¹

297 37 61
                                    

quel giorno pioveva. settembre stava ormai finendo, le foglie si coloravano di diversi colori, dal giallo al marrone, dal rosso all'arancione. le strade erano praticamente vuote, nessuno voleva uscire in un giorno piovoso come quello, tranne tre ragazzi.

uno dei tre era con loro contro la sua volontà, avrebbe preferito stare a casa, nel suo letto, sotto le coperte. avrebbe preferito leggere qualcosa, amava leggere libri, sopratutto horror e thriller.
amava la pioggia, amava ascoltare il suono delle gocce che si scontravano contro la strada, le macchine o l'ombrello che stava usando per non venire bagnato.

era stata un'idea di chan. in qualche modo tutto quello che finiva a fare era un'idea di quel ragazzo.
aveva letto da qualche parte che un bar era stato aperto. chan viveva di caffè, quando ha saputo che i proprietari hanno vissuto in australia aveva deciso che dovevano andarci a tutti i costi.

jisung pensava che fosse un'idea carina, spendevano tutto il tempo chiusi nell'appartamento di chan a giocare ai videogiochi e lui amava uscire.

changbin invece era stato praticamente obbligato dagli altri due.

«sai dov'è, vero?» chiese changbin, annoiato.

«non potresti mostrare un po' di entusiasmo?» chan non aveva risposto alla domanda di changbin, cosa che faceva spesso.

«no»

«il bar è qua comunque» disse chan, avvicinandosi alla porta dell'edificio.

il locale era quasi vuoto, c'era una coppia seduta attorno a un tavolino, una donna anziana che sorseggiava qualcosa da una tazza e un ragazzo piuttosto giovane dietro il bancone.
era seduto, i suoi gomiti erano appoggiati al bancone e teneva la sua testa tra le sue piccole mani.

«hey changbin, non vieni?» changbin si accorse di essere rimasto fermo a fissare quel ragazzo solo quando sentì la voce di jisung che lo chiamava.
i tre ragazzi si sedettero su dei divanetti, erano piuttosto comodi.

il ragazzo biondo si avvicinò a loro, aveva un taccuino e una penna in mano.

«cosa volete ordinare?» il suo accento era strano, probabilmente non viveva in corea da tanto. changbin era sopreso dalla sua voce, il suo viso sembrava quello di un bambino, non si aspettava di sentire una voce così bassa.

chan ordinò del caffè macchiato, jisung una cioccolata e changbin ordinò un espresso.

il biondo scrisse tutto sul taccuino, teneva la sua lingua in mezzo ai denti, cosa che trasmetteva tenerezza.

«okay» sembrava che stesse cercando le parole giuste da dire, traducendo tutto nella sua testa «i vostri ordini arriveranno...subito...quasi» disse il ragazzo, sorridendo, imbarazzato, per poi andarsene.

«changbin»

come fa qualcuno ad avere un sorriso così bello?

«changbin ci sei?» chan e jisung fissavano changbin, che a quanto pare si era incantato. «ehm, ssì» rispose lui, per poi iniziare a grattare via lo smalto nero dalle sue unghie.

le sue unghie erano spesso ricoperte da quella tinta nera, più o meno. changbin aveva il vizio di togliere lo smalto da solo, solitamente quando era nervoso o imbarazzato.

«non capisco perché ti fai lo smalto, tanto lo togli sempre» disse jisung, guardandolo.

«forse lo mette solo per toglierlo, lol» i due ragazzi guardarono chan male.

«che c'è?» chiese lui, confuso.

«hai seriamente detto lol?»

«l'hai appena detto anche tu»

꧁espresso; changlix [hiatus]Where stories live. Discover now