you don't own me/a little party never killed nobody

760 22 13
                                    

⬆️ the moodboard



Non so precisamente che ore fossero quando rebekah bussò alla mia porta
Le mie guancie erano adornate di una leggera lucentezza a causa delle lacrime versate ore prima, ormai secche

La cena si svolse molto silenziosamente
gli sguardi dei commensali erano tutti sulla mia figura

Quando arrivò il cibo, Kol si buttò a capofitto sulla sua bistecca al sangue
Io d'altro canto rimasi a fissare la mia di bistecca, sperando in un dono dal cielo che me la facesse cambiare con un bel burgher o almeno una fetta più cotta

Come se mi avesse letto nel pensiero Elija con uno sguardo sicuro chiamò la cuoca facendo portare via la mia bistecca per cuocerla di più
I loro sguardi erano accusatori e indagatori su di me non mi sono sentita più ha disagio in vita mia «Blake allora dimmi nessun fidanzatino in Louisiana?» dopo quella imbarazzante domanda fatta da Rebekah l'aria pensante che si respirava prima venne cambiata da una più leggera, ed io non potevo che esserne felice anche se non sarei riuscita a togliermi la parola fidanzatino dalla testa ancora per un po'

...insieme a lo sguardo cupo di Klaus dopo la battuta di Rebekah, le sue mani che stringevano le posate fino a piegarle e la mascella serrata come se il boccone che aveva in bocca gli fosse rimasto in gola

Gli raccontai che non avevo lasciato nessun fidanzatino in Louisiana ma la mia migliore amica con cui avevo un rapporto speciale e i miei quattro "fratelloni" miei cari amici
Le ragazze mi sorrisero comprensive «bene allora vediamo di diventare super amiche ok?» ero davvero grata che provassero a farmi sentire il più possibile in famiglia ma d'altro canto continuavano a parlarmi come se fossi una bambina e se pensano di poter rimpiazzare jenny dall'oggi al domani beh sono fuori strada

Adesso sono nella mia nuova camera a sistemare i miei averi e disfare le valige dopo essermi fatta una doccia fresca

Ho bisogno di staccare
con addosso solo una maglietta nera dei Rolling Stones che mi fa da vestito e un paio di stivaletti bassi esco dalla stanza avviandomi verso quella di rebekah per avvisarla della mia imminente uscita

Cammino spedita per il lungo corridoio pieno di porte chiuse finché non ne trovo una abbastanza aperta

Mi appoggio allo stipite della porta osservando klaus intento a dipingere qualcosa di enigmatico e astratto su una tela
I colori che usa sono tutti sul tono del nero e del rosso. Rimango incantata a guardare il modo in cui muove il polso spennellando con delicatezza

È completamente concentrato sulla tela che non si accorge di me..almeno credo

Sforzandomi di non rimanere più a lungo a guardarlo mi incammino di nuovo verso la mia meta

...,

Cinque giorni passano come cinque minuti, o quasi
La sera dove ho visto Klaus per la prima volta dipingere è stata anche la mia prima uscita serale fra le vie di New Orleans
La vita che si respirava di sera era un qualcosa di un altro livello; e io che ero già strabiliata nel vedere la vita mondana di giorno

Durante le mie passeggiate notturne non mi sentivo mai sola, anche se in un certo senso lo fossi
Camminavo da sola lungo i vicoli e le vie quasi strette a respirarci, che quasi mi ricordavano un labirinto
Ma in qualche modo la sensazione di solitudine non arrivava mai

È sabato e stranamente mi sento di buon umore, ancora vestita da notte e con la faccia assonnata, per non parlare dei capelli, scendo le scale e mi siedo su una delle poltrone situate al centro della sala
Questa è molto bella e ricoperta di seta, molte volte mi sono ritrovata qua a leggere uno dei libri trovati nella libreria della famiglia Mikaelson..libreria si intende una stanza non uno scaffale
«cosa ci fai seduta sulla mia poltrona» è la prima volta che mi parla in cinque giorni di silenzio «non vedo scritto il tuo nome sopra» «si ma è casa mia» cammina intorno e si ferma davanti a me con finto sguardo innocente
è arrabbiato per qualcosa si vede, anche se lui sembra sempre infastidito «se ti do così fastidio potrei andarmene e ritornare a casa» parlo atona «non andrai da nessuna parte, questa è casa tua adesso e mi appartieni» cosa sta dicendo? «io non sono di nessuno, tantomeno tua» mi alzo dalla poltrona arrabbiata e alzando la voce
Con una velocità disumana me lo ritrovo davanti

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 15 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Flame;; 𝒩𝒾𝓀𝓁𝒶𝓊𝓈 ℳ𝒾𝓀𝒶𝑒𝓁𝓈𝑜𝓃 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora