Capitolo Due

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Calò la sera e aspettai nella mia stanza per diverse ore.
Il rumore della lancetta dell'orologio stava alimentando la mia frustrazione ogni secondo che passava, e non sentivo più mio padre e la matrigna discutere.
La mia ansia crebbe e nella fretta afferrai la maniglia, e proprio quando stavo per spingere la porta quest'ultima si aprì.
Un uomo se ne stava sul ciglio della porta.
Fissai la sua espressione stanca e sciupata.
Lentamente mi avvicinai verso di lui. Era mio padre, abbattuto e segnato dai ripetuti abusi che la mia matrigna gli aveva inflitto.
Sul momento, decisi che quel che era troppo era davvero troppo.
Persi il filo dei pensieri e afferrai per mano mio padre.
Iniziai a farmi largo spingendo da parte la mia matrigna, notando l'espressione nera di rabbia che le aveva deturpato il volto.
Rapidamente, accompagnai mio padre in macchina facendolo salire dal lato del passeggero, quello accanto al conducente, poi, iniziai a sentire le urla agghiaccianti della mia matrigna che stavano maledicendo il mio nome.

"ALEXA!". Aveva urlato con voce rauca.

Il mio unico proposito era di portare mio padre lontano da lì, per quanto mi sarebbe stato possibile.
Faticai a trovare rapidamente le chiavi della macchina.
Un botto improvviso sul finestrino dell'auto mi aveva spaventata a morte, quando mi resi conto che la mia matrigna aveva iniziato a colpirlo con una mazza da baseball.
Ho pianto per il terrore, mentre il mio sguardo era rimasto incollato a quello che stava facendo la mia matrigna.
Ho iniziato a cercare le chiavi nel vano portaoggetti.
Mio padre urlò.
Afferrò rapidamente le chiavi dal cruscotto spingendomi fuori dal posto di guida e avviando la macchina. Lasciò una sgommata sul vialetto e una scia di fumo bianco.
Il panico crebbe.
Pregai mio padre di rallentare.
La macchina accelerò e lui perse il controllo della vettura.
Potevo sentire il veicolo andare fuori controllo, e improvvisamente sentì l'impatto della macchina che aveva provocato delle forti turbolenze che avevano fatto fremere ogni fibra dei nostri corpi, quando questa era andata a schiantarsi contro un lampione.
Le cintura di sicurezza che aveva trattenuto il mio corpo durante l'impatto si ruppe e fui catapultata fuori dall'abitacolo.
Atterrai parecchi metri più in là, lontana dalla zona dell'incidente.

Candy Pop [Ita]Where stories live. Discover now