Non ci faccio caso a ciò che mi succede intorno. Appena metto piede fuori classe, emetto un lamento cercando di asciugare le lacrime che non vogliono fermarsi.

A passo rapido cerco di raggiungere il bagno più vicino.

- Sam fermati. – Sento la voce dell'ultima persona che avrei voluto incontrare, soprattutto in questo stato.

- Lasciami in pace, non è il momento. – Mi passo nuovamente le mani per asciugare le altre lacrime e accelero il passo.

- Ti ho detto di fermarti. - Mi agguanta per un braccio, facendomi fermare. Rimango girata per non farmi vedere, non in quello stato. Mi maledico per questo mio crollo emotivo improvviso. A testa china ammiro le mie scarpe che sembrano aver tutte le risposte della vita.

- Guardami. – L'intensità delle sue parole mi fanno venire i brividi.

- Cosa vuoi. – Ribatto cercando di non fare trasparire la mia fragilità.

- Voglio che mi guardi. – Prendo il coraggio, alzo gli occhi e lo guardo direttamente nelle sue iridi verdi tempesta con sfida.

- Ehi, stai bene? – Non credo alle mie orecchie e non riesco a capacitarmi che proprio lui, che ha messo sottosopra la mia vita, si stai preoccupando per me.

- Bene. – Sull'ultima parola la mia voce si incrina. Prendo un respiro profondo e cerco di ricompormi.

Faccio un passo indietro cercando di svincolarmi da questa situazione strana. Non so come comportarmi. Lo vorrei prendere a pugni ma allo stesso tempo abbracciare. Sono folle, sto impazzendo. Scuoto la testa per liberarmi da questi pensieri.

Si avvicina e io d'istinto mi allontano. Lo fa di nuovo e rimango intrappolata tra lui e il muro.

Prendo il coraggio e dico: - Su, infierisci. Prenditi pure gioco di me. – Il mio sangue si infiamma per la rabbia, sconforto, delusione e soprattutto perché è lui che mi vedere in questo stato di debolezza. Ho il cuore che inizia a battere furioso per la sua vicinanza.

Maledizione, cuore, calmati. Non ti permettere di battere così per questo coglione patentato. Dico mentalmente a me stessa.

Mi afferra per i fianchi tenendomi premuta contro la parete. D'istinto alzo le braccia e le posiziono sul suo petto per non farlo avvicinare di più.

A pochi centimetri dalle mie labbra sussurra: - Cosa succede piccola Sammy. Chi ti ha fatto piangere il primo giorno? Sai, mi sei mancata quest'estate. - Pronuncia queste parole con voce roca e il mio stomaco si contrae per la piega che ha preso questa conversazione.

Inghiotto a vuoto, cercando di trovare le parole giuste ma le uniche parole sono di rabbia, quindi rispondo semplicemente: - Fottiti. –

Vedo un luccichio nei suoi occhi e sono consapevole di aver fatto un grosso errore. – Vorrei fottere te. -

Incredula a ciò che sento, sbatto un paio di volte gli occhi. – Troppo tardi. – Ribatto, dandogli una leggera pacca sul petto. – E poi non ti sono mancata, vuoi solo prenderti gioco di me, tormentarmi, maltrattarmi, e schernire come sempre. – Aggiungo semplicemente.

- Invece, ti sbagli fiorellino.

Ciò che vedo nel suo sguardo mi spaventa, non so come interpretare le sue parole. Ma si sa, in fin dei conti le parole sono solo parole, non hanno valore. Ciò che conta sono i fatti, le grandi gesta.

Il Diavolo Sa AmareDonde viven las historias. Descúbrelo ahora