Capitolo tre

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Quattro uomini stavano seduti ai lati di Katerina dandole l'impressione di non avere via di scampo e una donna le stava di fronte sull'altro pouf uguale a quello su cui poggiava il sedere lei.

Non osò proferire parola dalla paura che le era montata dentro e che smaniava per liberarsi di quell'orrenda sensazione.

Il dottore l'aveva tradita rivelando un segreto che nemmeno lei conosceva.

Dopo un po' non resistette alla tentazione e disse:

«Potete dirmi che succede?»

Nessuno le rispose e non provò a insistere.


La portarono nel centro scientifico e vi trovò anche il dottore Massimo seduto in uno dei laboratori dove la spinsero.

Se ne stava con la mani in grembo e spostava la testa rasata da una parte all'altra come se temesse un attacco imminente.

Non appena la vide fece per alzarsi, poi ci ripensò e si mise seduto esortato dall'uomo di guardia che stava alle sue spalle.

Il laboratorio era incasinato, come se qualcuno ci avesse lavorato per ore e ore e non avesse avuto il tempo di mettere in ordine e mentre Katerina si accorgeva di questo particolare, la porta si aprì e venne spinto all'interno un ragazzo che conosceva bene.

Nathaniel era il suo migliore amico da quando i genitori del ragazzo si presentarono nel bordello per chiedere aiuto e venne piantato nell'ufficio insieme a lei mentre gli adulti andavano a fare le loro cose.

Con il tempo i due ragazzi erano diventati amanti e insieme avevano scoperto le gioie del sesso.

Si abbracciarono e Katerina gli sussurrò all'orecchio di non parlare per evitare che il dottore potesse sentire, anche se trovarsi tutti e tre nella stessa stanza non poteva essere una coincidenza.

Nathaniel aveva una zazzera di capelli dal colore castano chiaro con sfumature bionde e un viso ovale che racchiudeva dei lineamenti molto marcati. Gli occhi erano marrone chiaro e le mani che le stringevano la vita le diedero il conforto di cui aveva bisogno in quel momento.

La porta si aprì un'altra volta mostrando una squadra di scienziati in camice bianco e le mascherine andavano a coprire il volto rendendoli simili ai fantasmi.

Per sicurezza Katerina e Nathaniel fecero parecchi passi indietro, quasi al livello del medico, come a volersi proteggere con il suo corpo.

La situazione non presagiva niente di buono e lo si poteva percepire dalle espressioni lugubri che andavano ad arricciare la fronte dei nuovi arrivati.

«Dobbiamo fare una visita approfondita e il dottore di base è qui per aiutarci. Niente domande.»

Katerina si morse l'interno della guancia fino a sentire il gusto metallico del sangue.

Non poteva rischiare di complicare la situazione visto che anche Nathaniel stava scuotendo la testa nella sua direzione per consigliarle quello che aveva già capito.

I genitori dei ragazzi non sarebbero intervenuti in loro soccorso poiché erano convinti che la scienza fosse la salvezza del loro popolo.

Potevano contare solo sulle loro forze.

Li fecero stendere a pancia in sotto e senza maglia su dei lettini di metallo a cui non era stato messo lo strato di carta che avrebbe impedito al freddo del materiale di penetrare nella pelle nuda.

Per Katerina non era un problema stare in reggiseno davanti a degli sconosciuti visto il modo in cui era stata cresciuta, ma non le piaceva sentirsi indifesa.

Come durante la visita mattutina la scienziata che si occupava di Katerina prese in mano lo stesso aggeggio elettronico e glielo appoggiò tra la scapola e la spalla sinistra.

Sentì la scatola emettere di nuovo quei suoni, ma non poté girarsi per accettarsi se lampeggiasse.

Senza preavviso l'ago le fu conficcato nella pelle con poca delicatezza.

Katerina sussultò e cerco di alzarsi stufa di quella situazione e con la sensazione di essere una cavia da laboratorio, ma una guardia le prese le braccia e gliele allargò ai lati della brandina in modo da poter fare pressione verso il basso e tenerla ferma.

Il punto in cui le avevano iniettato il liquido iniziò a diventare freddo e poi in modo veloce anche insensibile e quindi non riuscì a capire cosa le stessero facendo.

Le era anche impossibile scorgere Nathaniel poiché le avevano fatto girare la testa dalla parte opposta, ma poté sentirlo imprecare e mandare maledizioni a chiunque.

Non c'era nessuna spiegazione per ciò che stavano subendo, non si era mai sentito niente del genere.

La loro società era ben strutturata e nessuno era considerato indispensabile per i bisogni primari di cui si occupava il popolo stesso e il settore "sostanzioso" che stava in cima alla"piramide" aveva più volte, durante le riunioni, ammesso di non approvare i metodi antichi in cui si faceva gli esperimenti sulla genetica umana.

Eppure nonostante le sue belle parole sembrava che stesse accadendo proprio ciò che avrebbe dovuto imporre come regola ferrea. Nessuno poteva cambiare lavoro o la punizione sarebbe stata la morte, eppure si potevano fare esperimenti senza incappare in nessuna conseguenza, ma Katerina non era sicura che la procedura fosse legale o che qualcuno ne fosse a conoscenza.

Ancora più strano era il fatto che Massimo ci fosse immischiato, le era sempre sembrata una persona semplice e molto cordiale. Un'altra puntura la riscosse dalla rabbia che ormai le faceva compagnia da ore e un senso di disagio le paralizzò le membra.

Cercò di resistere al sonno che andava divorando la sua mente, ma non ce la fece e l'ultima cosa che vide fu la faccia di Massimo che la guardava con gli occhiali storti. 

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