzio, parlai di nuovo. «Come sapevi dove trovarmi?» Sospirò pesantemente, stringendo la presa sul volante così forte che le sue dita sbiancarono. Non ero sicura che la sua attenzione fosse rivolta solamente alla strada.

«Cosa importa?» Mi fulminò con i suoi occhi gelidi, per poi puntare lo sguardo sulla strada rapidamente.

«Certo, sono sicura che non si sia trattata di una coincidenza.» Mi sorpresi della sicurezza nella mia voce. Continuai a guardarlo. L'angolo della sua bocca si contrasse.

«Io credo nelle coincidenze.» Disse bruscamente.

Alzai gli occhi al cielo,sospirando pesantemente. Non potevo ricevere una semplice risposta da lui, non faceva altro che evitare le mie domande.

«Va bene, dove stiamo andando?» Espirai, crollando completamente sullo schienale. Anche se non avevo mai visto Justin dopo scuola, continuavo a sentire questo senso di sicurezza con lui accanto. Non m'importava nemmeno dove stavamo andando, almeno che non fosse...

«Ti sto portando a casa.»

Casa? Era l'ultimo posto in cui sarei voluta andare. Avrei preferito partecipato agli hunger games piuttosto che ritornare a casa e fare finta che tutto fosse normale. Ero un'assassina proprio come quei ragazzi nel vicolo. Avevo lasciato morire Peter.

«Non voglio andare a casa. Per favore, ferma la macchina e lasciami camminare o qualcosa del genere.»

«Non puoi andare da nessuna parte da sola. Si sta facendo tardi.» Justin si agitò sul sedile, a disagio, guardando attentamente fuori dal finestrino.

«Da quando ti importa di me?» Chiesi duramente. Avevo smesso di essere dolce se alla fine tutto ciò che ottenevo da lui erano ordini senza nessuna spiegazione.

«Da quando ho notando in che guai ti sei messa.» Il mio cuore mancò un battito. Non poteva alludere all'altra notte ... vero? Non era neanche alla festa, come faceva a sapere che ero stata con Nick e Liam? O che mi trovavo nel vicolo quando... era successo tutto quello? 'Basta Sutton. Stai esagerando'. Lui si stava sicuramente riferendo alla lite con Liam a scuola.

Signed Anonymous.Where stories live. Discover now