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«Jimin è pronto!» urlò anche quella sera la madre del biondo, il quale però ovviamente sbuffò e rispose semplicemente che non aveva fame.

Era corso in bagno, salito sulla bilancia e, vedendo che non era calato ancora di un chilo, gli era passata la fame.

Tornò in camera, togliendosi la maglia. Si fermò a osservare la sua figura nello specchio e quella pancetta troppo evidente. I suoi amici avevano iniziato a scherzarci su, dicendo che non era da lui, che era sempre stato magro, che si stava lasciando andare. Ed ora lo chiamavano anche in modo diverso, pensando forse che fosse dolce e carino, ma "paccioccoso" o "mochi" non erano esattamente ciò che rendeva felice Jimin.

«Ti farò sparire-» disse allo specchio, indicando la sua pancia nel riflesso. Ma poi il suo sguardo passò alle cosce, di nuovo alla pancia, e infine alle sue guance. No, non andava bene così.

Prese una maglia a caso e decise di uscire per una passeggiata, o così disse a sua madre, perché invece andò a farsi una corsetta per il quartiere.

E lo capì, faceva fatica, non era più abituato a quello sforzo fisico, ma presto si sarebbe abituato e sarebbe dimagrito almeno un po'.
Non voleva più essere chiamato mochi.

Quando tornò a casa, corse in camera sua, cercando di non farsi vedere dai suoi genitori che erano in salotto, sul divano, a guardare la televisione. Era così stanco, ma si sentiva già più felice e soddisfatto.

Quella routine si ripeté per le settimane a seguire. Ovviamente non sentiva il bisogno di parlarne a Yoongi, perché non stava facendo nulla di male in fondo.

Ma purtroppo più le settimane passavano più anche Jimin non trovava alcuna differenza nel suo corpo. La pancia la vedeva ancora là e faceva sempre più fatica a correre.
«Non mi stupisco...con questa pancia...non mi stupisco» si diceva, guardandosi allo specchio, per poi coprirsi e nascondersi.

Non si piaceva più, anche quando Yoongi nominava la sua pancetta si sentiva in colpa. Perché...lui iniziava ad odiarla.

Your belly is backWhere stories live. Discover now