Io sono Gaia, e questa non sono io.

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In una giornata estiva di quelle non troppo calde decisi di andare a fare un giro allo skate park. Non sono molto brava ad andare sullo skate e non frequento molto lo skate park per il semplice motivo che ho paura di fare delle fiure di merda davanti a tutti quei ragazzi che tutti i giorni, sempre alla stessa ora, si ritrovano in quello spiazzo di cemento con salite ed ostacoli a fare accrobazie e scrivere per terra con le bombolette. Quell'ambiente mi piace, adoro i piercing, i graffiti e robe di quel genere, ma sono io che non mi vado bene. Allo skate park mi sento sempre una margherita in un campo di rose. Anche se come paragone non mi sembra adeguato perchè (a) le rose sono delicate ed eleganti, al contrario di quegli skater, e (b) le margherite sono fiori molto più comuni e quindi sarebbe più facile trovare una rosa in un prato di margherite.

Ma a me quel posto piace davvero, così (dopo alcune prove davanti allo specchio) andai con stile buletto in via Carameglio 2^ per farmi qualche caduta con la mia tavola.

Tutti simpatici e amichevoli i ragazzi e le ragazze già arrivati mi accolsero e inizziammo a parlare. Con qualcuno avevo già legato un po' le volte prima.

Lì conoscevo così tanto da avere sulla punta della lingua l'iniziale del loro nome.

Capii infondo che tutti cadevano e in modi pure più ridicoli dei miei, ma a nessuno importava. Si era fatta ora di andare allora tornai a casa.

Avevo deciso che sarei tornata il più presto possibile. Magari mia mamma così si sarebbe finalmente convinta che ho una vita sociale, fuori dalle maree di libri in cui affogo.

L'universo vuole essere notatoWhere stories live. Discover now